Una disastrosa e poco trasparente vicenda amministrativa con tanti interrogativi, anomalie e punti oscuri

Una disastrosa e poco trasparente vicenda amministrativa con tanti interrogativi, anomalie e punti oscuri

10 Maggio 2023 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Ortofoto dell’area in cui dovrebbero essere realizzati tutti gli interventi del progetto “Ti Porto In Centro”, compresi i due impianti fotovoltaici

Una doverosa premessa: non impressionatevi dalla lunghezza del presente articolo, che – permettetemi! – potrebbe rientrare più nella fattispecie di un “articolo d’inchiesta”, data la lunga ricerca e visione di atti, e che, data la complessità dell’argomento e delle tante tematiche connesse, ho dovuto invece “contenere” per non tediare troppo il lettore. Leggete sino in fondo. Lo dico soprattutto a chi ha il dovere istituzionale e amministrativo – maggioranza e minoranza consiliari – del buon governo e di fare il bene comune per una comunità che ha bisogno di crescere e non tornare indietro.

Riepiloghiamo brevemente la vicenda: nei mesi scorsi l’Amministrazione decide di portare a compimento il progetto “Ti Porto In Centro”, presentato e finanziato dallo Stato per un importo di € 1.770.000 nel lontano 2015 sotto la precedente Amministrazione.

Il progetto, certamente buono negli intenti, ma un po’ caotico e in alcuni aspetti incongruo, dispersivo e poco razionale, prevede la riqualificazione urbana dell’intera area attorno al Campo e l’efficientamento energetico della stessa tramite la realizzazione di due impianti fotovoltaici (uno da 17,60 e l’altro da 988,16 kWp), che devono essere realizzati da privati, il cui co-finanziamento è previsto dal progetto e ne ha determinato l’approvazione ministeriale in modo determinante.

L’area interessata – che, secondo quanto riporta la relazione progettuale, “si estende su una superficie viaria di 32.000 mq e di 8.000 mq relativi all’area dello stadio comunale” e riguarda “i n. 529 cittadini residenti nell’area dell’intervento” (dati censimento 2011) – è quella prevista dalla seguente planimetria (al centro, in giallo, il Campo sportivo).

Oltre il campo sportivo, le strade interessate all’efficientamento energetico sono quelle di seguito indicate nella relazione progettuale:

La realizzazione dei due impianti è così dettagliato nel “quadro economico” inserito nella relazione:

Come sembra chiaro, tutti gli interventi devono ricadere “sull’area di progetto”.

Per la realizzazione dei due impianti, il progetto prevede, come si legge nel suindicato quadro economico, il Project financing e una gara per l’affidamento dei lavori.

Il Dirigente dell’Ufficio Tecnico, invece, nell’affidare con propria determinazione alla ditta privata (sbagliando, tra l’altro il nome della ditta indicata dalla Giunta e riportando altra ditta) la realizzazione dei due impianti, viola le previsioni del progetto e attesta di non trattarsi di project financing, come si evince dal seguente stralcio della sua determinazione:

Appare chiaro che egli, in evidente difficoltà e forse conscio di dover attestare circostanze non veritiere, cerchi di sfumare la gravità del discrezionale e indebito potere che si arroga con il suo atto, descrivendo l’affidamento diretto come “non configurabile in una operazione pura (!!!) di project financing”!

Si tratta forse di un’operazione “impura”?!? O di un’alterazione delle previsioni progettuali, poiché la norma citata, che a suo parere “non trova applicazione” (art. 183 del D.Lgs. 50/2016), è proprio quella che prevede e norma la “Finanza di progetto” (o Project financing)?!?

Prima la Giunta con una sua discutibile delibera e poi il Dirigente dell’Ufficio Tecnico hanno violato, a mio parere, le modalità previste dal progetto per la realizzazione dei due impianti fotovoltaici senza variare le previsioni progettuali approvate dal Ministero o concordare con lo stesso possibili modifiche.

