Scompare Lionello Mandorino, pittore della salentinità. Collepasso perde il suo più noto e apprezzato artista
16 Marzo 2021Con i vecchi ulivi salentini uccisi dalla xylella, se ne va anche il suo massimo interprete pittorico.
La scomparsa di Lionello Mandorino, Pittore, non può lasciare indifferenti o passare inosservata.
Il prof. Mandorino è stato e rimarrà per sempre uno dei più rappresentativi ed illustri personaggi della nostra comunità.
È morto a 93 anni (era nato il 18 novembre 1927), dopo una vita intensa dedicata alla pittura, alla scuola e alla formazione delle giovani generazioni, alla famiglia, alla comunità.
Mandorino è stato pittore della salentinità, di ulivi rugosi e annosi, di paesaggi e paesi, di “cristi” sofferenti sulla Croce e nella vita, di spiritualità e carnalità.
Nell’accingermi a scrivere di lui mi si affollano nella mente mille considerazioni, pensieri, ricordi. Non so da dove iniziare. Rischio di scrivere tanto, perché tanto meriterebbe il ricordo di Lionello, artista immenso.
Di lui e della sua arte hanno scritto in questi decenni illustri studiosi e uomini famosi. Una bibliografia enorme. Le sue mostre in giro per l’Italia e per il mondo. A portare le luci e i colori intensi del Salento. Gli ulivi. I paesaggi. Drammi e sofferenze. “Cristi” e “passioni”. A confrontarsi con la migliore cultura salentina (e non solo). Dal grande Geremia Re, di cui fu discepolo prediletto, Oreste Macrì, Aldo Calò, Girolamo Comi, Vittorio Bodini, Michele Palumbo, Antonio D’Andrea, Aldo Bello, Donato Valli, Aldo Vallone, Ennio Bonea, Donato Moro, Mario Marti, Enzo Panareo, l’amico del cuore Nicola De Donno, Toti Carpentieri, Antonio Cassiano, Vittorio Zacchino e tanti altri sino a Vittore Fiore, Maria Corti, Sergio Zavoli, ecc.
Lionello era, a suo modo, un “cosmopolita” della cultura con radici ben piantate nel Salento e nella sua Collepasso. Amava l’intellettualità, di cui subiva il fascino, come questa subiva il fascino della sua pittura.
In quelle lunghe conversazioni avute tante volte con lui, Lionello era incontenibile parlando delle sue conoscenze, dei suoi riferimenti culturali, delle tante pagine di stampa e riviste che scrivevano di lui, dei numerosi riconoscimenti avuti, delle sue delusioni, delle tante frequentazioni avute in giro per l’Italia e per il mondo. Legatissimo, sempre, seppur talora con turbamenti, alla sua terra, alla sua gente, sempre speranzoso e fiducioso nei giovani.
Ricordo ancora nitidamente quando, nel 1970, espose le sue opere a Roma, in via Margutta. Nell’occasione volle che i suoi giovani compaesani, universitari in quella città, fossero presenti. Insieme a me c’erano Mirella Caggiula (poi medico a Roma), Silvia Scrimieri (poi sposatasi in Giordania). Fummo testimoni dell’immensa considerazione in cui era tenuto Lionello negli ambienti romani. Tra i tanti, ricordo Emilio Schubert, il famoso sarto della “Dolce vita”, celebre film di Federico Fellini, con atelier in via Condotti. E un Lionello travolgente, come sempre.
Non sempre il suo paese ne ha saputo apprezzare sino in fondo la grandezza.
Fu anche per questo che appena vincemmo nel dicembre 1992 le elezioni amministrative, decidemmo di organizzare subito una grande “Mostra Antologica” delle sue opere.
Con il sindaco Leonardo Malorgio, io vicesindaco e l’assessore alla Cultura Vittorio Errico, organizzammo un evento unico ed eccezionale, che fu preparato meticolosamente e si tenne nel settembre 1993 presso i locali della Scuola materna “Cristo Re”, con il patrocinio del Presidente del Senato della Repubblica Giovanni Spadolini.
