“Donne Insieme” o “Ma&Ma Insieme” per le sfrenate ambizioni politiche di una scalpitante “puledra”?!?

“Donne Insieme” o “Ma&Ma Insieme” per le sfrenate ambizioni politiche di una scalpitante “puledra”?!?

29 Giugno 2021 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Mi spiace essere costretto a fare questo articolo che mette in evidenza certi “lati oscuri” anche dell’“altra metà del cielo”… ma, per dirla “papale papale”, il duo “Ma&Ma” (Marthe e Marilyn) o “Ma&Fi” (Madre e Figlia), “impadronitosi” da tempo e impudentemente dell’associazione “Donne Insieme Mina Venuti”, ha ormai stancato tutti e sta collassando un’associazione nata solo sette anni fa con tante speranze e tanti buoni propositi!

Quando, il 1° febbraio 2014, Ornella, Simona, Daniela, Anna, Agata e Maria, promotrici dell’iniziativa, presentarono al pubblico l’associazione, tutti fummo felici che a Collepasso emergesse finalmente un necessario protagonismo femminile, che negli anni ha assunto anche alcune belle iniziative.

Dopo sette anni, di quel gruppo promotore è rimasta solo Anna, la prima presidente dell’associazione.

Anche lei, però, a quanto pare, si è stancata. L’11 giugno u.s. ha presentato insieme ad Ada, Pina e Rita le sue dimissioni dal Direttivo, composto da nove componenti, con una lettera che evidenzia persistenti e macroscopiche illegittimità e rileva una gestione padronale, discrezionale e personalistica dell’associazione da parte della presidente Marta Rossetti, spalleggiata dall’onnipresente e invadente mamy (o, meglio, mummy), anche lei componente del Direttivo.

In base all’art. 9 del Regolamento, le dimissioni di un terzo dei componenti porta all’automatico scioglimento dell’Organo dirigente e “a nuove elezioni dell’intero Consiglio Direttivo”.

Marta “poliziotta”

Dovere della Presidente, a norma di Statuto, sarebbe stato quello di convocare immediatamente l’Assemblea per eleggere il nuovo Direttivo. Non solo non lo ha fatto, ma ha convocato d’emblée il vecchio (e ormai decaduto) Direttivo senza rispettare i termini previsti, impedendo la partecipazione di alcune/i, e senza nemmeno porre all’o.d.g. le dimissioni delle quattro, tentando, anzi, maldestre e irriferibili “scaramucce” da “asilo Mariuccia”.

La Presidente è laureata in Giurisprudenza e persino dipendente del Ministero della Giustizia… è possibile che non conosca (o faccia finta di non conoscere) l’abc di basilari norme civilistiche e associative?

Una delle quattro dimissionarie, Rita, era stata nominata Tesoriera nell’ottobre 2020, ma, nonostante solleciti e persino una raccomandata (senza risposta), la Presidente non provvedeva mai “alla consegna dei libri contabili, dei registri e di ogni altro documento necessario per esercitare effettivamente l’incarico ricevuto”. Tant’è che, come scrivono le quattro nella lettera di dimissioni, “di fatto, tale documentazione, ad oggi, è detenuta da un membro del Consiglio Direttivo che, illegittimamente e senza alcun conferimento di incarico, riveste tale ruolo”.

La presidente di “Donne Insieme” in un convegno con il giudice De Donno

Accuse pesantissime per una Presidente che parla ipocritamente e “a vanvera” di legalità, si fregia della divisa dell’Associazione della Polizia di Stato, organizza o partecipa o presiede convegni, persino con la presenza di illustri Magistrati, sulla legalità, ma è la prima a violare i basilari principi di legalità e di trasparenza. Si arriva persino a negare alle componenti del Direttivo la visione dei verbali e (un aneddoto, tra i tanti) alla richiesta di avere copia si risponde che va fatta tramite raccomandata “come per legge” (!!!). Incredibile… quale legge?!? Quella famosa “del Menga”, codificata nell’esilarante processo presso il “Regio Tribunal Bavilonese” contro il prete Don Sculacciabuchi?!?

