“Specchio rotto”, carenza di “visione” e di partecipazione: ritardi e limiti dell’Amministrazione nel 2022. Buon 2023!
31 Dicembre 2022L’immagine dello “specchio rotto” viene talora usata come paradigma di una società, di una comunità o di un aggregato sociale frantumati, poco coesi, frammentati, che “girovagano” senza identità ed obiettivi certi e ben definiti, che privilegiano l’“Io” al “Noi”, l’interesse di parte all’interesse generale.
L’immagine viene talora usata anche a livello psicologico per indicare l’incapacità di comprendere noi stessi e chi siamo realmente. Presi da ciò che accade “fuori di noi”, spesso succede che non riusciamo mai a soffermarci più di tanto e riflettere sulla nostra identità. Servono, invece, ricerca interiore, meditazione, confronto con noi stessi per “rimetterci in sesto e riprenderci man mano”.
L’immagine – o, almeno, la diffusa sensazione – di “specchio rotto” è quella che forse meglio potrebbe definire la condotta nel 2022 della “nuova” Amministrazione comunale di Laura Manta, dopo l’effimera “luna di miele” postelettorale dell’ultimo scorcio del 2021.
Ho il dovere di premettere e dare atto che gli attuali amministratori, pur nei loro evidenti limiti politico-amministrativi dovuti ad inesperienza e carenza di cultura amministrativa (e politica), dimostrano a livello individuale buona volontà, “voglia di fare” ed impegno… ma ciò non è sufficiente (anzi, spesso crea maggiori confusione e difficoltà) per saper governare bene anche una piccola comunità come la nostra, soprattutto quando, proprio per carenza di cultura ed esperienza politico-amministrativa, invece di “aprirsi” alla società e al contributo di tutti, ci si chiude e ci si arrocca nel “palazzo” e nel proprio recinto.
La parte più avvertita ed attenta della nostra comunità, infatti, ha già preso atto, da tempo e con rammarico, che lo “specchio” è andato in frantumi… e in quei piccoli o grandi “frammenti” ognuno degli attuali amministratori (assessori e consiglieri che si autoproclamano assessori) si specchia e tenta di trovare il suo spazio di visibilità, protagonismo, gratificazione e, persino, sopravvivenza. Qualcuna continua persino ad indugiare di fronte allo specchio rotto (paradigma anche dei minuscoli e virtuali “frammenti” che segnano i moderni ed effimeri social) e chiedere “ad ogni pie’ sospinto”… “Specchio, specchio delle mie brame (politiche)… chi è la più bella del reame?” (frase che simbolicamente fa trasparire fragilità, paura del confronto e del tempo che passa)… nel disperato ed ossimorico tentativo di essere, al contempo, Grimilde e Biancaneve, esercitare il dominio sul castello e, al contempo, sentirsi gratificata e ben accetta nella casetta dei “sette nani”.
Lo “storytelling” (la “narrazione”) che qualcuno ci propina ancora, seppur con minor efficacia, è quello di “Alice nel Paese delle meraviglie”… ma non c’è alcuna “Alice” né alcun “Paese delle meraviglie”, ma la realtà di un paese un po’ deluso, che non vede ancora tracciato il percorso di un cammino comune e sicuro.
La verità è che lo “specchio”, paradigma di coesione e unitarietà, è andato in frantumi perché mancano una “visione”, un “filo conduttore”, una “strategia”, un progetto vero per Collepasso, una guida – o, almeno, un “nucleo” – forte ed autorevole. Abbiamo, invece, una compagine amministrativa sempre più autoreferenziale, aliena e sorda al confronto, distante dalla realtà sociale e avvitata nella virtualità dei social e dei like… con l’unico e salvifico “vantaggio” di qualche “battitore libero” (che non nomino per non solleticare invidie, gelosie e ritorsioni) che, fuori dalla logica dei “sette nani”, tenta di illuminare in qualche modo con belle iniziative una grigia e anodina compagine amministrativa.
