4 ottobre: Auguri a Padre Francesco, il vescovo che ha conquistato i nostri cuori… Auguri all’immenso Papa Francesco… Auguri ad ogni Francesco/a
4 Ottobre 2023Auguri a tutti/tutte coloro che portano il nome di Francesco/Francesca, il nome del “modello” di umanità e santità più celebre ed umile d’Italia… Francesco d’Assisi, figlio di un ricco mercante, che si spogliò dei suoi beni per vivere in povertà e semplicità e dedicarsi alla diffusione del messaggio evangelico, alla fratellanza, alla pace, agli umili, ai poveri, al rinnovamento della Chiesa.
Il semplice ed umile messaggio di Francesco d’Assisi è risuonato l’altra sera, lunedì 3 ottobre, nella Chiesa “Cristo Re”, attraverso le parole di un suo odierno discepolo, che, rampollo di una benestante famiglia borghese, laureato in Giurisprudenza e vincitore di un concorso in Magistratura, abbandonò, sull’esempio del suo Maestro, ricchezza e carriera per dedicarsi alla diffusione del messaggio del Vangelo e di Francesco, il Santo che in modo più autentico, coerente e radicale ha diffuso e “vissuto” quel messaggio.
Padre Francesco Neri, francescano cappuccino e nuovo Vescovo della Diocesi di Otranto, ha conquistato subito i cuori della comunità di Collepasso, come di tutte le comunità della Diocesi che lui “attraversa” e incontra nel suo nuovo cammino pastorale.
Con parole semplici, come si conviene alle persone veramente dotte e al contempo umili, senza ampollosità o “astrusità” teologiche talora tipiche di certa gerarchia ecclesiastica d’antan, nel giorno della Festa degli Angeli e con la mente “inondata” del messaggio di Francesco d’Assisi e di Papa Francesco, il neo Vescovo Padre Francesco (così vuole essere chiamato e disdegna il titolo di Eccellenza e il “baciamani”…), uomo tra gli uomini e fratello tra fratelli, ha ricordato, dopo i calorosi saluti del giovane parroco don Antonio Tondi, che, sull’esempio dei nostri angeli custodi, che sono il tramite tra noi e Dio e coloro che a Lui portano le nostre preghiere, “ognuno di noi è chiamato a diventare custode… un custode degli altri”.
“Se gli Angeli sono i nostri custodi, noi, a sua volta, dobbiamo essere i custodi di quelli che sono intorno a noi – ha detto Padre Francesco – … in primo luogo di quelli che ci sono stati messi accanto, dei nostri familiari… poi custodi dei poveri… alcune volte preghiamo Dio perché si ricordi dei poveri, ma come? attraverso noi… poi ancora custodi dei sofferenti… custodi di tutta la creazione, sull’esempio di Francesco d’Assisi… custodi della Terra, come ci ricorda sempre Papa Francesco…”.
Padre Francesco ha ricordato l’immagine forte e suggestiva di Papa Francesco, in quella fatidica sera del 27 marzo 2020 e in piena pandemia da coronavirus, che percorre in solitudine e senza ombrello né coperture una piazza San Pietro deserta sotto la pioggia battente, il cielo cupo sopra i cieli di Roma per raggiungere la basilica e pregare per la fine dell’epidemia (“Signore, non lasciarci in balia della tempesta”) e ricordarci che “Abbiamo creduto di poter vivere da sani in un mondo malato”… “malato” dall’inquinamento, dai danni umani e sociali, dalle guerre che provocano morti e distruzioni, dalle diseguaglianze sociali ed economiche.
Proprio tre anni fa, in occasione della Festa di San Francesco, dopo la “Laudato si’” del maggio 2016 con emblematico sottotitolo “Sulla cura della nostra casa comune” (l’enciclica richiama alla cura dell’ambiente naturale e delle persone, nonché a questioni più ampie del rapporto tra Dio, gli esseri umani e la Terra), Papa Francesco pubblicò l’enciclica “Fratelli tutti” per indicare un’alternativa al “mondo malato” (cliccare su «Fratelli tutti», c’è un’alternativa nel mondo malato).
I nuovi vescovi nominati da Papa Francesco, come P. Francesco Neri e il “nostro” Don Giuseppe Mengoli, sono esempi concreti della “rivoluzione gentile” e silenziosa che questo immenso Papa sta portando all’interno della Chiesa. Vescovi non più “principi”, ma “uomini tra gli uomini”, “Parola che si fa carne” (“Et verbum caro factum est”) nel vissuto quotidiano di un’umanità sofferente e attraversata da mille problemi e iniquità che cerca la salvezza non solo nell’altro mondo, ma, prima di tutto, in questo mondo che tutti abbiamo il dovere di proteggere, curare, trasformare.
Padre Francesco ha conquistato i cuori di noi collepassesi (e non solo) per la sua semplicità, la robusta e mai ostentata cultura, la grande empatia, l’affabilità, la disponibilità all’ascolto e allo “stare insieme”. Lo ha dimostrato, dopo la Messa solenne, quando si è recato, ancora vestito dei suoi paramenti, nell’attiguo Auditorium parrocchiale per inaugurare la bella mostra del bravo pittore collepassese Sergio Nocco e poi “stare insieme” ai tanti presenti, ascoltando tutti, facendo fotografie con tutti coloro che lo chiedevano, circondato dall’affetto e dalla simpatia di tutti.
Auguri, Padre Francesco… auguri per il tuo onomastico e per la nuova, già così feconda, missione pastorale!
Auguri all’immenso Papa Francesco!
Auguri a tutti e a tutte coloro che portano il nome del “Santo Poverello” Patrono d’Italia!
Pantaleo Gianfreda