Marta con don Antonio Coluccia, il prete della legalità

Certi assurdi e insani comportamenti della Presidente hanno portato alcune socie a minacciare apertamente di “adire le vie legali” per riportare legalità e serenità nell’associazione!

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Non è la prima volta che una Tesoriera si dimette. Lo aveva già fatto Sara nel marzo 2020, rassegnando le “dimissioni irrevocabili” anche dall’associazione, poiché “non in linea con le direttive dirigenziali, che reputo non sempre aderenti alle finalità dello statuto”, o Laura, dimessasi dal Direttivo “per incompatibilità di vedute e perché non mi sento più serena nel farne parte” o tante altre “eclissatesi” nel corso degli anni.

Festa della Donna 2019, ultima di “Donne Insieme”… poi non più “Insieme” (sotto: nipote e zia prima della “rottura”)

Eppure la “Daughter Past President” e la “Mummy Post President”, invece di rispettate lo Statuto, proseguono senza pudore verso l’autodistruzione dell’associazione, verso il “muoia Sansone con tutti i Filistei”!

Perché le due perseverano nelle loro azioni devastanti? Perché gli Organi interni di controllo (Revisori e Probiviri) non intervengono e impongono il rispetto dello Statuto?

Purtroppo certe ambizioni non hanno limiti né pudore né si fermano di fronte a niente.

Senza entrare nel merito di altre macroscopiche anomalie, che farebbero vergognare anche un bambino colto “con le mani nella marmellata”, c’è, però, da aggiungere qualche altra amara considerazione.

Da “vecchio saggio insipiente”, quale l’esperienza mi sta plasmando (una certa “saggezza” si acquisisce con l’età… ma la “conoscenza” è irraggiungibile… per cui rimango sempre “insipiente”), ho visto talora giovani donne, sveglie, intelligenti ed attive, “rovinate” soprattutto da madri che, in modo spesso malsano, proiettano sulle figlie proprie attese, aspettative ed ambizioni represse nel tempo e mai soddisfatte nella vita. Pensando di far bene e dimostrare così il loro amore, “proiettano” sulle figlie ciò che loro avrebbero voluto essere, ma non sono state, un futuro che non hanno mai avuto, ma che avrebbero voluto avere. E agiscono irrazionalmente di conseguenza, assecondando, incoraggiando e coprendo i più assurdi comportamenti. Senza capire che in questo modo danneggiano le figlie, invece di aiutarle. I genitori, soprattutto quando i figli sono ormai grandi, hanno il dovere di una presenza discreta e attenta, mai invadente o intrigante. I figli diventano “uccelli” che per natura devono volare con le proprie ali e non si può andare contro natura.

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Scusate questa “digressione”, ma aiuta a capire e anche compatire certe situazioni come quella descritta, che non può essere, però, giustificabile, essendo inammissibili e censurabili certi comportamenti di persone ormai adulte.

Un’ambizione sfrenata si è impossessata, ormai da tempo, di questa giovane donna, che, pur intelligente ed attiva, non riesce a “domare gli istinti” e per raggiungere i suoi obiettivi personali e politici “fa strame” dei più basilari principi di legalità, correttezza, civiltà e trasparenza. “Est modus in rebus” (“C’è misura nelle cose”), dicevano i latini: nelle cose ci vuole equilibrio, saggezza, normalità.

È notorio che la “ragazza” vuole candidarsi a sindaco e sta facendo “fuoco e fiamme” per fare una lista purchessia che le garantisca almeno l’elezione a consigliera comunale. Correttezza avrebbe voluto che si fosse dimessa già da tempo da presidente dell’associazione. Non lo ha fatto. Anzi, pretende la modifica dello Statuto per permettere anche ad amministratori comunali di stare nel Direttivo dell’Associazione (un’evenienza oggi negata dallo Statuto, mentre la modifica le permetterebbe domani, se eletta amministratrice comunale, di poter continuare a stare nel Direttivo e “fare altri danni”). Immaginate un soggetto del genere se dovesse un domani amministrare un ente complesso come il Comune con gli stessi metodi che sinora ha usato nel dirigere una semplice associazione. Spontanea la domanda che gli elettori si porrebbero: “Ha ‘ffundatu ‘n’associazione… e mo’ ole ‘ffunda puru lu Comune?!?” (per la verità, già “‘ffundatu” dagli amministratori uscenti!).

