Consacrazione episcopale e insediamento ad Otranto del nuovo arcivescovo P. Francesco Neri (17 giugno, ore 10)
15 Giugno 2023Sabato 17 giugno, alle ore 10.00, presso la Cattedrale di Otranto, consacrazione episcopale ed insediamento del nuovo arcivescovo P. Francesco Neri, finora consigliere generale dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, nominato il 19 aprile da Papa Francesco. Succede a mons. Donato Negro, dimissionario per raggiunti limiti di età e arcivescovo di Otranto per 23 anni (29 aprile 2000-19 aprile 2023).
Il nuovo arcivescovo riceverà l’ordinazione episcopale dal suo predecessore, co-consacranti l’arcivescovo di Crotone-Santa Severina Angelo Raffaele Panzetta e il vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello e di Grosseto Giovanni Roncari.
P. Francesco Neri è nato a Catanzaro il 21 dicembre 1959 da una famiglia di tradizione forense. Il padre Filippo, avvocato dello Stato originario di Bari, aveva avuto il suo primo incarico nella città calabrese, ma nel 1965 la famiglia era tornata in Puglia. La madre Enrica, calabrese, era insegnante elementare.
Francesco è il primogenito di tre fratelli. Il secondogenito Antonio, più piccolo di tre anni, è morto nel 2017. Era anch’egli sacerdote, ordinato dal vescovo di Molfetta Don Tonino Bello il 7 dicembre 1991, e svolgeva il suo servizio presso la Santa Sede come sottosegretario della Congregazione per il Clero. Il fratello minore Nicola, 59 anni, è docente presso le Facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche dell’Università di Bari.
Nel 1983 il giovane Francesco Neri consegue la laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Bari. Vince il concorso in Magistratura e come Avvocato, ma rinuncia all’incarico dopo aver scoperto la sua vocazione religiosa.
Nel 1987 entra nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Il 6 luglio 1991 è ordinato sacerdote nel santuario di Santa Fara dall’arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Mariano Magrassi.
Nel 1998 ha conseguito il dottorato in Teologia dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana.
Padre Francesco Neri, “un frate cappuccino con il pallino del giornalismo”, come qualcuno ha scritto, è autore di numerose pubblicazioni.
Tra i tanti libri scritti dal neo arcivescovo, vanno citati i tre su don Tonino Bello e la sua affinità con Francesco d’Assisi: “Una bussola e tre pietre bianche. Il francescanesimo nella spiritualità di don Tonino Bello”; “La gente, i poveri e Gesù Cristo. Don Tonino Bello e San Francesco d’Assisi”, “Le stigmate e la misericordia. San Francesco d’Assisi nell’esperienza cristiana di don Tonino Bello”. Mi hanno particolarmente colpito poi i titoli di altri suoi due libri, che appaiono quasi come il programma di vita e di apostolato del nuovo arcivescovo: “Le mani di Dio e le mani dell’uomo. Accogliere, curare, offrire” e “Religioni in dialogo” con contributi di altri illustri esponenti del mondo religioso e laico, come, ad esempio, mons. Francesco Cacucci e Franco Cassano.
Un curriculum vitae già di tutto rispetto, ulteriormente arricchito da quello pubblicato dal Bollettino della Santa Sede che riporta la sua nomina vescovile. Ha ricoperto, infatti, i seguenti incarichi: Docente di Cristologia, Teologia Trinitaria e Antropologia Teologica (dal 1994); Maestro dello studentato teologico di Bari Santa Fara (1995-2006); Assistente della sezione diocesana dell’Unione Giuristi Cattolici (1998-2006); Vicario Provinciale della Provincia Cappuccina di Puglia (2003-2006); Ministro Provinciale della Provincia Cappuccina di Puglia e Presidente della CISM regionale pugliese (2006-2012); Membro del Consiglio presbiterale dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto (2007-2012); Vice-Preside della Facoltà Teologica Pugliese (2012-2018); Direttore dell’Istituto Teologico di Bari Santa Fara (2015-2017); Rettore del Collegio Internazionale San Lorenzo da Brindisi a Roma (2017-2018). È stato inoltre membro della Commissione mista Conferenza Episcopale Pugliese-Vita Consacrata, Direttore della rivista Italia francescana della Conferenza Italiana dei Ministri Provinciali Cappuccini, Assistente locale dell’Ordine Francescano Secolare e della Gioventù francescana.
Un uomo e un religioso dotto e di grande cultura, ma anche una persona semplice sulla scia dei suoi maestri Francesco d’Assisi e don Tonino Bello, che vuole essere chiamato semplicemente “padre Francesco”.
Nel suo messaggio di saluto alla nuova diocesi, il nuovo vescovo, infatti, ha scritto: “…desidererei continuare ad essere chiamato come è stato fino ad oggi, semplicemente “padre Francesco”. Ciò infatti chiedo al Signore di poter seminare: un’offerta di paternità e fraternità”.
Una grande ed attesa svolta per la nostra Diocesi!
Benvenuto, P. Francesco… e buon cammino!
Pantaleo Gianfreda