A leggere, seppur superficialmente, tutta la documentazione – la precedente approvata dall’Amministrazione Menozzi e, soprattutto, la più recente dell’Amministrazione Manta – sembra tutto un gran pasticcio.

Certo è che dopo alcune titubanze iniziali, dovute probabilmente alla complessità e onerosità degli interventi a carico dei privati, la Giunta Manta decide di procedere alla realizzazione del progetto e, invece di individuare l’area o le diverse aree nella zona Campo per l’installazione dell’impianto fotovoltaico più grande, decide di spostarlo al capo opposto del paese, in zona “San Sumà”, vicino al Cimitero comunale, e, con procedura a mio parere illegittima, concede gratuitamente per 20 anni ad una ditta privata – la “Smart City Collepasso” di… Soleto! – 10mila mq di proprietà comunale per installarvi l’impianto fotovoltaico.

Viste le proteste generali, successivamente, per “salvare la faccia” e giustificare l’ardua e assurda ubicazione, l’Amministrazione decide che l’impianto sarà montato su “pensiline per parcheggi” al servizio del Palazzetto dello Sport (in costruzione da 12 anni) e di due impianti sportivi, già finanziati e anch’essi eredità della precedente Amministrazione, futuribili… cioè, da costruire in un prossimo o remoto futuro.

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Tralascio alcuni aspetti dubbi e oscuri dell’iter amministrativo che ho già evidenziato nei due precedenti articoli (cliccare su articolo 5 maggio e 22 gennaio) e gettano molte e pesanti ombre sull’intera operazione, di cui forse qualcuno (almeno i consiglieri di opposizione) avrebbe il dovere di interessare la Procura della Repubblica. Ci sono, infatti, fondati rischi che anomalie procedurali, discrepanze progettuali e “pastrocchi” vari messi in atto dall’attuale Amministrazione rischino di avere spiacevoli ricadute e il blocco anche di alcuni interessanti lavori di riqualificazione urbana dell’area Campo.

Accanto a quelli già evidenziati, vi sono, però, ulteriori interrogativi e punti oscuri sull’intera vicenda.

Vogliamo, ad esempio, soffermarci un attimo a “riflettere” sulla ditta cui è stata affidata la realizzazione dei due impianti fotovoltaici?

La ditta si chiama “Smart City Collepasso”, ma ha sede a Soleto, e dal sottostante atto si evincono alcune basilari informazioni societarie.

La società è stata costituita solo due anni fa, il 2 febbraio 2021, ha un solo socio (la “Salento Smart City srl”), ha sede a Soleto in via Raimondello Orsini ed è retta da un Amministratore unico nella persona di Roberta Vergallo, 47enne di Soleto.

Questi alcuni sommari dati economico-finanziari dell’azienda: la “Smart City Collepasso” ha un capitale sociale di 50.000 euro, al 31.12.2021 presenta un valore totale della produzione di € 117.189 e una perdita di esercizio di € 68.315, superiore al capitale sociale versato, e l’intero stato patrimoniale (attivo e passivo) presenta una perfetta parità (€ 594.329 al passivo e € 594.329 all’attivo).

Già da questa prima zoomata sull’azienda, un semplice cittadino, che, come me, non ha grandi competenze in materia societaria e finanziaria, si porrebbe subito un primo (forse ingenuo?) interrogativo: quale affidabilità potrebbe dare un’azienda che ha un capitale sociale così basso e presenta una perdita di esercizio già nel suo primo anno di attività?

Un’azienda, tra l’altro, che è “clone” di altre identiche aziende tutte rette dal medesimo Amministratore.

La stessa Vergallo, infatti, Amministratore unico della “Smart City Collepasso srl”, è presente in altre 13 analoghe società e ben 12 sono da lei rappresentate, cui  si aggiungono altre in liquidazione o cancellate.