Lo “specchio rotto” è anche paradigma dell’approccio ai problemi della comunità, vista non come un “insieme” unitario cui dare risposte, strategia e prospettive, ma “spicchi” e “specchietti” (spesso “per le allodole”) da soddisfare in modo corporativo, egoistico, incidentale, propagandistico ed elettoralistico.
Non sto qui a fare l’elenco dei tanti cahiers de doléances… basterebbe leggere il pur confuso programma elettorale presentato dall’attuale maggioranza (cliccare su Programma Collepasso impegno comune) per rendersi conto della distonìa tra impegni assunti e azioni concrete, tra proclami di cambiamento e realtà, tra declamazioni di rottura e la fattiva prosecuzione di politiche e scelte dell’epoca menozziana. Non c’è discontinuità né cambiamento, se non apparente. Cambiano le persone, ma le politiche rimangono sostanzialmente identiche… e il malessere avanza e si avverte sempre più!
Potrei scrivere tanto in merito e non escludo di farlo con più assiduità nel nuovo anno. Al momento mi limito solo a due simboliche evidenze rilevate nel corso del 2022.
L’anno che finisce poteva e doveva essere l’anno della definitiva approvazione del nuovo Piano Urbanistico Generale (Pug), da dieci anni già pronto per l’“ultimo miglio” e tenuto chiuso in modo inverecondo nel cassetto da Menozzi nel suo decennio. La vera discontinuità con la precedente Amministrazione doveva essere rappresentata proprio da questo qualificante atto, che ha il compito di progettare e delineare lo sviluppo urbanistico, sociale ed economico della comunità, il “canovaccio” del “paese che vogliamo”, attorno cui chiamare e coinvolgere professionalità, associazioni, esperienze e cittadini ad un confronto ed una sfida di idee e proposte. Attorno cui segnare una vera partecipazione, che dovrebbe essere l’elemento qualificante di un’Amministrazione democratica e popolare. Questa Amministrazione, invece, sempre più asserragliata nella sua turris eburnea, rischia di rappresentare, contro ogni logica e politica di progresso, la “tomba” della partecipazione, principio amministrativo fondamentale. Partecipazione e trasparenza sono diventate, ormai, il vero “tallone d’Achille” di questa Amministrazione in continuità (e talora persino peggio) rispetto alla precedente.
Qualcuno forse ha dimenticato l’invereconda farsa recitata sul Piano urbanistico generale nel corso del 2022 dalla sindaca e dal suo opaco, deludente e inconcludente vicesindaco delegato all’Urbanistica… la grancassa social e lo stonato storytelling esibiti in occasione dell’incontro tra tecnico incaricato e maggioranza del 28 gennaio (un anno fa) e dell’assemblea pubblica in piazza del 23 giugno (sei mesi fa)… tante “parole al vento”, tanti impegni assunti (confronto, partecipazione, trasparenza, bla bla bla, ecc.), tante “chiacchiere e tabacchiere” da parte di sindaca e vicesindaco.
Probabilmente, a 15 mesi dal loro insediamento, costoro non hanno ancora compreso l’importanza dell’approvazione del nuovo strumento urbanistico o, probabilmente, si sentono inadeguati e inadatti ad affrontare un tema così impegnativo e strategico o ancora coprono e covano reconditi pensieri come la precedente Amministrazione. A questo si aggiunga un assessore all’Urbanistica che si dimostra totalmente digiuno di cultura urbanistica, di idee, inventiva, capacità programmatorie… può un simile amministratore continuare a governare un importante e delicato settore come l’Urbanistica anche nel 2023?!?
La seconda questione riguarda la grancassa social fatta per il finanziamento ottenuto dalla Regione per il rifacimento della Scuola materna di via B. Croce: successo o emblema del precoce fallimento e invecchiamento della “nuova” Amministrazione?!?
