Trenta anni fa (12-13 dicembre 1992) la storica vittoria di Alleanza Democratica nelle elezioni amministrative

Trenta anni fa (12-13 dicembre 1992) la storica vittoria di Alleanza Democratica nelle elezioni amministrative

13 Dicembre 2022 Off Di Pantaleo Gianfreda
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“Nelle elezioni amministrative del 13-14 dicembre 1992 una formazione civica progressista conquistava per la prima volta l’amministrazione del Comune di Collepasso.

Era la lista di “Alleanza Democratica per Collepasso”.

Sin dall’Autonomia del 1907 il Comune era stato sempre appannaggio delle destre e della Democrazia Cristiana.

Nel periodo prefascista, le destre si spartivano i seggi sia di maggioranza che di minoranza. In quello postfascista, tranne il quinquennio 1951-56 con la rielezione a sindaco dell’ex podestà (ed ex sindaco del periodo prefascista) Carlo Viva, ci fu il lungo ed ininterrotto predominio della D.C., nel corso del quale all’opposizione predominavano le destre.

Le sinistre (P.C.I. e P.S.I.) furono, invece, relegate ad un ruolo marginale, almeno sino alle elezioni del 15 giugno 1975, quando il P.C.I. conquistò ben quattro consiglieri comunali (ne aveva solo uno), iniziando una politica di forte opposizione alla D.C., e il P.S.I. ne ottenne due.

La vittoria di Alleanza Democratica e la sconfitta della Democrazia Cristiana furono, nel dicembre 1992, un evento di portata storica e l’approdo di processi politici e sociali nazionali e locali.

A livello nazionale era esploso lo scandalo di Tangentopoli, che segnò la fine del pentapartito e dei vecchi e tradizionali partiti politici coinvolti negli scandali, in primo luogo D.C. e P.S.I.

A livello locale la quarantennale gestione D.C., che solo due anni prima aveva conseguito la maggioranza assoluta nelle elezioni del 6-7 maggio 1990 (12 consiglieri su 20), volgeva ormai al termine. Essa si era dimostrata incapace di gestire i tempi diversi che avanzavano e, soprattutto, di far fronte con rigore ed efficacia ad alcune tormentate ed inquietanti vicende.

Nel 1990 la D.C. era riuscita ad eleggere Giunta e Sindaco solo tre mesi dopo le elezioni, nel Consiglio del 3 agosto. Furono eletti sindaco il geom. Luigi Longo, che aveva già rivestito tale carica nel periodo 1975-1978, e per la Giunta gli assessori Giuseppe Marzano, Domenico Sindaco, Giuseppe Malerba, Carlo Marra, Giovanni Filieri e Silvia Antonaci.

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L’Amministrazione fu poi dilaniata e travolta da divisioni interne e, soprattutto, dalle denunce fatte nel giugno 1991 dalla Commissione Parlamentare Antimafia, che aveva “attenzionato” Collepasso come “Comune a rischio” e paventato la possibilità di scioglimento del Consiglio comunale insieme a quello di altri quattro Comuni (Gallipoli, Monteroni, Surbo e Taurisano) per collusioni con la malavita. Le sospette collusioni affondavano, in verità, le loro radici soprattutto nel periodo della precedente Amministrazione del sindaco Silvano Errico (1985-90)”.

La notizia della cattura a Collepasso del superlatitante della Sacra Corona Unita Salvatore Buccarella (“La Gazzetta del Mezzogiorno”, 24.6.1991)

Quanto sopra riportato rappresenta l’incipit del capitolo “I terribili anni ’80-’90 e le Amministrazioni di Alleanza Democratica”, riportato nel mio libro “Storie di luoghi e di comunità” (pagg. 143-206), pubblicato e presentato nel settembre 2019 in occasione della Festa della Madonna delle Grazie, in cui descrivo e documento storicamente i fatti dei “terribili anni” che precedettero le elezioni “della svolta” del 12-13 dicembre 1992, le attese, le realizzazioni, le alterne vicende e poi le delusioni e il fallimento di quella storica vittoria.

Ho voluto, in calce all’articolo, riportare integralmente quel capitolo, che tutti, soprattutto le nuove generazioni e le nuove classi dirigenti, dovrebbero leggere o rileggere per capire momenti e fatti importanti della storia di Collepasso.

Rimando, pertanto, alla sua integrale lettura e mi limito a stralciarne solo alcuni passi: i risultati di quelle storiche elezioni e la “conclusione” finale.

“Nelle elezioni del 13-14 dicembre votarono 4607 cittadini (voti validi 4380, schede bianche 71, schede nulle 156).

Alleanza Democratica riportò un grande successo e conseguì ben 2152 voti (49,14%). La Democrazia Cristiana ottenne 1519 voti (34,69%), perdendo quasi 20 punti rispetto al 1990. Il Movimento Sociale Italiano, che aveva come capolista Domenico Manta, 513 (11,72%).

Irrilevante il risultato delle altre tre liste: Rifondazione Comunista (capolista Gaetano Paglialonga) 71 voti (1,64%); Partito Repubblicano Italiano (capolista Giorgio Scarlino) 104 (2,38%); persino la Lega Nord presentò una lista (composta da forestieri con capolista tal Nerio Antonini) ed ottenne 21 voti (0,48%).

