Il “narcisismo digitale” e il “linguaggio rancoroso ed ostile” di una deludente sindaca

Il “narcisismo digitale” e il “linguaggio rancoroso ed ostile” di una deludente sindaca

3 Maggio 2022 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Che delusione!

Che delusione questa sindaca!

Doveva portare “pace” e istiga allo scontro… voleva “costruire gentilezza” e sparge insolenze… voleva cambiare la politica e la politica sta cambiando lei in peggio… tutto in soli sette mesi!

La “luna di miele”, sbocciata in quel fatidico e illusorio 4 ottobre 2021 con il grande consenso dei cittadini collepassesi (compreso il mio! … ma quali erano le alternative?!?), rischia di finire anzitempo. Forse è già finita. Probabilmente se ne rende conto anche lei, affannata com’è a “compulsare” ossessivamente facebook in tutte le ore e in tutte le più disparate occasioni (ma se scrive sempre, quando fa la sindaca?!?), nel disperato tentativo di “tenere un filo” almeno virtuale con i cittadini… pardon!… con i suoi “tifosi”.

Eccallà!” lì… “Eccallà!” là… “Eccallà!” sotto… “Eccallà!” sopra… “Eccallà!” a proposito… “Eccallà!” a sproposito… “Eccallà!” conciliante… “Eccallà!” tracotante… “Eccallà!” Putin… “Eccallà!” Zelensky… “Eccallà!” amabile… “Eccallà!” astiosa… “Eccallà!” costruttiva… “Eccallà!” distruttiva… “Eccallà!” tutto… “Eccallà!” niente… grandi slanci e profondi abissi… sempre “facebook-Eccallà!”… tenera, patetica, propositiva, penosa, logorroica… un po’ “quaquaraquà” e un po’ “Qui Quo Qua”, un po’ sindaca e un po’ segretaria (ancora?!?) di partito, cioè “di parte”… tante parole (“al vento”) inverse e contrarie… tutto e il contrario di tutto!

Rimarrà certamente alla storia come prima donna sindaco di Collepasso, ma rischia di rimanerci anche come la “sindaca-Eccallà!”.

Si potrebbe dire (“iniuria absit verbis”) che il personaggio rappresenti un esempio di ossimori e bipolarità applicati alla politica “paisana”, che tenta di “tenere assieme” fascisti e comunisti, cinici e idealisti, pargoletti sognatori e scafati profittatori, vecchi marpioni che ne solleticano l’immenso Ego, il nuovo (che non si vede) e il vecchio (che ri-avanza), “uccellini” pigolanti e “uccellacci” gracchianti… “tutti insieme appassionatamente”, in attesa che il “vento” cambi, attorno alla “Cara Laura”, che “corre”, giuliva e festosa, verso il precipizio… e non se ne accorge!

Un personaggio, “addentro” alle segrete cose politiche e amministrative collepassesi, mi diceva l’altro giorno sconfortato: “Se continuano così, questi dureranno ancora solo pochi mesi”.

Non lasciatevi abbagliare dalle apparenze e dai formalismi piccolo-borghesi e tipici dei parvenus di ogni specie che nascondono “la polvere sotto il tappeto” e i “guai” nel ristretto cerchio familiare, che ci tengono ad “apparire” quello che non sono (quasi alla stregua di “vizi privati, pubbliche virtù”), che riescono a dissimulare i tanti malumori interni con esternazioni così false e affettate (e, perdonatemi!, ci sono in quell’ambiente “donne pubbliche” che sono “magistrali” in questo!) che solo i ciechi non riescono a vedere.

Eh, sì… perché una cosa è chiara di questi primi sette mesi della sindaca Manta, assurta imprevedibilmente, “a sua insaputa” e per altrui demeriti e latitanze, agli onori di una carica cui non era ancora pronta e preparata: per la “Cara Laura” non esistono “cittadini” (benché sia assai “cara” a tutti i cittadini – amici e avversari – e alle casse comunali, che le passano uno “stipendio” mensile di 2.500 euro). Esistono solo “tifosi”. O si è con lei o si è contro di lei. Conciliante e disponibile con i “tifosi”. Vendicativa e aspra con gli altri. Comprensiva e malleabile con chi la “incensa”. Intollerante e ottusa con chi non porta il “cervello” al suo “ammasso”.  Non ci sono “vie di mezzo”. Al più, un’oscura e ambigua “terra di mezzo”, in cui scorrazzano e decidono i suoi “tutori”, diventati “leggenda metropolitana” e oggetto di sarcasmi.

