25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne. Mattarella: “Non possiamo limitarci a contrapporre indignazioni a intermittenza”

25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne. Mattarella: “Non possiamo limitarci a contrapporre indignazioni a intermittenza”

25 Novembre 2023 Off Di Pantaleo Gianfreda
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In occasione dell’odierna Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, riporto la dichiarazione, assai intensa e significativa, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

«Drammatici fatti di cronaca – scrive il Presidente della Repubblica – scuotono le coscienze del Paese. Una società umana, ispirata a criteri di civiltà, non può accettare, non può sopportare lo stillicidio di aggressioni alle donne, quando non il loro assassinio.

La pena e il dolore insanabili di famiglie e di comunità ferite sono lo strazio di tutti.

Quando ci troviamo di fronte a una donna uccisa, alla vita spezzata di una giovane, a una persona umiliata verbalmente o nei gesti della vita di ogni giorno, in famiglia, nei luoghi di lavoro, a scuola, avvertiamo che dietro queste violenze c’è il fallimento di una società che non riesce a promuovere reali rapporti paritari tra donne e uomini.

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne richiama tutti a un rinnovato, personale, impegno.

Non soccorrono improvvisate analisi di psicologia sociale a giustificare la persistenza di una piaga che non si riesce a guarire nonostante gli sforzi.

Abbiamo bisogno del lavoro delle Istituzioni, delle associazioni, del mondo produttivo, della scuola, della cultura, del contributo di ciascuno, per sradicare un fenomeno che tradisce il patto su cui si fonda la nostra stessa idea di comunità.

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Il numero di donne vittime di aggressioni e sopraffazioni è denuncia stessa dell’esistenza di un fenomeno non legato soltanto a situazioni anomale. Ad esso non possiamo limitarci a contrapporre indignazioni a intermittenza.

Siamo lontani dal radicamento di quel profondo cambiamento culturale che la nostra Carta costituzionale indica.

Un percorso in cui le donne e gli uomini si incontrano per costruire insieme una umanità migliore, nella differenza e nella solidarietà, consapevoli che non può esserci amore senza rispetto, senza l’accettazione dell’altrui libertà. Una via in cui le donne conquistano l’eguaglianza perché libere di crescere, libere di sapere, libere di essere libere, nello spirito della Convenzione di Istanbul, alla quale ha aderito l’Unione Europea, segno importante di una visione universale di autodeterminazione e dell’eguaglianza dei diritti delle donne e passaggio decisivo nel delineare il quadro degli interventi contro la violenza di genere».

Aggiungo alcune riflessioni tratte da un link della Casa Editrice “Feltrinelli” per sottolineare l’importanza della formazione, della cultura, dei libri nella lotta contro la violenza sulle donne (cliccare su Feltrinelli).

Distruggere tutto, per Giulia

“Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto.

Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima” (Cristina Torres Cáceres).

Queste le parole della poesia condivisa da Elena Cecchettin, sorella di Giulia, tristemente al centro della cronaca delle ultime settimane in quanto ennesima vittima di un femminicidio perpetrato dall’ex fidanzato, Filippo Turetta.

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Il 25 novembre la Giornata contro la violenza sulle donne è occasione di cortei e manifestazioni, in una mobilitazione generale che quest’anno è purtroppo quanto più necessaria. Dall’inizio del 2023, le vittime di femminicidio sono infatti già 106 (una ogni tre giorni), indice di un problema endemico che affonda le proprie radici in una cultura patriarcale che oggettifica la donna e la spoglia del diritto di autodeterminarsi. Ci sono molte forme che la violenza sulle donne può assumere, dalla gelosia patologica al controllo di quello che la propria ragazza può fare o non fare, dire o non dire, indossare o non indossare: comportamenti e commenti che possono sembrare condannabili, certo, ma tutto sommato innocui e che invece sono il preludio a prevaricazioni fisiche e psicologiche ancora più gravi e preoccupanti.

Il 25 novembre, per Giulia e per tutte le altre, c’è da scendere in piazza e farsi sentire.

Distruggere tutto, come avrebbe voluto lei.

La discriminazione della donna, una storia antica

L’inizio della storia delle discriminazioni ai danni del genere femminile arriva a noi attraverso la voce del mito: la storica Eva Cantarella spiega in che modo, attraverso le voci di Parmenide, Ippocrate, Platone e Aristotele, la differenza di genere è stata costruita e codificata, fino a diventare un pilastro dell’ordine sociale e della cultura giuridica greca. Con leggerezza e ironia, Isabel Allende rievoca invece il suo passato per raccontarci le ragioni del suo femminismo, partendo dalle origini, dalla sua infanzia e adolescenza passate nella cornice di una rigida struttura patriarcale.

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Protect your daughter / educate your son: i libri per parlare alle nuove generazioni

La giovane età delle vittime dei più recenti casi di stupro e femminicidio non lascia dubbi: lungi dall’essere un problema ormai superato, il sottotesto di violenza e prevaricazione insito nella matrice stessa del patriarcato interiorizzato non lascia indenni neppure le giovani generazioni. Per smontare questi meccanismi la soluzione è solo una: parlare con i ragazzi. Spiegare alle donne di domani che il loro consenso conta e agli uomini di domani che l’affetto non coincide mai con il possesso. Concita De Gregorio firma quindi un’appassionata lettera alle nuove generazioni, mentre Stefano Rossi spiega come accompagnare i ragazzi nella difficile età dell’adolescenza, fra fragilità e senso di inadeguatezza.

Adolescenti, gelosia e amore: un approfondimento audio

“Insegnate questo ai vostri figli: che l’amore non ha mai nulla a che vedere col possesso, col controllo, con le catene…”: parole dello psicopedagogista Stefano Rossi, che spiega come affrontare con i propri ragazzi la questione dell’amore e della gelosia.


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Pantaleo Gianfreda