Purtroppo, nella logica del “quieto vivere” da una parte e, dall’altra, di quel grigio protagonismo, che “si adagia” sempre a conformismo, di chi si illude di aver un ruolo purchessia e porta ad accettare o giustificare o coprire comportamenti altrimenti ingiustificabili, nessuno ha voluto “aprire gli occhi” ad una ragazza un tempo promettente, ma ormai prorompente e dirompente, “petrusinu te ogni minescia” che si inserisce a proposito e a sproposito in ogni associazione o iniziativa pur di mettersi in mostra, divorata dal fuoco dell’ambizione, persa nei gorghi di una irrefrenabile e malsana “filautìa” (eccessivo amore di sé), alimentata, invece di essere contenuta e corretta, da chi le sta accanto. E che la fa diventare persino ridicola, se è vero che, a suo parere, dimissioni o contestazioni verso di lei sono solo il frutto di “un triste spettacolo di ‘eliminazione’ delle donne più valide della nostra comunità, unicamente ‘colpevoli’ del loro talento e delle loro capacità”. Se questo fosse vero, siamo alla follia di chi si ritiene l’“Unta del Signore”, mentre, invece, è solo una… “povera diavola”!!

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Eppure, avevo già da tempo segnalato su questo blog la decadente situazione dell’associazione, le chiare finalità politiche delle varie capataz (cliccare e leggere “Donne” non più “Insieme”: chi a ponente… chi a “Levante”… ” e “ Brindisi d’autore” con l’associazione Donne Insieme …”).

Scrivevo il 26 dicembre 2019 circa i comportamenti della “fanciulla mammificata”: “Nella sua mai doma smania di “arrampicatrice politica”, la giovane e confusionaria presidente confonde e mischia spesso “sacro e profano” , “diavolo e acqua santa”. La sua presidenza, le diverse iniziative da lei assunte, la “confusione” (per non parlare di “disonestà”) intellettuale e la discutibilità di alcuni invitati dimostrano ancora una volta l’irreversibile degrado verso cui sta scivolando l’associazione (nata con ben altri obiettivi) e la strumentalità di alcune iniziative, all’apparenza encomiabili, nella sostanza strumentali e finalizzate a costruire un solido “piedistallo” politico per tanti soggetti ambiziosi e irrefrenabili. Appare chiaro che dietro il paravento di questa associazione (e di altre “levantine”) si intreccino trame, giochi, ambizioni e obiettivi politici che nulla dovrebbero avere a che fare con le sue finalità statutarie”.

Due commenti a quell’articolo avrebbero dovuto già far riflettere e sono oggi più eloquenti e attuali che mai.

Scriveva “Delusa”: “Che schifo. E pensare che erano tutt’altro le intenzioni per cui era stata fondata l’associazione. Fate la cosa giusta: CHUDETELA”;

Scriveva “Una persona delusa”, una delle fondatrici dell’Associazione: “Con il cuore a pezzi penso alle buone intenzioni con cui è stata fondata tale associazione e pensare che lo statuto parlava di “associazione apolitica e laica” poi tutto si è tramutato in giochi di potere per farsi notare. Peccato che nel frattempo le persone a cui tali obiettivi non interessavano sono uscite fuori con la benedizione di coloro che hanno sfruttato l’associazione per farsi notare. Ma chi partecipa agli eventi, vedi i nomi sulla locandina, che sono persone “colte” non si accorgono della attuale realtà dell’associazione? Fa veramente pensare come le buone intenzioni con cui è nata l’associazione sono state trasformate in occasioni di interesse personale. Se avessero un minimo di buon senso prenderebbero la decisione più giusta cioè chiudere l’associazione”.

Mi fermo qui, al momento…

Marta Rossetti ne tragga le doverose conclusioni, rispetti basilari norme di trasparenza e legalità e liberi l’associazione della sua pres(id)enza ingombrante e deleteria.

Pantaleo Gianfreda


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