Il concetto etico e politico di “cittadino”, da rispettare ed ascoltare sempre e comunque, sembra estraneo alla formazione di questa ragazza, “laureatasi” sindaca senza aver sostenuto alcun esame, che fortunate “contingenze” e “congiunzioni” hanno miracolosamente fatto assurgere “agli onori degli altari”.

Una delle tante “leggende metropolitane” (nelle quali c’è sempre un briciolo di verità), ormai createsi attorno al soggetto, racconta di una sindaca “facebook-compulsiva-ossessiva” che misura il consenso tra i cittadini dal numero dei “mi piace” sui suoi post (o commenti e polemiche) facebook e redarguisce aspramente qualcuno dei suoi “otto apostoli” che non la “likkano”… sarà vero?!? Certamente è verosimile in soggetti accecati da “narcisismo” e “filautìa”.

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In particolare, da una nuova forma di patologia della moderna era della comunicazione: il “narcisismo digitale”. Definito dagli studiosi come “patologia legata all’esternazione di un’immagine grandiosa di sé accompagnata dalla noncuranza per il prossimo, scarsa empatia nei confronti dei messaggi altrui, arroganza e senso di superiorità e richiesta di ammirazione da parte di chi osserva”.

Una patologia, appunto, di cui arroganza, supponenza, alterigia e “delirio di onnipotenza” sono naturali derivati.

Tento, ancora una volta – “si licet”, my dear Queen Laurel! -, di raccogliere ed esprimere un certo disagio e un sempre più diffuso sentimento di delusione e insofferenza da parte di tanti cittadini, al momento i più attenti e avvertiti, sull’involuzione politica e amministrativa di questa sindaca, dopo le speranze e le illusioni del 4 ottobre.

Confesso, dopo un suo “celebre” post del 23 aprile in cui mi chiamava in causa, in seguito alla pubblicazione dell’articolo “Casa di don Marco: stop alla demolizione per carenze nella pratica edilizia e ambiguità dell’Amministrazione comunale”, di essere stato combattuto tra l’istintiva e subitanea voglia di risponderle in modo ironico e satirico (il “soggetto” rappresenta indubbiamente un buon “oggetto”) e una più attenta e razionale riflessione su quanto sta avvenendo nella vita politica di Collepasso.

Ho scelto questa seconda opzione, come in questi giorni mi hanno consigliato i miei “ulivi infanti” che curo con dedizione e mi hanno ricordato il famoso adagio contadino… “Torci vinchiareddhru quandu è tennareddhru!”. È quello che dovrebbero fare tutti coloro, almeno i più saggi, che vogliono bene, nonostante tutto, a questi giovani amministratori… coacervo sì di ossimori e inesperienza, ma anche di buona volontà (acclarata in alcuni, un po’ più fumosa in altri), che il “timoniere” inesperto e un po’ pazzerello rischia di portare “al macello”.

Per la verità, siamo in tanti ad essere preoccupati “per la piega” che stanno prendendo questa sindaca e questi amministratori, cui il voto del 4 ottobre ha offerto un’immensa e rigogliosa “prateria”, su cui potrebbero “galoppare” come giovani puledri. Invece, hanno scelto, guidati dal “capobranco”, di rinchiudersi nel piccolo “recinto” che si sono “ritagliato” nella grande “prateria”, dove, nell’angusto spazio in cui si sono ristretti, sono costretti a “scalciare” a destra e a manca e lanciare solo “nitriti” (virtuali, naturalmente!) per farci avvertire della loro presenza.

Rompete e uscite fuori da quel recinto, se volete crescere e misuratevi sulle cose concrete e nel rapporto/costante e reale (non virtuale) con i cittadini! Siete ancora in tempo (non so sino a quando) per nutrirvi e crescere nell’immensa “prateria” che i cittadini e le cittadine di Collepasso hanno voluto offrire in quel fatidico 4 ottobre.

A che pro le “schermaglie” facebook da “narcisisti digitali”, che lasciano il tempo che trovano (come altri, finalmente, hanno tentato di far capire alla sindaca) e che servono solo a “gettare benzina” sul fuoco e far divampare incendi continui e talora indomabili?

Davvero i cittadini, che sempre più mi incoraggiano a informare e scrivere, pensano che da una parte ci siano “narrazione distorta” e “informazioni sbagliate” (che, secondo la “Cara Laura”, darei io ed altri) e, dall’altra, un “Premio Pulitzer” dell’informazione, quale tal Laura “Fallaci” (e fallace) “te Culupazzu”, che sente il dovere e la vocazione ad “informare i cittadini correttamente” e dare “buona informazione”?!?

