“Una giornata particolare” con Tognolini e “Marenostro. Naufraghi senza volto”

“Una giornata particolare” con Tognolini e “Marenostro. Naufraghi senza volto”

26 Dicembre 2022 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Sebbene siano ormai trascorsi sette giorni, è doveroso riportare, seppur brevemente, la cronaca di “una giornata particolare”, quella del 19 dicembre, che ha visto la presenza a Collepasso, in mattinata, di Bruno Tognolini e, in serata, l’evento socio-culturale per la presentazione di un libro sui temi dell’immigrazione.

Una giornata particolare”, come il titolo di un vecchio film, bello e significativo, di Ettore Scola con la Loren e Mastroianni. Come bella e significativa è stata la “giornata particolare” del 19 dicembre con i due eventi.

Nel corso della mattinata, l’incontro, presso l’Auditorium della Scuola Primaria, dell’immenso “poeta dei bambini e dei loro adulti” Bruno Tognolini con alunni e alunne delle classi III, IV e V della Scuola Primaria, docenti e famiglie; in serata, l’evento socio-culturale per la presentazione del libro di Maurizio Moscara, “Marenostro. Naufraghi senza volto”.

La Dirigente scolastica Maria Francesca Conte, nel presentare Tognolini ai ragazzi, ha parlato di “evento speciale”. E l’emozione e l’orgoglio per la presenza di così illustre personaggio trasparivano anche dai saluti e dai brevi interventi introduttivi della sindaca Laura Manta, dell’assessora alla Cultura e Pubblica Istruzione Eliana Vantaggiato, dell’assessora-baby alla Cultura Chiara Colaci.

Tognolini presentato dalla Dirigente scolastica Conte, dalla sindaca Manta, dall’assessora Vantaggiato e dall’assessora-baby Colaci. Sotto: Tognolini con i ragazzi

E tale è stato… un “evento speciale” per tutti i presenti, soprattutto per i ragazzi e le ragazze che incontrano e leggono le poesie e le filastrocche del mitico Tognolini nella quotidiana didattica scolastica. Rimarrà certamente nella loro memoria l’emozione di aver incontrato questo “profeta” buono e dallo “sguardo lungo”, un “folletto” della rima, ascoltato “dal vivo” le sue filastrocche, i suoi insegnamenti, il valore della rima (“Fare rima significa stare bene insieme”), il significato profondo della poesia (“Le poesie non curano il corpo, curano l’anima e l’anima cura il corpo e ci si sente meglio”) declamata da Tognolini con la semplicità tipica dei grandi uomini, soprattutto di quelli che amano i piccoli (“… ma io, come vedete, sono piccolo”, ha detto di sé ironicamente).

Tutti soddisfatti ed emozionati alla fine delle due ore con Tognolini… bambine e bambini, docenti, amministratori e genitori (questi ultimi, pochi, per la verità… quanto sarebbe stata utile e necessaria una loro più massiccia presenza!).

In serata, presso l’Auditorium della Chiesa “Cristo Re”, si è poi tenuto l’evento per la presentazione di “Marenostro. Naufraghi senza volto”, scritto da Maurizio Moscara.

Intervento di Maurizio Moscara

Maurizio è figlio di collepassesi e da anni risiede a Bari. Ha lavorato e lavora, dopo iniziali esperienze lavorative nel Nord Italia, come Segretario comunale in importanti Enti locali baresi e pugliesi. Maurizio, però, non è solo un pubblico dipendente. Da decenni è impegnato attivamente nel sociale (è responsabile di un’importante ed attiva organizzazione di volontariato) su temi come l’accoglienza dei migranti, l’educazione alla pace, alla legalità e alla cittadinanza attiva. A contatto con alcune significative realtà di immigrazione e integrazione, ha maturato sensibilità ed esperienze che lo hanno portato a pubblicare un libro che “dà voce” ai tanti naufraghi inabissatisi nel Mediterraneo mentre fuggivano da guerre, violenze, miseria. Storie vere di giovani madri, bambini, uomini che “non ce l’hanno fatta” a raggiungere l’agognata Europa.