Dovrei argomentare lungamente per far capire che si tratta solo di un fallimento politico ed amministrativo. Mi limito solo ad alcune battute, con il dovere di premettere e specificare che oggi c’è tanta disponibilità di finanziamenti a favore dei Comuni (Pnrr, Por, ecc.) per grandi e piccoli progetti che “basta chiedere e ti sarà dato”… il problema è sempre quello… per quale “visione” e prospettiva di paese chiedere ed ottenere?!?
Il progetto è di fatto in continuità con la precedente Amministrazione, che, partita per costruire il nuovo Polo scolastico (comprensivo di Scuole Infanzia, Primaria e Secondaria) in quell’angusta area, fu poi costretta dalla Regione a ripiegare sul solo Polo per l’Infanzia. E l’Amministrazione Manta, invece di “pensare in grande” per le future generazioni e accorpare in un progetto di Polo unico scolastico – moderno e fruibile di ogni servizio – la formazione dei nostri ragazzi, ha preferito “seguire” Menozzi nelle sue scellerate gesta, rimanere ferma all’organizzazione scolastica di decenni fa (quando l’istruzione dell’obbligo era divisa, anche come edifici, tra Materna, Elementare e Media) prima che l’introduzione dell’Autonomia scolastica desse unitarietà alle tre diverse fasi di crescita e formazione di bambini e ragazzi e, di conseguenza, ne incentivasse l’accorpamento in nuovi, moderni e più accoglienti strutture scolastiche.
Quel vecchio edificio scolastico poteva diventare sede di un Centro culturale (con l’insediamento anche di una ricca ed attiva biblioteca comunale), sociale, giovanile, associativo o essere trasformato in Centro polifunzionale e “Casa della salute”, ecc. L’Amministrazione Manta, invece di fare scelte coraggiose e innovative, come richiedono i cittadini che l’hanno votata, ha scelto, di fatto, di porsi in continuità con le scelte sbagliate dell’Amministrazione Menozzi.
È questo il “nuovo che avanza” o non è piuttosto “il vecchio che ritorna” e, di questo passo, avrà “facile gioco” nelle prossime elezioni?!?
Un clamoroso campanello d’allarme sono stati i risultati delle elezioni politiche del 25 settembre che ha visto prevalere il centrodestra in maniera netta e fortemente penalizzato il partito della sindaca, di cui è ancora recidiva segretaria, e di 7 su 8 consiglieri di maggioranza. Il Pd, penalizzato alle elezioni, si è visto persino superare da un partito, come il M5S, che conta solo un rappresentante in maggioranza.
“O si cambia o si muore”… forse Laura Manta e i suoi non hanno ancora capito una verità così evidente?!?
Svegliatevi, ragazzi! Il “quaeta non movere” di menozziana memoria ha portato solo danni alla nostra comunità. La cosa strana è che costoro non hanno ancora capito che i cittadini, votandoli, si sono dimostrati molto più avanti e decisi di loro e auspicano un cambiamento profondo e radicale… e non può essere diversamente, perché altrimenti la lenta e lunga agonia di Collepasso, confermata ancora oggi dai dati demografici pubblicati, sarà destinata a proseguire!
Tentare di ricomporre lo “specchio rotto”, mettersi in sintonia con i cittadini, avere una “visione” vera del futuro di Collepasso, confrontarsi realmente con tutti, uscire dal “recinto”, “aprire alla società”, incentivare la partecipazione, essere trasparenti, liberarsi dalle insidie del “vecchio” e guardare avanti con fiducia e determinazione sarà compito primario dell’Amministrazione comunale per l’anno che sta per venire.
Il 2023 sarà decisivo per l’Amministrazione e, soprattutto, per il futuro di Collepasso.
Buon Anno a tutte/i!
Pantaleo Gianfreda
Pantaleo,come sempre ti sei dimostrato ottimo analista della politica collepassese. Comunque avanti sempre.