“Chi” decide e “come” cosa sia e non sia “buona informazione”?!? L’informazione non dovrebbe avere aggettivazioni. O è “buona” solo quando parla bene dell’intoccabile e “Somma” Laura? In quale sede di partito o corso universitario la ragazzina ha assimilato questo sommo scempio del concetto di democrazia, che dimostra quanto sia fondata la definizione accademica di “narcisismo digitale”?!? O non capisce, almeno ora che è sindaca, che democrazia è anche libertà e pluralità di espressione e opinione? Poteva essere compatita e perdonata ieri quando era solo segretaria di partito, ma certamente non nel ruolo pubblico che oggi riveste e che la obbliga, volente o nolente (altrimenti dovrebbe “andare a casa”), ad essere la “sindaca di tutti” i collepassesi. Amici e avversari. Cortigiani e critici. E non certamente “di parte”, come continua ad essere. E cosa ci può essere più “di parte” di una sindaca che non ha nemmeno sentito il dovere, dopo la sua elezione, di dimettersi da segretaria di un partito?!? Il sostantivo “partito” non deriva forse da “parte”, dall’“essere”, cioè dall’appartenere, solo ad una “parte”?!? Possibile che quel partito si sia così inaridito sotto la direzione Manta da non avere un’altra persona in grado di rivestire la carica di segretario/a?!?

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La critica, il confronto, l’informazione, la polemica sono il “sale” della democrazia, la “malta” che costruisce e “assembla” nuove costruzioni, il “lievito” che fa maturare il pane di cui si nutre la vita di ogni democrazia.

Se non si apprende e non si capisce l’abc, poi succede di assistere ad esternazioni di puro “narcisismo”, che non depongono bene per una sindaca che ha sempre “predicato” di volere una politica diversa e meno rissosa… ed è lei stessa rissosa.

Rivendica “rispetto”, ma poi in concreto non ha alcun “rispetto” per chi “osa” criticarla e si lancia in “catilinarie” da subburra che non fanno onore, oltre alla carica, nemmeno alla sua professione (a proposito, dove sta scritto che un avvocato abbia sempre ragione, come pensano alcuni… “la Laura è avvocatu e sape”, ho sentito dire, costringendomi ad una naturale e sonora risata!).

Per la verità, il soggetto dimostra di non avere “rispetto” nemmeno per i suoi stessi colleghi di amministrazione. Potrei raccontare tante “perle”. Ne basta una. Avete mai assistito, anche tramite streaming, ad un Consiglio comunale? Avete notato mai qualche anomalia? Mi limito ad una, “continuata ed aggravata”, come direbbe Azzeccagarbugli, l’avvocato dei “Bravi” manzoniani.

Sapete che il Consiglio comunale ha una sua presidente. Una figura istituzionale prevista dallo Statuto che, oltre a presiedere e condurre le sedute consiliari, ha il diritto, come Autorità, di fregiarsi della fascia (come il sindaco) in tutte le manifestazioni pubbliche.

Ebbene, guardate le sottostanti foto, uguali in tutti i Consigli comunali che si sono sinora svolti.

Sopra: 1° Consiglio comunale; sotto: ultimo Consiglio (nel cerchietto rosso la sindaca, nel bianco la presidente)

Chi c’è al centro?!? Dovrebbe esserci doverosamente e istituzionalmente la presidente Malorgio, che presiede i lavori. Invece, no! C’è lei, la sindaca Manta! A lato, la presidente, nel posto che dovrebbe, invece, occupare lei.

Una questione di “forma” non rispettata che “la dice lunga” su chi dice di essere “fiera” del suo “formalismo”, che, come lei stessa scrive, “altro non è che rispetto, espresso  nei toni e nei contenuti, verso tutti i cittadini”.

… come il “rispetto” istituzionale e personale che dovrebbe esprimere verso la Presidente del Consiglio?!?

Questa sindaca dovrebbe cambiare cognome… da “Manta” a “Mantide”. Come la “mantide religiosa”. Un insetto implacabile e dalle terribili abitudini, nota non solo come spietata predatrice, ma soprattutto perché “si mangia” persino il suo partner dopo l’accoppiamento.

E se non nutre “rispetto” verso i suoi stessi “compagni di viaggio”, come posso pretendere che abbia un doveroso “rispetto” verso la mia persona? Non me ne dolgo, perché ho imparato a compatirla.