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L’incontro si è aperto al ritmo delle percussioni africane di un gruppo etnico-musicale composto dal senegalese Patrick Marende, da altri due suoi amici che da anni risiedono in Italia e da un piccolo “apprendista”, Ismaele, 6 anni, un simpatico bambino figlio dell’amore e dell’integrazione afro-italiani. Al ritmo dei loro tamburi, il gruppo ha accompagnato e intervallato con musiche i diversi interventi e momenti della serata.

I “3+1” percuotevano leggermente i loro tamburi, a mo’ di sottofondo, quando la bravissima Vita Ria ha introdotto gli interventi con una significativa lettura di un passo del libro (“Marenostro, ascolta ti prego, questa notte porta pazienza, c’è una barca in mezzo alle onde, è una barca che porta speranza….”) ed ha poi chiuso l’incontro con un’altra significativa lettura finale (“Ascolta. Siamo le voci di sotto. Siamo le voci di dentro. Fermati e ascolta. Ascoltateci… Siamo quelli che alzano la mano prima di andare giù. Che urlano il proprio nome e poi non tornano più su…”).

Vita Ria legge brani del libro

Molto bello e profondo, poi, l’intervento dell’assessora comunale alla Cultura Eliana Vantaggiato, che, oltre al saluto dell’Amministrazione comunale, ha voluto dare un significativo contributo di riflessione sui temi dell’incontro, sulla nostra società “in cui domina la cultura del nemico”, sulla cultura che “dovrebbe essere quella condizione in cui rispettiamo gli altri” e che, costruita dalla storia della civiltà greco-cristiana “su epigoni quali amore e fratellanza”, sembra oggi “completamente recitata ma non vissuta”. Parole, riflessioni ed interrogativi che hanno scosso i presenti e fatto apprezzare l’importante e significativo ruolo di stimolo e novità culturali svolto da questa donna attiva e intelligente all’interno dell’attuale Amministrazione.

Intervento dell’assessora Eliana Vantaggiato

Subito dopo le brevi e significative letture della giovane senegalese Sofietou Ndiaye, alunna della nostra Scuola Primaria (“A Samir, giovane egiziano… A George, ragazzo liberiano… A Yasir, meraviglioso ometto siriano di sei anni… A te, ragazzo quattordicenne del Mali, ritrovato con quella pagella che avevi orgogliosamente cucito addosso…..”), e della neosindaca dei Ragazzi Elena Comingio (“… perciò, chiunque diventerà piccolo come questo bambino sarà il più grande nel Regno dei Cieli… e chi accoglie anche uno solo di questi bambini accoglie me….”).

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Le letture di Sofietou Ndiaye e (sotto) della sindaca baby Elena Comingio

È stata la volta, poi e “da par suo”, dell’autore, Maurizio Moscara. Il suo intervento – tranquillo, ragionato, crudo, profondo – meriterebbe di essere integralmente trascritto e riflettuto.

A tal proposito, la diretta dell’evento può essere riascoltata su facebook sulla mia pagina e su quelle di InfoCollepasso (cliccare su video) e le quasi 2.700 visualizzazioni sinora rilevate dimostrano non solo il successo dell’iniziativa, ma anche il forte interesse verso queste tematiche. Maurizio ha ricordato che quelle riportate “sono storie vere, registrazioni di messaggi trovati sul fondo del mare, voci che dovrebbero costituire per noi pietre d’inciampo” e il libro “racconta queste tragedie e le responsabilità che abbiamo avuto come società occidentali” e fa “l’analisi del fenomeno e di come questo viene gestito e non governato”. Un libro che “è dalla parte degli ultimi”, dalla parte di quei 23mila profughi (dato ufficiale e assai approssimativo) che giacciono sul fondo del Mediterraneo. Maurizio si è poi soffermato sul tema dell’accoglienza e delle attività svolte dalle associazioni di volontariato.

