8 marzo, Festa delle Donne. Il coraggio e la forza di Sara e delle sue tre piccole donne

8 marzo, Festa delle Donne. Il coraggio e la forza di Sara e delle sue tre piccole donne

8 Marzo 2023 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Voglio rendere pubblicamente omaggio, oggi, Festa della Donna, ad una giovane donna del nostro paese.

A Sara e a tutte le “donne guerriere” – o solo e semplicemente donne – come lei.

A Sara, 40 anni, donna forte, coraggiosa, combattiva, colta, intraprendente, protettiva, tenace e volitiva che i funesti eventi della vita non hanno fermato né piegato.

Se mi fossi fermata, cosa sarebbe stato di me e delle mie bambine?”, dice.

Un omaggio alle forti e dignitose donne di ieri, di oggi e di domani che Sara degnamente rappresenta.

Alle sue tre piccole donne… Ginevra, Perla, Anna, 11, 9 e 7 anni… che l’accompagnano nella quotidianità della vita familiare e crescono forti sotto le ali e le cure di un’immensa “madre-quercia”, la sicurezza di un solido tronco con robuste radici ben piantate nella terra e fronde protettive e ristoratici.

Una bella foto di Sara con le sue tre figlie

Una quercia “potata” da tristi eventi della vita, che “paziente genera nuove foglie”.

Vado ad incontrare Sara nella sua azienda agricola “Masseria Palmento” con spaccio carni e ristorazione, appena fuori Collepasso per la via verso Galatina svoltando sulla strada sterrata che costeggia lo storico Palmento. Un’azienda che gestiva sino a pochi mesi insieme al marito Salvatore, scomparso a 45 anni appena due mesi fa, il 7 gennaio.

Parliamo a lungo, mentre aiuta (e io talora mi aggiungo) la vivace figlia Perla (“tutta lu sire!”), terza elementare, nei compiti scolastici. Arriva nel frattempo anche una telefonata da un cliente. Risponde Perla con sicurezza e qualche moina: “No, non siamo aperti stasera. Siamo aperti venerdì, sabato e domenica… Grazie… Buona sera!”… e poi ride con quegli occhi del colore del cielo e quella robusta faccina da schiaffi che te la fanno naturalmente amare. “Rimani ancora!”, mi dice… ma mamma deve correre a “raccogliere” e “accogliere” le altre due figlie. “Tornerò”, le prometto.

Salvatore Casaluci

Al ritorno verso casa sento il gracidare delle rane saltellanti in qualche residua pozzanghera solcata dai raggi lunari, ad un tiro di schioppo dalla grande stalla dove ruminano e stazionano i tanti “pio bove” dell’azienda.

In macchina ripenso a Sara, giovane donna forte, saggia e vulcanica, alle tante cose che mi ha raccontato, alle tante idee che vuole mettere in campo per rilanciare “al femminile” la sua azienda. Cerco nei files della memoria un’immagine, una sensazione, una poesia che meglio caratterizzi e qualifichi questa donna che ha il nome della moglie di Abramo, un nome che in ebraico significa “Signora, Principessa”, come tale è la nostra Sara per quella nobiltà, orgoglio e tenacia che la caratterizzano, nonostante la sua “vita incisa, tormentata”, come recita una bellissima poesia di Hermann Hesse.

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Una poesia, “Quercia potata”, che in questo momento dice tutto di Sara: “Ti abbiamo tagliato, albero! Come sei spoglio e bizzarro. Cento volte hai patito, finché tutto in te fu solo tenacia e volontà! Io sono come te. Non ho rotto con la vita incisa, tormentata e ogni giorno mi sollevo dalle sofferenze e alzo la fronte alla luce. Ciò che in me era tenero e delicato, il mondo lo ha deriso a morte, ma indistruttibile è il mio essere, sono pago, conciliato. Paziente genero nuove foglie da rami cento volte sfrondati e a dispetto di ogni pena rimango innamorato del mondo folle”.

Potrei fermarmi qui, ma ho il dovere di far conoscere meglio, seppur brevemente, questa donna eccezionale e invitarvi a trascorrere qualche piacevole serata presso “Masseria Palmento” per assaporare le “specialità grigliate” dell’azienda, i piaceri della campagna, la professionalità, la cortesia e la gentilezza di Sara e delle sue figlie.

Sara Manni è “figlia d’arte”, come dice lei stessa. Nata a Racale nel 1982, laureata in Lingue e Letteratura straniere presso l’Università del Salento, eredita dal nonno Corrado e dal padre Luigi quel “Dna” particolare che caratterizza le persone dotate di intraprendenza, senso dell’impresa e del lavoro, socialità, considerazione e rispetto del cliente. Per 50 anni prima il nonno e poi il padre hanno gestito il “Bar dello Sport”, un’istituzione per Racale, i Comuni limitrofi e le marine circostanti. Un locale commerciale aperto giorno e notte, un’eccellenza dolciaria tappa obbligata da quelle parti, in cui Sara muove i primi passi e impara quanto siano importanti la cura e il benessere dei clienti. “Se non avverti e ricevi la soddisfazione dei clienti, non puoi essere felice e soddisfatta”, dice e aggiunge: “Se non avessi fatto questa esperienza con i miei genitori, non avrei avuto la forte volontà che oggi mi ritrovo”.

