La “foto del giorno”: storia di un bambino del 2009 e di un albero “‘ncornulatu, scornulatu, scurnatu e ‘ncapuzzatu”
12 Maggio 2022Dietro questa foto di un “cespuglio” di “albero” di carrubo, inviatami da una madre di famiglia, c’è una storia che vale la pena raccontare.
La storia di un bambino nato nel 2009, dei suoi genitori, di due amministrazioni e di un albero “‘ncornulatu, scornulatu, scurnatu e ‘ncapuzzatu”!
Il fatto è in sé emblematico, pur nel suo apparentemente piccolo microcosmo, ed è sintomatico di come certa politica spesso (anzi, quasi sempre) “predichi bene e razzoli male”… “si riempia la bocca” di “ambiente”, di “educare i ragazzi al rispetto dell’ambiente”, di “sensibilizzare al rispetto verso la Natura”, di “riempire il paese di verde”, di amore e rispetto verso i bambini (così spesso spocchiosamente, strumentalmente e vergognosamente “ostentati” su facebook contra legem), organizzi persino iniziative e manifestazioni ambientali o in favore dell’infanzia, che durano il tempo di un “fiat” e di una foto su facebook… ecc. ecc…. ma poi in realtà agisca in modo incoerente e contrario.
Novembre 2010: l’allora Amministrazione comunale, in cui ero presente come assessore (tra l’altro, alla “Partecipazione”), organizza una bella e partecipata iniziativa in occasione della Festa dell’Albero, che coinvolge tutte le scuole del Comprensivo (nell’anno “unico e magico” in cui fu Dirigente scolastica l’indimenticabile e fantastica Filomena Giannelli), conclusasi presso il Parco del Castello Baronale con la piantumazione di alberelli per i nati del 2009, nel rispetto della legge che prevede l’obbligo di piantare “Un albero per ogni neonato”.
Ho ritrovato tante foto di quella giornata nel mio “debordante” archivio fotografico e nella cronaca di questo blog (cliccare su “Un Albero per ogni neonato”: un piccolo, significativo episodio…).
La successiva Amministrazione Menozzi, sin da subito impegnata ad occultare o distruggere ogni “traccia” della precedente (dalla Bandiera della Pace subito rimossa dal balcone municipale, al Centro diurno Anziani già pronto e mai aperto, al Piano Urbanistico Generale “in dirittura d’arrivo” lasciato marcire per dieci anni in un cassetto, ecc, ecc.), non è da meno in questa vicenda apparentemente secondaria (ma significativa).
Anche quegli alberelli vengono rimossi dall’Amministrazione “vandala” per far posto all’attuale Parco giochi… chi impediva di insediare i giochi nell’ampio spazio retrostante, posto sul lato est del Palazzo baronale e lasciare crescere quegli alberi?!?… ma quegli “scellerati” amministratori, che si esibivano annualmente in manifestazioni per l’ambiente e nella pulizia del Bosco per uso facebook e degli “allocchi”, così decisero!
Tanti genitori non diedero peso a questa scellerata (sottolineo) decisione amministrativa (anche Menozzi e il fido Felline erano allora “sulla cresta dell’onda”…e si sa, il “popolo bue” si allinea sempre al vincitore di turno, chiunque esso sia, e non osa criticarlo o contrapporsi!). Solo qualcuno osò obiettare.
Tra questi una madre, docente in una Scuola Secondaria, e un padre, “pollice verde” per vocazione e amore per la natura, che, attenti e sensibili, curavano con affetto e dedizione l’alberello del loro bambino… nell’illusione di vederli crescere assieme ed educare il figlio all’amore verso la Natura e la Madre Terra.
Un’“illusione”, appunto… perché i due non avevano fatto i conti con la realtà di una politica amministrativa arida e puramente presenzialista, che “taglia nastri” e indice manifestazioni sull’ambiente apparentemente “significative” ed educative, ma in realtà puramente autocelebrative ed istrioniche, ma poi… “passata le festa gabbato lo santo”!
I due genitori (e pochi altri) chiedono alla coppia Me.Fe. (Menozzi-Felline) che l’alberello, che ricorda la nascita del loro bambino e a lui dedicato, venga ripiantato in altro luogo. Alla fine viene scelta l’area esterna del Parco Castello (e l’iniziale albero di quercia sostituito con uno di carrubo), lungo il marciapiede che costeggia la strada tra Castello e Scuola Primaria.
I due genitori sembrano soddisfatti e continuano a curare il loro “figlio-alberello”… solo che un giorno si accorgono che l’albero è stato “capitozzato” per impedirne la crescita. Protestano con la coppia Me.Fe., che assicura essersi trattato di uno sbaglio. Solo che l’operazione si ripete puntualmente per gli anni successivi… l’albero viene sempre “capitozzato” da “anonimi” e non cresce mai…non solo… ma, lasciati intatti i virgulti che crescono attorno alle radici, il carrubo (che, come si sa, cresce lento, ma produce una superba chioma) viene di fatto “castrato” e ridotto ad un cespuglio!
Ogni puntuale protesta dei genitori non porta ad alcun effetto!
Inutili, infatti, le reiterate rimostranze nei confronti della vecchia coppia Me.Fe., che puntualmente “prendono per i fondelli” i due… inutile, purtroppo, anche recenti sollecitazioni “speranzose” verso la nuova coppia amministrativa, versione femminile della vecchia maschile… la coppia “Ma.Ma.” (Manta-Marra).
Ripetutamente sollecitata, a quanto riferisce l’agguerrita madre, la “Menozzi al femminile”, contattata personalmente e telefonicamente dalla docente, prima sostiene di “non poter far niente”, poi si impegna a “vedere quello che si può fare”… infine, non dà più segni di vita, non risponde alle telefonate e ai messaggi whatsapp della madre, che, alla fine, si pone l’interrogativo: “… ma la sindaca… “ma.ma. o non ma.ma.?” (o meglio “M’ama o non m’ama?”). Capisce che forse non “l’ama” o la snobba o “fa la menozzi” e si rivolge al “fumo negli occhi” della coppia “Ma.Ma.”… questo blog “InfoCollepasso” così vituperato ed osteggiato dalla “cattiva coscienza” del potere imperante (sia esso destro o sinistro) e pur così seguito dal popolo e dai cittadini senza potere, che ad esso si rivolgono “geméntes et flentes in hac lacrimárum valle” (“gementi e piangenti in questa valle di lacrime”)…
… supplicando ora: “Salve, Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva… Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio ‘menozziano’ il frutto benedetto del tuo Senno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria Laura… tutela e proteggi l’umile alberello di un già bambinello!”.
… Amen!
Pantaleo Gianfreda