Nell’occasione fu stampato, grazie al patrocinio e al contributo della Banca Popolare di Lecce (attuale Banca Popolare Pugliese), un prezioso volume, “Lionello Mandorino – Cinquant’anni di pittura”.
Ho deciso, allora, di “far parlare” quel libro. Pazientemente ho scannerizzato tutti i pregevoli interventi di illustri studiosi e personaggi scritti e riportati nel volume. Chi ha la curiosità, la pazienza e, soprattutto, la passione di leggerli, vi “troverà” Lionello Mandorino.
Leggete, a pag. 9, la sua autobiografia… i difficili rapporti con il padre, che non voleva che si dedicasse alla pittura (“Pittori e pingisanti nu sse vitene nu sordu nnanti”, gli ripeteva il padre), i suoi studi a Lecce, l’incontro con il suo maestro, il grande Geremia Re (di lui scrive, tra l’altro: “Non so se mi colpiva di più il grande maestro pittore o l’uomo pieno di umanità. Non sapeva resistere senza soffrire quando vedeva la miseria, l’oppressione e la fame…”), ecc. ecc.
Poi (dopo aver soprasseduto sulle 25 pagine che riportano tutte le mostre tenute da Lionello e la bibliografia che lo riguardano sino a quell’anno) ho deciso anche di scannerizzare tutte le opere riportate nel libro… per farle gustare e ammirare ai lettori. Un “lavoraccio”, doveroso e dovuto alla memoria di Lionello. Sono solo parte delle centinaia e centinaia di opere che ha dipinto sino a quando i noti problemi di vista gliel’hanno permesso. L’ho fatto perché Lionello lo merita, perché possa continuare a parlare attraverso le sue opere, perché Collepasso e il Salento devono molto a questo artista e continuare a ricordarlo ed onorarlo (interventi ed opere pubblicati nel volume sono a fine articolo).Un’altra iniziativa dedicammo a Lionello Mandorino dopo la vittoria nelle elezioni amministrative del 2006.
Nell’ambito della X edizione di “Identità salentina”, tenuta da Italia Nostra nel Castello baronale, il Comune organizzò, nel settembre 2008, la mostra “Quel paesaggio tra luci e silenzi. Il Salento di Lionello Mandorino”.
La mostra ebbe, naturalmente, grande successo.
Sul web ho ritrovato casualmente il “diario amministrativo” del 13-14 settembre 2008 in cui scrivo dell’organizzazione di quella mostra (se qualcuno ha curiosità di leggere, può cliccare su sabato 13-domenica 14 settembre 2008).
Pochi mesi dopo, il 18 novembre, Lionello compì 80 anni. Nell’occasione, il sindaco Vito Perrone e l’intera Amministrazione si recarono nell’abitazione dell’artista per rendergli omaggio e offrire una targa-ricordo con dedica: “L’Amministrazione comunale, interprete dei sentimenti di tutta la comunità di Collepasso, formula al prestigioso artista Lionello Mandorino i migliori auguri per i suoi 80 anni“.
Nel successivo Consiglio comunale del 20 dicembre, Lionello volle poi ricambiare il gesto di cortesia e affetto e fare pubblico omaggio a sindaco, assessori e consiglieri di una sua preziosa e bellissima litografia (sotto riportata).
Ora Lionello non c’è più. Mi auguro vivamente, però, che la prossima Amministrazione, qualunque essa sia, voglia organizzare un significativo evento in memoria di uno dei suoi più illustri cittadini, che ha dato a Collepasso tanto prestigio e onore. Perché Lionello e la sua arte non moriranno mai!
Ciao, Maestro! Ciao, Lionello!
Pantaleo Gianfreda
Volume “Lionello Mandorino. Cinquant’anni di pittura”
cliccare su
Interventi
Pitture 1
Pitture 2
Post scriptum
Riporto di seguito la bozza di un significativo articolo autobiografico di Mandorino, da lui corretta, che ritrovo nelle carte del mio archivio.
Conosciuto perché vicino di casa di mio nonno, Tramacere Salvatore (lu cabbinista) …
Un vero Salentino
Un vero Uomo
Un vero Artista