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A 18 anni, nell’emblematica data del 1° maggio 2000, Festa del Lavoro, incontra il giovane collepassese Salvatore Casaluci. Si innamorano. Il lavoro, oltre l’amore, unirà per sempre i due giovani. Si sposano il 10 settembre 2009. Nasceranno tre figlie, di cui Salvatore è orgoglioso. “Diceva sempre che se fossi rimasta incinta avrebbe voluto un’altra femmina”, dice Sara.

Nel 2011, dopo l’arrivo della prima figlia, si fa strada, dopo alterne vicende lavorative del marito, l’idea della masseria e del ristorante ad essa collegato. Superando tutti gli ostacoli e le difficoltà burocratiche, il 7 novembre 2014 vede la luce il sogno dei due, “Masseria Palmento”.

Salvatore e Sara

Sara parla con adorazione del marito. “Era un ariete – dice – e andava avanti senza paura. Per lui tutto era possibile. Non si fermava mai. Quando pensavi che una giornata di lavoro fosse finita, lui ne iniziava subito un’altra. Sino a tarda notte. Aveva una passione per gli animali. Lui li ‘sentiva’ e andava su e giù per cercare il meglio”. Mi racconta delle sue avventure e dei rischi quando andava a Campo Imperatore, in Abruzzo, per catturare cavalli allo stato brado da portare a Collepasso, in azienda, e tanto altro. “Dovrei scrivere un libro su di noi”, dice.

Il compendio di questo rapporto è nel commuovente post che Sara scrive su facebook esattamente due mesi fa, l’8 gennaio, giorno dei funerali del marito, gravemente e irreversibilmente colpito da un male incurabile.

La sua sana ostinazione, la sua tenacia, la sua irrefrenabile positività – scrive Sara – hanno lasciato il segno in ogni persona che lo abbia anche solo incontrato. Per me, moglie, linfa vitale e sorgente continua di amore. Una perdita che non può avere paragoni né misura. Brillerai per sempre come la più grande cometa, una scia accecante che incanterà il mondo e mi mostrerà la strada. Grazie di avermi guardata quel primo giorno, averti avuto al mio fianco per tutti questi anni è stata un’avventura incredibile. Non lasci un vuoto incolmabile perché la tua energia riesce ad arrivarmi anche adesso che non ci sei più. Ti amerò per sempre❤️”.

Una delle ultime immagini di Salvatore con moglie e figlie

È una tragedia che, in altri tempi e circostanze, avrebbe distrutto una donna e reciso una famiglia nel “fiore della vita”… ma Sara è donna forte, sebbene “quercia potata” dal dolore.

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Se mi fossi fermata, cosa sarebbe stato di me e delle mie bambine?”, ripete.

…e allora, come nella poesia di Hesse… “ogni giorno mi sollevo dalle sofferenze e alzo la fronte alla luce…” e “paziente genero nuove foglie da rami cento volte sfrondati”.

Guardo al futuro – dice -. Ho deciso di dare un segnale di continuità, proseguire l’attività che già gestivo in toto con mio marito nel solco da lui tracciato, una masseria a chilometro zero che accoglie tanti amici e sinceri amanti delle cose e del cibo genuini. In questo momento in cui sono ancora emotivamente molto provata, preferisco continuare come prima nella conduzione dell’azienda almeno per un anno e poi prendere e ponderare con calma le mie decisioni definitive”.

… e già, saggia e paziente, sebbene vulcanica nelle sue idee, Sara genera “nuove foglie”.

Femminilizzeremo la masseria”, dice. Sembra uno slogan. È, invece, l’originale e innovativo obiettivo che si propone e attorno cui sta’ mmacinula pensieri e idee nella sua fervida e razionale mente.

Ho tante idee che vertono sull’imprenditorialità femminile, sulla gestione femminile e ‘femminilizzata’ dell’azienda”, si infervora.

Sara sta pensando, infatti, ad aprire le porte della masseria ad una clientela maggiormente femminile, alla cogestione con un gruppo di donne, alla creazione di una comunità femminile, ad una maggiore attenzione e servizi verso i bambini e le bambine, il mondo della scuola dell’Infanzia, utilizzando anche la recente legge regionale sugli agrinido e gli agriasilo, il settore dell’ospitalità, dell’agrivacanze e tant’altro.

Una donna forte, moderna e volenterosa Sara, simbolo vero di questo odierno 8 marzo.

A lei e alle sue tre “piccole donne” Ginevra, Perla e Anna vanno la stima, la vicinanza e l’orgoglio della nostra comunità!

Auguri, donna, “essere indistruttibile”…

ad maiora et meliora, grande Sara!

Pantaleo Gianfreda


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