“Semi d’anguria”, il bellissimo romanzo di Salvatore Tommasi a Collepasso (8 ottobre, Atrio Chiesa Cristo Re)

“Semi d’anguria”, il bellissimo romanzo di Salvatore Tommasi a Collepasso (8 ottobre, Atrio Chiesa Cristo Re)

30 Settembre 2021 Off Di Pantaleo Gianfreda
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“Semi d’anguria” è un recente e bellissimo romanzo, tratto da una storia vera, scritto dal carissimo e stimatissimo amico calimerese Salvatore Tommasi, che sarà presentato a Collepasso venerdì 8 ottobre, alle ore 19.00, nell’Atrio della Chiesa Cristo Re (in caso di maltempo, nel Salone Parrocchiale), su iniziativa dell’Associazione “Sentieri Salentini Aps”, in collaborazione con la Parrocchia “Cristo Re”.

Introduce e coordina l’incontro Pantaleo Gianfreda, Presidente di “Sentieri Salentini”.

Portano i loro saluti e apprezzamenti Don Antonio Tondi, Parroco della Chiesa “Cristo Re”; Maria Francesca Conte, Dirigente Scolastica Istituto Comprensivo Collepasso-Tuglie; Don Adelino Martella, Educatore, Scrittore, Parroco di Diso.

Maria Domenica Muci, docente di Maglie, dialogherà con l’autore Salvatore Tommasi.

L’autore, Salvatore Tommasi, e Maria Domenica Muci alla presentazione del libro a Galatone (31.8.21)

Come tributo e atto di stima verso l’Autore, alcuni brevi brani del romanzo saranno letti dai suoi amici (tutti ex seminaristi) Pippi Campa (Castrignano dei Greci), Pasquale Conte (Martano), Antonio Corina (Collepasso-Vernole), Pantaleo Gianfreda (Collepasso), Antonio Negro (Maglie), Pippi Ria (Collepasso), Salvatore Urso (Andrano-Casarano).

Sono previsti piacevoli intermezzi musicali a cura dei nostri apprezzati concittadini Emanuele Montagna e Daniela Malerba, che canteranno alcune canzoni degli anni ’50-’60.

Salvatore Tommasi, scrittore, poeta, linguista e massimo esponente del griko salentino, persona di grande cultura ed umiltà, è stato docente (oggi in pensione) di Filosofia e Scienze della formazione nella Scuola secondaria superiore. Si occupa da anni del recupero e della valorizzazione della lingua e della cultura greco-salentina, cui ha dedicato numerose pubblicazioni. Ultima, il portentoso e prezioso “Dizionario Griko”, presentato nel dicembre scorso presso il Comune di Calimera.

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Tra i suoi lavori, la raccolta poetica “Le mie bandiere” (Firenze Libri, 1988), il romanzo “Sarakostì” (edizione Argo, 2019), la raccolta di racconti “I tesori della cassapanca” (Kurumuny, 2016), il profilo biografico e antologico di “Vito Domenico Palumbo. Letterato della Grecia Salentina” (Argo, 2018) e numerosi altri.

“Semi d’anguria” è il racconto romanzato di una storia vera che si svolge nel Dopoguerra in un piccolo centro salentino, Strudà (frazione di Vernole). Il contesto è quello del passaggio, non indolore per la popolazione, da un’economia di tradizione, legata al lavoro dei contadini e dei carbonai, a un’economia imprenditoriale. La storia narra di tre sorelle (Neve, Candida e Bianca), rimaste orfane sin da bambine, e dei sacrifici di una famiglia che ha perso prima il padre e poi la madre. Sulla base del racconto fatto personalmente da una delle sorelle (Umberta/Bianca Colella Tommasi), l’autore ha elaborato puntualmente la vicenda che, per i suoi risvolti sociali, è rappresentativa di un’epoca e di un territorio.

Sono gli anni Cinquanta, in un piccolo paese del Salento che sogna, attraverso l’impianto di una fabbrica tessile, lo sviluppo economico e il riscatto sociale. Due storie unite dall’ambigua figura di un industriale del Nord, assecondato da un prete maneggione e da politici incauti. A lui viene affidata, attraverso una cospicua elargizione di contributi statali, la prospettiva della rinascita postbellica in un territorio di ataviche povertà e diseguaglianze. A lui viene affidata anche la sorte delle tre bambine, la più piccola delle quali conta i giorni con i semi d’anguria.

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Come ha scritto Maria Domenica Muci, che dialogherà con l’autore, “Del mulinello della vita di Neve-Umberta e delle sue sorelle Candida e Bianca si è occupata la “penna amica” di Salvatore Tommasi. Penna esperta, discreta e raffinata che ha romanzato una storia vera, e anche drammatica, giungendo a un equilibrio perfetto tra la suggestione letteraria, il dramma personale e la realtà storico-sociale di una provincia salentina degli anni Cinquanta”.

Condivido totalmente… ho letto avidamente il romanzo, che mi sembra un vero capolavoro della letteratura italiana e meridionale.

Non mancate!

Pantaleo Gianfreda

 


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