“Suggestioni e analogie tra il Mosaico di Otranto e la Divina Commedia”: il ricordo di don Grazio, a 14 anni dalla scomparsa, nel 7° centenario della morte di Dante

4 Gennaio 2021 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Ricorre oggi, 4 gennaio, il 14° anniversario della scomparsa di don Grazio Gianfreda (1912-2007).

Il sacerdote, del quale mi onoro di essere nipote, fu per lunghi anni parroco della Cattedrale di Otranto (1956-1988) e, sino all’ultimo giorno della morte, studioso, scrittore, “lettore” e attento osservatore della storia di Otranto e del Salento e, in particolare, delle immagini e dei significati del mosaico pavimentale della Cattedrale, opera (1163-1165) di Pantaleone, monaco dell’Abbazia basiliana di San Nicola di Casole, posta nell’estremo lembo orientale d’Italia, a un passo da Punta Palascia.

San Nicola di Casole rappresenta – a livello storico, artistico e culturale – uno dei luoghi del Medioevo (che per la Terra d’Otranto fu “Rinascimento”, come scriveva don Grazio) più importanti del Salento, sede di un’Università che in quei secoli fu una delle istituzioni culturali più significative e attive dell’intera Europa, “ponte” culturale tra Oriente e Occidente.

Non a caso, l’ultima e incompiuta opera, cui don Grazio era dedito sino al giorno della scomparsa, aveva, come mi disse, il significativo titolo “Il Mosaico di Otranto: ponte tra Oriente ed Occidente”.

Una bella e significativa immagine di don Grazio Gianfreda

Nato a Collepasso il 20 aprile del 1912, don Grazio rappresentava – come riporta il sito istituzionale del Comune di Otranto – un’istituzione per gli otrantini, vista la sua esperienza non solo come sacerdote, ma anche come studioso della storia e della cultura otrantina e salentina. Parroco storico della cattedrale di Otranto dal lontano 1956 al 1988, a lui si devono oltre trenta pubblicazioni a partire dal 1965”.

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Proprio in quell’anno, 56 anni fa, in occasione del 7° centenario della nascita di Dante, don Grazio scrisse e pubblicò una delle sue prime e significative opere, “Suggestioni e analogie tra il Mosaico di Otranto e la Divina Commedia” (cliccare sul titolo). Un’opera che ebbe vasta risonanza nel mondo culturale ed accademico e l’attenzione degli studiosi e dei cultori della memoria dantesca.

Come scrisse, tra gli altri, il noto studioso salentino Enzo Panareo, “I rapporti… tra il mosaico e l’opera dantesca riflettono indubbiamente e chiaramente delle analogie veramente sorprendenti”.

Mi piace ricordare questo evento culturale e la figura di don Grazio nell’anno del 7° centenario della morte di Dante Alighieri (1265-1321), il Sommo Poeta, Padre della Lingua italiana.

Il 2021 sarà l’“anno di Dante” e per celebrare il 7° centenario della morte si svolgeranno numerosissime iniziative in tutta Italia e all’Estero.

Una di queste, sebbene ancora “in nuce”, partirà probabilmente dal Salento, su impulso di alcuni studiosi ed estimatori di don Grazio (me compreso) per ricordare il Sommo Poeta e le “Suggestioni e analogie tra il Mosaico di Otranto e la Divina Commedia”, un’opera oggi ancor più attuale, anche nel ricordo di un sacerdote e di uno studioso di origine collepassese, sempre legato alla sua terra, che è stato uno dei protagonisti della vita culturale, oltre che religiosa, del Salento.

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Pantaleo Gianfreda

Il ricordo di don Grazio in un mio intervento pubblicato da “La Gazzetta del Mezzogiorno” il 4 aprile 2007

(cliccare sull’immagine per leggere bene)

Per ulteriori approfondimenti sulla figura di don Grazio, cliccare su

articolo InfoCollepasso 4.1.2017


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