Oltre alla “Smart City Collepasso srl”, è rappresentante di “Miggiano Smart City srl”, “Omni Tecnologie e Servizi srl”, “Olza srl”, “Salento Smart City srl”, “Surano Smart City srl”, “Nuova Luce srl”, “Tuglie Smart City srl”, “Taurisano Smart City srl”, “Ancora srl, società in liquidazione” – queste tutte con sede sociale a Soleto anche con indirizzi diversi -; “Green Transition srl” con sede a Seregno, “Pharmasalus srl” a Scorrano, “FD Evolution srl” a Lecce, “Tua Assicurazioni spa” a Milano, di cui è procuratrice, “Nuova Luce srl” (società cancellata il 10.8.2020) a Fermo, “FGR Energy srl” (cancellata il 18.5.2022) a Porto San Giorgio.

Come si vede, una ramificazione societaria “tentacolare” (formalmente possibile), che dà l’impressione di tante “scatole cinesi”.

Come mai ad uno di questi “tentacoli”, la “Smart City Collepasso srl”, l’Amministrazione Manta, avviando ed instaurando una semplice ed anomala “trattazione” diretta, ha affidato la realizzazione di due impianti fotovoltaici per complessivi 640.000 euro, pur presentando la società affidataria un capitale sociale così basso che a malapena copre la perdita di esercizio del suo primo anno di attività?

Semplici, seppur inquietanti, interrogativi – sia ben chiaro -, che necessitano, però, di doverosi chiarimenti e risposte che non possono ammettere ombre od omissioni.

La storia è lunga e complessa e cercherò di semplificare al massimo.

La società, pur costituita due anni fa, è solo apparentemente nuova. In realtà – non sembri una boutade – gestisce da tempo, tramite un Project Financing, il servizio di pubblica illuminazione di Collepasso, essendo “legittima erede” di tutte le diverse società che in questi decenni hanno gestito il nostro servizio con denominazioni diverse, ma facenti sempre capo di fatto ad un unico imprenditore, tal Fabio Ancora di Soleto, marito dell’attuale Amministratore unico Roberta Vergallo.

L’Ancora è stato al centro in questi anni di diverse disavventure giudiziarie, ampiamente riportate dalla stampa, e venne arrestato (e poi condannato) per una clamorosa “truffa del fotovoltaico” e altri reati contro l’ambiente (e non solo) connessi alle sue discusse attività imprenditoriali (basta cercare su google per avere ampie notizie; per farsene un’idea cliccare, tra i tanti, su articolo). Raggiunto, a quanto pare, da interdittiva antimafia e impossibilitato, pertanto, a svolgere attività imprenditoriali, Fabio Ancora ha poi nominalmente trasferito le sue società ad altri congiunti, prima al padre e poi alla moglie Roberta Vergallo.

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Come mai l’Amministrazione ha scelto proprio un’azienda con tutte queste discutibili caratteristiche economico-finanziarie e certi inquietanti “precedenti”, seppur formalmente non in capo all’attuale denominazione societaria, per realizzare gli impianti fotovoltaici?

Soprattutto, perché ha deciso di assegnare gratuitamente un’area così vasta di terreno di proprietà comunale senza nemmeno prevedere una sia pur minima utilità per il Comune? Forse ha voluto premiare la “Smart City Collepasso srl” di Soleto per essersi resa disponibile? Forse che la società rischia di “rimetterci” con il nuovo investimento?

Su quest’ultimo aspetto va fugato ogni dubbio.

Un esperto del settore mi ha spiegato analiticamente certe complesse vicende, di cui confesso di aver capito ben poco (certo, fossi stato un amministratore comunale avrei studiato e approfondito “sino al capello” perché un amministratore ha il dovere di entrare nel dettaglio e capire prima di assumere certe decisioni), ma una cosa ho certamente capito.

La ditta introiterà, infatti, dal nuovo impianto fotovoltaico di “San Sumà” una somma annua compresa tra un minimo di 150mila ed un massimo di 300mila euro.

Ragioniamo su una media di 200mila annui che la ditta incasserà. Nei venti anni introiterà almeno quattro milioni di euro, che, sfruttando ogni possibilità, potrebbero diventare sette. Non un euro andrà al Comune!

