L’abbraccio del Salento al “Prete antimafia” Don Antonio Coluccia, oggi (23 settembre) a Collepasso per un incontro sulla Legalità
23 Settembre 2023Don Antonio Coluccia sarà oggi (23 settembre) a Collepasso per partecipare ad un’iniziativa sulla Legalità, che ha il significativo tema “Ama la verità e scegli di restare”, organizzata dal Movimento 5 Stelle alle ore 19.30 in Piazza Dante-Largo Municipio.
La presenza a Collepasso del coraggioso “Prete antimafia”, originario di Specchia, sarà l’occasione per testimoniare la vicinanza e la solidarietà di tutto il suo Salento dopo il clamoroso agguato subito il 29 agosto a Roma sulle strade di Tor Bella Monaca, nel corso di una manifestazione per la Legalità.
Insieme a Don Antonio Coluccia interverrà l’ex Magistrato Francesco Mandoi, già Sostituto Procuratore nazionale Antimafia e Anticriminalità.
L’incontro sarà introdotto da Eliana Vantaggiato, consigliera comunale e portavoce M5S di Collepasso, e dai saluti di Maria Grazia Esposito, Comandante della Polizia Municipale. Modererà Iunio Valerio Romano, già senatore e attuale coordinatore provinciale del M5S.
Un gradito ed emblematico ritorno a Collepasso per Don Antonio Coluccia, che svolge la sua attività sociale e pastorale a Roma, e il Giudice Francesco Mandoi, che dopo il pensionamento è ritornato definitivamente nella sua Galatone.
Il coraggioso sacerdote è stato, infatti, nella nostra comunità già in due precedenti occasioni in questi ultimi anni su iniziativa del Gruppo “G. Palatucci” di Collepasso, aderente all’Associazione Nazionale Polizia di Stato: il 4 agosto 2017 per celebrare una S. Messa presso la Chiesa “Cristo Re” in suffragio del nostro concittadini Domenico Rossetti, Agente della Polizia di Stato, e dello zio Vito Coluccia, Sovrintendente Capo della Polizia di Stato, ambedue periti in incidenti stradali; l’11 gennaio 2021 per commemorare con una S. Messa presso la stessa Chiesa il 25° anniversario della tragica morte dello zio Vito.
Lo zio poliziotto è stato da sempre un solido punto di riferimento nella formazione e nelle scelte di vita di don Antonio Coluccia, noto in tutta Italia per il suo impegno contro le mafie e la criminalità, da cui è stato ripetutamente minacciato e intimidito, tanto da essere costretto a spostarsi sotto scorta per ragioni di sicurezza. Proprio la presenza della scorta ha impedito che l’agguato subito da don Antonio assumesse altre tragiche dinamiche in quel pomeriggio del 29 agosto scorso a Roma, allorché un aggressore in sella a uno scooter tentò di investirlo. A salvarlo fu proprio il tempestivo intervento di un agente della sua scorta che poi provvide a fermare ed arrestare l’aggressore. Tanti gli attestati di solidarietà da tutta Italia avuti da don Antonio per quest’ultimo episodio e la stessa Presidente del Consiglio Giorgia Meloni volle riceverlo il giorno dopo a Palazzo Chigi per testimoniargli la solidarietà e la vicinanza delle Istituzioni e dei cittadini.
In questi anni don Antonio è stato definito in tanti modi: “prete di strada”, “prete degli ultimi”, “prete coraggio”, “prete operaio”, “prete antimafia”, ecc.
Il sacerdote, infatti, opera da anni a Roma nel quartiere Grottarossa, ma è soprattutto noto per aver fondato l’“Opera Don Giustino Onlus”, un’organizzazione no-profit impegnata concretamente nella lotta contro le povertà e l’esclusione sociale, all’accoglienza di poveri, emarginati, persone senza fissa dimora per restituire loro dignità, rispetto e considerazione umana.
“Un prete di strada – scriveva nel dicembre 2018 un blog della provincia romana -, un sacerdote giunto alla sua missione a 25 anni da giovane operaio di un calzaturificio quando decise di cambiare completamente vita per seguire l’improvvisa e grande vocazione: aiutare gli ultimi, i sofferenti e gli emarginati indossando l’abito talare. Missione che, giunto a Roma, nel quartiere di Grottarossa, è diventata sua ragione di vita, come lo è la sua battaglia per la legalità e contro la criminalità, lo spaccio, la delinquenza, il fascino del denaro facile traviante i giovani. Un prete che dà fastidio e che già nel passato, sempre a Grottarossa, era stato oggetto di minacce”. Numerosi sono stati in questi anni le minacce dirette, gli attentati e i “messaggi” minatori inviatigli dalla criminalità, che non hanno mai spaventato il coraggioso sacerdote, ma che, anzi, sono stati da stimolo per un sempre maggiore impegno in favore degli ultimi e della legalità.
Anche per il Giudice Francesco Mandoi è in qualche modo un “ritorno” ufficiale a Collepasso in una pubblica manifestazione che ha ancora una volta come tema la Legalità.
Trent’anni fa, precisamente il 13 febbraio 1993, Francesco Mandoi, giovane Sostituto della Procura della Repubblica di Lecce guidata da Cataldo Motta e distintasi per l’intrepida battaglia contro la Sacra Corona Unita, partecipò ad un’affollatissima assemblea tenuta nell’Auditorium della Scuola elementare sul tema: “Cittadini e Istituzioni uniti per sconfiggere la criminalità e difendere l’ordine pubblico”. Un’iniziativa fortemente voluta dalla nuova Amministrazione Malorgio che promossi in qualità di vicesindaco e assessore alla Partecipazione, Informazione e Sicurezza dei cittadini, cui parteciparono anche Rosa Stanisci, sindaco di San Vito dei Normanni e poi senatrice, e l’on. Antonio Bargone, vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia.
Anche a Collepasso, come per gran parte del Salento, gli anni ’80 e ’90 sono stati “anni terribili”, cui ho dedicato un ampio capitolo del mio ultimo libro “Storie di luoghi e di comunità”, che ripropongo e cui rimando per chi volesse “rinfrescarsi la memoria” (cliccare su “I terribili anni ’80-’90).
Recenti “campanelli d’allarme” circa una ripresa della piccola e grande criminalità organizzata a Casarano e in alcuni Comuni circostanti, compreso Collepasso, devono preoccupare e mobilitare le Istituzioni e le coscienze di tutti i cittadini/e onesti/e. Il problema non va sottovalutato, come ha ricordato lo stesso Comandante provinciale dei Carabinieri Col. D’Amato nell’incontro tenuto due giorni fa con la stampa nel “fare il punto della situazione sulle attività in corso”. Come riporta la stampa, il Col. D’Amato “ha ricordato il problema degli incendi, citando in particolare quelli che si sono verificati nell’area di Casarano”.
Va dato, perciò, atto alla Magistratura e alle Forze dell’Ordine, che hanno sempre bisogno del sostegno e della collaborazione dei cittadini, del loro impegno e della loro azione investigativa che, ad esempio, ha portato giorni fa alla cattura e all’arresto di un noto e pericoloso latitante collepassese.
Giunge, pertanto, a proposito, per risvegliare le coscienze e l’attenzione di tutti, l’incontro pubblico con don Antonio Coluccia e il Giudice Francesco Mandoi, organizzato per questa sera dal M5S a Collepasso (ore 19.30, piazza Dante-Largo Municipio), cui invito a partecipare… anche per esprimere il nostro affetto e la nostra solidarietà al coraggioso “Prete antimafia”.
Pantaleo Gianfreda