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Si votava con il sistema proporzionale e si potevano esprimere preferenze multiple (massimo quattro). Alleanza Democratica ottenne la maggioranza assoluta con 11 eletti su 20: Leonardo Malorgio ebbe 937 preferenze, Pantaleo Gianfreda 858, Vito Perrone 586, Mario Paglialonga 572, Antonio Emanuele 403, Oronzo Gianfreda 390, Vittorio Errico 390, Alfredo Gianfreda 384, Tommaso De Simone 363, Antonio Colazzo 358, Luigi Mazzotta 331 (1° dei non eletti Giuseppe Ria con 286 preferenze, cui seguiva il consigliere socialista uscente Franco Giustizieri con 267).

Per la Democrazia Cristiana vennero eletti 7 consiglieri: Luigi Meli con 407 preferenze, Giuseppe Perrone 341, Assunta Monte 330, Vincenzo Ria 290, Maria Rosa Grasso 278, Massimo Sabato 271, Fernando Montagna 241 (1° dei non eletti Vitantonio Costa 232).

Per il Movimento Sociale Italiano furono eletti Domenico Manta con 282 preferenze e Antonio Rocco Sindaco con 196 (prima dei non eletti Lucia Patrizia Curto con 148).

Le altre liste non ebbero alcun seggio (per il Partito Repubblicano Italiano il capolista Giorgio Scarlino ottenne 86 voti sui 104 dell’intera lista)”.

La storica assemblea contro la criminalità del 13.2.1993.
Da sin.: Antonio Malerba (Comandante Vigili), il sindaco Leonardo Malorgio, Rosa Stanisci (sindaca di san Vito dei Normanni, poi senatrice), il vicesindaco Pantaleo Gianfreda, l’on. Antonio Bargone, Francesco Mandoi (Giudice antimafia della Procura di Lecce).
Sotto: interventi dei cittadini e articoli dei giornali su quell’assemblea (Quotidiano di Lecce del 25.2.1993 e Gazzetta del 16.3.1993)

Le successive e complesse vicende politiche e amministrative sono minuziosamente descritte e abbondantemente documentate nel sottostante capitolo, che allego a fine articolo e invito a leggere, in cui così concludevo:

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“Pur essendone stato uno dei principali protagonisti, mi sono sforzato con questo lavoro di “storicizzare” eventi e contesti perché i cittadini, soprattutto i giovani, conoscano le vicende positive e negative che hanno interessato Collepasso (e il Salento) nei “terribili anni” ’80-‘90.

Alleanza Democratica, che tante attese e speranze aveva suscitato nei suoi albori ed ha avuto il grande merito storico di contrastare e fermare la criminalità che stava avviluppando il paese, è stata la più grande “occasione mancata” per la comunità di Collepasso, che aveva espresso una forte volontà di riscatto e cambiamento. Si frantumò sugli scogli di personalismi, familismi, pettegolezzi, invidie, rivalità, incoerenze, piccoli interessi, che sono “pane quotidiano” di una politica meschina, nutrimento e vita per piccoli politicanti che si agitano come “lillipuziani” che si credono giganti.

Il “Quotidiano di Lecce” (9.6.1993) in merito ad alcuni episodi che segnarono il clima di quegli anni

È indubbio che la Democrazia Cristiana, oltre ai tanti errori, abbia avuto grandi meriti e valenti esponenti nazionali nel corso della sua storia.

Per tutti, il trentino Alcide De Gasperi ed il pugliese Aldo Moro. In quegli anni ’80-‘90, però, soprattutto dopo il rapimento e l’assassinio di Moro nel marzo-maggio 1978, il ruolo storico e politico della Dc era ormai in fase di esaurimento, travolta da degenerazioni, collusioni e corruzioni che ne decretarono la scomparsa.

Anche a Collepasso la funzione della Democrazia Cristiana si era esaurita e i cittadini si rivolsero con fiducia e speranza nel dicembre 1992 a nuovi protagonisti, che fallirono dopo un avvio esaltante.

Questo fallimento ha ridato la possibilità a “figli e nipotini” di quel partito, persino ad alcuni degli stessi protagonisti che negli anni ’80-’90 avevano gettato il paese nell’ignominia, di “restaurare” saldamente il loro potere sotto altre vesti con le elezioni del 1998 e, dopo la parentesi amministrativa 2006-11, di conservarlo ancora oggi.

Mi chiedo se ognuno di noi saprà mai trarre insegnamenti proficui dalle piccole e grandi vicende storiche che attraversano il tempo e che noi adulti abbiamo il dovere di testimoniare e consegnare, con luci ed ombre, alle giovani generazioni perché acquisiscano “memoria storica” e sappiano evitare gli errori del passato, illuminare il presente e costruire un futuro migliore.

Perché “la Storia in verità è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, messaggera dell’antichità” (Cicerone)”.

Pantaleo Gianfreda

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I terribili anno 80-90 e le Amministrazioni di Alleanza Democratica (1992-1998)


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