In casi analoghi di impianti fotovoltaici realizzati su terreni privati, un Comune può chiedere – e quasi sempre ottiene – “ristori” economici pur minimi per le proprie casse.

La sindaca Manta e il suo vice Perrone, che hanno gestito con l’Ufficio Tecnico l’intera vicenda – e tutta l’”allegra compagnia” che li accompagna e approva “a occhi chiusi” -, non solo non hanno preteso un equo canone di affitto per la concessione di un ettaro di terreno comunale, ma nemmeno chiesto un “ristoro” annuo pur minimo (che so… 10-20mila euro!) per le casse comunali. Tutto “a gratis” per il privato! Incredibile!

Poi qualcuno/a fa finta di inalberarsi ed alterarsi sdegnoso/a se si osa mettere in dubbio la trasparenza amministrativa, l’onestà e il senso di legalità di questa Amministrazione. Non capiscono costoro che un sindaco o altro amministratore rischia spesso di trovarsi “in mezzo ai guai” o di essere sospettato di collusioni varie e poco chiare non per disonestà personale, ma per stupidità, ignoranza, superficialità e anche, permettetemi, per “disonestà politica” e incapacità-incompetenza amministrativa.

Un amministratore, anche se non competente in una specifica materia, ha il dovere personale di studiare bene e approfondire certi “dossier scottanti” senza affidarsi ciecamente e superficialmente ad altrui competenze.

Un altro interrogativo: come mai il progetto originario, pur ricco di “protocolli d’intesa” (… “vuoti”, però, di “intese” reali e puramente declamatori) con enti privati, sociali e associativi, non ha previsto un protocollo d’intesa con privati anche per la realizzazione dei due impianti fotovoltaici? In parte ho dato io stesso una risposta precedentemente, poiché il progetto approvato prevede, come risulta dal quadro economico, il ricorso al Project financing o ad una gara, che l’Amministrazione ha violato.

L’interrogativo, però, consegue ad una delle tante previsioni di progetto riportate nella relazione, dove nella “II Fase” (quella attuativa) sono previsti “sottoscrizione di protocolli d’intesa” anche con “Istituti Bancari”, come il seguente schema sintetizza.

Chi ha impedito, allora, all’Amministrazione di coinvolgere e sottoscrivere un “protocollo d’intesa” con la Banca Popolare Pugliese, che (non dimentichiamolo) gestisce il servizio di Tesoreria comunale ed è il solo Istituto bancario presente a Collepasso, operante di fatto “in regime di monopolio” nel mercato finanziario locale? Ne aveva gli strumenti e le possibilità.

Chi impediva ancora di chiedere ed ottenere un partenariato con la locale Banca, che avrebbe potuto – perché no?!? – portare anche (esemplifico al massimo) alla costituzione di una “comunità energetica” con capitale sottoscritto da Banca, piccole e medie imprese locali, alcuni degli stessi soci locali dell’Istituto di credito più disponibili, probabilmente lo stesso Comune, ecc.?!? Un’operazione certamente complessa (… ma è in queste cose che emerge la vera capacità di amministratori intelligenti di gestire in modo innovativo il Comune e il Bene comune), che avrebbe potuto portare nei venti anni ad una redistribuzione diffusa e sociale dei pingui utili previsti dagli introiti dell’impianto fotovoltaico.

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Ancora, al di là della Banca, chi impediva ad un’Amministrazione innovativa e creativa di costituire a monte una “comunità energetica” per una realizzazione “partecipata” del progetto “Ti Porto In Centro”?!?

… ma in questo Comune esistono veri e seri amministratori, esiste un vero assessore allo Sviluppo economico… oltre ad un disastroso assessore all’Urbanistica?!?

Chi impediva e impedisce di allocare il nuovo impianto “in maniera diffusa”, cioè su diverse aree della stessa zona Campo o, in caso di possibilità, dell’intero paese o della stessa Zona industriale, dove permangono ampie zone completamente abbandonate, ma tipizzate nel P.I.P. come “aree a servizio”?