Nel successivo intervento, il parroco don Antonio Tondi ha sottolineato l’impegno della Chiesa sui temi dell’accoglienza attraverso tre figure di sacerdoti: don Pippi Colavero, oggi defunto e fondatore di “Agimi”, in prima linea nell’accoglienza nella diocesi di Otranto; il grande don Tonino Bello, oggi proclamato Venerabile dalla Chiesa, il “prete dell’accoglienza e dei poveri” per antonomasia; don Geremia Acri, responsabile della casa accoglienza “Santa Maria Goretti” di Andria. Infine, ma certamente non ultimo, Papa Francesco, “che ci sorprende sempre con i suoi gesti, con le sue lacrime contro la guerra, con le lacrime che nel segreto certamente verserà per i tanti migranti e poveri del mondo”.

Intervento di don Antonio Tondi

Ha portato poi la sua testimonianza Ousman Mbaye, un mite e laborioso senegalese residente a Collepasso, che ha parlato del suocero Dieng El Hadji, il 69enne morto per infarto in piazza Dante il 6 ottobre u.s., le cui spoglie sono state trasportate in Senegal per i funerali (ne approfitto per rendere noto che sta per partire una sottoscrizione per contribuire alle notevoli spese di trasporto e che domenica 1° gennaio, come ha già comunicato don Antonio Tondi, tutte le offerte delle messe della giornata saranno devolute a questo scopo).

Intervento di Ousman Mbaye

Ultimo e significativo intervento quello di P. Gian Battista Moroni, Superiore dei Missionari Comboniani della Comunità di Cavallino-Lecce, che non ha smentito il ruolo di “avanguardia” esercitato dai Comboniani sulle tematiche dell’accoglienza e della denuncia delle gravi responsabilità dell’Occidente verso l’Africa. P. Moroni è il successore dell’indimenticabile e amatissimo P. Gianni Capaccioni, scomparso il 13 aprile scorso, che “ha lasciato una lunga traccia nel Salento” e al quale anch’io ero molto affezionato. Sia io che il Padre missionario abbiamo voluto ricordare e rendere pubblico omaggio a P. Gianni.

Intervento di P. Gian Battista Moroni

Nel suo intervento P. Gian Battista ha sottolineato come il tema dell’accoglienza sia, prima di tutto, “umano”, aggiungendo che “come cristiani abbiamo una responsabilità doppia” e che bisogna andare alla “radice del problema”. Riprendendo le parole di Papa Francesco, secondo il quale “la prima grande questione è la grave ingiustizia con cui abbiamo costruito il nostro sviluppo a danno del sottosviluppo di tante nazioni”, il Padre comboniano ha giustamente detto che “spesso i problemi che si trovano in Africa e spingono all’emigrazione vengono da lontano e noi occidentali abbiamo le nostre responsabilità”. Un intervento denso, appassionato, da coerente comboniano, in cui ha affrontato la situazione dell’Africa e il tema delle migrazioni, che, ha detto, “sono ormai un fenomeno strutturale, non finiranno mai e ci travolgeranno se non cambiamo. Siamo chiamati, pertanto, a vivere un cambiamento radicale se vogliamo un mondo più equilibrato e più giusto”.

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Insomma, una serata molto intensa e densa di contenuti e di testimonianze, conclusa, prima delle percussioni finali del gruppo etnomusicale africano, con una preghiera interreligiosa in memoria del 69enne senegalese Dieng El Hadji, morto per infarto in piazza il 6 ottobre, con la lettura da parte di tutti i presenti di un versetto del Corano e di un salmo della Bibbia e, poco prima, con la declamazione in arabo di alcune “sure” (versetti) del Corano da parte di Ousman Mbaye in memoria del suocero defunto, seppellito in Senegal.

Pantaleo Gianfreda


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