Ad esempio, quel “rispetto espresso nei toni…” usati nel celebre post “Eccallà!” del 23 aprile, che mi spingerebbe a scrivere anch’io… “Eccalla’! E che non lo sapevo io  che alla fine… la colpa di chi è? Di Pantaleo Gianfreda, naturalmente!”.

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Mi piacerebbe ribattere in toto alle sue “osservazioni” così “cortesi e gentili”, ma sarebbe troppo lungo. Mi impegno di farlo in un’altra occasione e pubblicamente. Forse in un prossimo comizio che mi piacerebbe tenere in piazza, al fine, come mi suggeriscono i miei “ulivi infanti”, di interpretare, nella giusta e odierna dimensione di bonus pater familias, l’antico aforisma contadino… “Torci vinchiareddhru quandu è tennareddhru”!

Collepasso – scrive – è stata per tanto tempo ostaggio di un linguaggio rancoroso ed ostile” (di altri, naturalmente… ma il suo non è anche un linguaggio “rancoroso ed ostile“?!?)… e poi giù con un “florilegio” di parole “gentili, garbate, cortesi”.

Sorvolo su “pochezza”, “indecenza” ed altro di peggio di cui accusa spesso in quello ed in altri post una “farfallina” per lei fastidiosa, con la quale scambiano ripetutamente “paroline dolci” da “asilo Mariuccia”, più o meno come quelle giornaliere tra il russo Putin e l’ucraino Zelensky (“Hai colpa tu!”/”No, è colpa tua!”) e mi limito alla mia “razione”.

Ad esempio, “queste fesserie non possono essere raccontate ai cittadini”…. “sottile e “sostanziale” linea di confine tra ciò che è menzogna e ciò che è verità” (nel mio articolo quale sarebbe, di grazia, la “menzogna”, che potrebbe essere una grave accusa da codice penale… non lo sa questo un’“advocata peccatorum”, che avrebbe il dovere di denunciarmi se scrivo “menzogne” e perché non lo fa?!?)… “tu che sai e puoi tutto” (bontà tua, signora “Eccallà!”)… “seminare macerie” (io, naturalmente, ma ne racconterò pubblicamente di tante!)… “che fesserie sono queste… queste fesserie non possono essere raccontate” (nel merito, quali?!?)… “continuate pure con i vostri sproloqui”, “becere questioni politiche”, ecc. ecc.

Insomma un linguaggio gentilissimo, da vera “gentildonna” di antico e nobile casato cavalleresco e di cultura dantesca che pare riecheggiare il “tanto gentile e tanto onesta pare…”, che conclude, come sempre, con il solito refrain… “purtroppo questo è ancora il livello della discussione politica a Collepasso che nel mio piccolo sto cercando,  e cercherò con tutto il mio impegno,  di frenare e di modificare”… come?!? … “alla Putin” … “alla Zelensky” o “alla Putin/Zelensky”?!?

Fanne la brava, piccinna mea… e lassa stare lu Pantaleu… ca’ ‘ncora tocca crisci e tocca ‘mpari!”, ti direbbe la Esterina!

Ascoltala, cresci e fai crescere, se sei capace, “Cara Laura”, con il tuo e il contributo di tutte le persone “di buona volontà”, l’intera comunità, che sa “scernere il grano dal loglio” e non ha certo bisogno di assistere quotidianamente a logorroiche lotte feisbucchiane tra “caddhri, caddhruzzi e caddhrine”, che non portano da nessuna parte se non al macello, come i “polli di Renzo”!

Lascia fare agli altri il loro ruolo di opposizione, di critica legittima o, nel mio caso, di informazione (che pur ti è stato utile quando al governo comunale c’erano “altri” e ti ha aiutato anche a farti vincere il 4 ottobre).

Personalmente continuerò ad esprimere liberamente il mio pensiero e a fare informazione, anche critica se necessario (i tanti attestati di stima e apprezzamento sui miei articoli valgono più di “scomuniche-baby”).

Ognuno svolga bene, come ho scritto, il proprio compito: chi ha scelto di informare, informi; chi ha scelto di amministrare, amministri! Sapendo che l’informazione è fondamentale nella democrazia.

Ho scelto, infatti, questa giornata per scrivere e pubblicare l’articolo perché ricorre la “Giornata mondiale della Libertà di stampa” e, come ha detto oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “la libertà di stampa, insieme alla libertà di essere informati, è il termometro della salute democratica di un Paese” (“e del nostro piccolo paese”, mi permetto di aggiungere).

Pantaleo Gianfreda


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