Ricordo, tra l’altro, che nel luglio 2011, presso il Notaio De Pascalis di Matino, fu sottoscritta una “Convenzione edilizia” tra tutti i proprietari rientranti nel Piano Particolareggiato dell’ampia zona C1 a monte di via Kennedy (o Carrozzini), in cui gli stessi si sono impegnati a cedere aree a servizi, che sono già nella disponibilità del Comune. Perché l’impianto (tutto o in parte) non è stato previsto e allocato in quelle aree, naturalmente vocate, dal momento che sono tutte comprese nel progetto “Ti Porto In Centro”?!?

Tante le possibilità. Tanti gli interrogativi.

Un ultimo interrogativo… più un dubbio, per la verità.

Dalla visura camerale della “Smart City Collepasso srl” rilevo una voce che personalmente (né altri, per la verità) non sono riuscito a capire né darne spiegazione.

Nella voce “possibili collegamenti nazionali” della “Smart City Collepasso srl” è compresa anche la “Cantina Sociale Coop. A.C.L.I. di Collepasso”, che, guarda caso, è confinante con l’area concessa dall’Amministrazione alla ditta per la realizzazione del vasto impianto fotovoltaico.

Chiedo a chi sa: significa forse che la Cantina è nella disponibilità della ditta o che le due aziende sono collegate o cosa altro?

Se fosse positiva la risposta alla prima ipotesi, perché la “Smart City Collepasso srl” non ha inserito nella sua proposta progettuale anche l’area della Cantina sociale per realizzare parte dell’impianto fotovoltaico?!? Oltretutto, nell’area della Cantina vi è un vecchio capannone in decadenza, che rappresenta da anni un grave pericolo per la salute e l’ambiente, essendo coperto da una tettoia eternit in via di sfaldamento, ed è proprio vicino l’abitato e in presenza di attività commerciale.

Naturalmente sindaca e assessora all’Ambiente (e anche al Benessere animale) non vedono e non sanno (o fanno finta di non vedere e non sapere!). Se invece di pensare solo al “benessere” te li cani e te li musci, pensassero un po’ più al “benessere umano” e alla salute dei cittadini non sarebbe più utile e benefico per tutti e più doveroso da parte loro?!?

A conclusione di questo lungo articolo (… ma potrei continuare ancora), mi chiedo… ma sindaca, assessori e consiglieri di maggioranza (…ma anche di minoranza, per la verità!) leggono, approfondiscono, studiano le “carte” o seguono pedissequamente qualche infido funzionario che li sta portando, come i sorci del “pifferaio magico”, ad “affogare” nelle paludi di una cattiva politica amministrativa e, di conseguenza, a combinare disastri urbanistici, ambientali, economici e sociali, di cui, purtroppo, ancora pochi si rendono conto?

Alla luce delle considerazioni sinora esposte, i cittadini (almeno quelli “senza paraocchi”), al di là delle pur gravi violazioni procedurali rilevate, vorrebbero sapere e capire i veri motivi che hanno indotto l’Amministrazione Manta ad ubicare un impianto fotovoltaico in un’area passibile di migliori e più adeguati utilizzi urbanistici e sociali, nonostante le tante opzioni alternative che pur esistono e in parte ho indicato, compreso (se possibile) l’utilizzo dell’amplissima area a parcheggio antistante il Cimitero comunale, estesa oltre 10mila metri quadri e naturalmente vocata alla costruzione di “pensiline per parcheggi” con sovrastanti pannelli fotovoltaici.

Mi spiace dirlo, ma questa Amministrazione sembra aver perso “il lume della ragione” (se mai l’ha avuto) e sembra invasa o “invasata” da una furia distruttrice che rischia di far amaramente constatare alle future generazioni che anche a Collepasso, come nella Roma del ‘600, “Quod non fecerunt barbari fecerunt Barberini” (“Ciò che non fecero i barbari, fecero i Barberini”).

Fermatevi e riprendete il lume della ragione!

Pantaleo Gianfreda


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