32 anni fa la strage mafiosa di via D’Amelio. Non si offenda la memoria di Borsellino… la legalità si esercita, non si declama, sig.ra Manta!

32 anni fa la strage mafiosa di via D’Amelio. Non si offenda la memoria di Borsellino… la legalità si esercita, non si declama, sig.ra Manta!

19 Luglio 2024 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Falcone e Borsellino, i due coraggiosi giudici trucidati dalla mafia

32 anni, il 19 luglio 1992, il coraggioso giudice Paolo Borsellino, 52 anni, veniva trucidato dalla mafia a Palermo, in via D’Amelio, insieme ai cinque agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

La strage avveniva due mesi dopo quella di Capaci (23 maggio 1992) in cui avevano perso la vita Giovanni Falcone, la moglie e gli agenti della scorta.

I due giudici, insieme ad altri magistrati (in primis, Rocco Chinnici e Antonino Caponnetto ed altri), sono unanimemente considerati tra i più coraggiosi, metodici e razionali protagonisti nella lotta alla mafia a livello nazionale e internazionale e furono fieri interpreti della difesa della legalità e delle Istituzioni.

Giorni fa, la rieletta Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, ha reso onore nel suo discorso di insediamento anche a Falcone e Borsellino ed ha detto: “Deve essere un’Europa che ricorda. Che riconosce la battaglia di tanti che hanno difeso gli ideali che a volte noi diamo per scontati … Per tutti coloro che credono nel meglio e hanno osato sognare, la nostra deve essere un’Europa di cui Adenauer, Mitterand, Walesa, Fenech Adami, Havel, Veil, Falcone, Borsellino sarebbero orgogliosi. La nostra Europa deve essere un’Europa che li onora”.

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Onorare questi uomini, oggi in particolare Paolo Borsellino, significa prima di tutto essere coerenti con il loro esempio e la loro cristallina legalità, il rispetto delle Istituzioni, dare esempi concreti di legalità e trasparenza nella vita quotidiana da parte di ogni cittadino, in particolare dei rappresentanti delle Istituzioni.

Confesso, pertanto, di essere rimasto basito nel leggere sulla pagina istituzionale facebook del Comune di Collepasso una nota odierna del sindaco, che scrive, tra l’altro: “Oggi dal balcone del Palazzo Comunale esposta su Piazza Dante la foto dei due magistrati simbolo della lotta alla mafia per testimoniare, a distanza di 32 anni, che non sono morti invano e che è forte in noi quel sentimento di rispetto nei confronti delle istituzioni, delle leggi e dello Stato. La responsabilità e l’onore di essere Sindaco del mio paese mi fanno avvertire ancora di più la responsabilità di consegnare ai giovani esempi positivi e di agire sempre nel rispetto delle leggi, perché la cultura della legalità è un seme che nel nostro quotidiano, in ogni nostra azione, dobbiamo andare seminando!”.

… ma è davvero così a Collepasso?!?

La foto odierna postata sulla pagina facebook del Comune di Collepasso

Apprezzo il significativo gesto di alcuni giovani e cittadini collepassesi… ma, leggendo questa “apoteosi all’ipocrisia” del sindaco, mi viene il dubbio che Borsellino e Falcone siano davvero “morti invano”!

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Dove sono, nell’azione politico-amministrativa concreta e quotidiana di questo sindaco, “… gli esempi positivi ai giovani… il rispetto delle leggi… la cultura della legalità”?!?

Cosa penserebbero Falcone e Borsellino di un sindaco che, per fare uno dei mille esempi, viola il basilare diritto di legalità e trasparenza che lo obbliga a rendere conto della sua azione amministrativa e rispondere alle interrogazioni dei consiglieri comunali entro 30 giorni, mentre da mesi si rifiuta tenacemente di farlo, violando clamorosamente ogni principio di legalità e costringendo persino la Prefettura a richiamarlo all’ordine e al rispetto delle leggi?!?

… e mi fermo qui!

Basta con queste vuote declamazioni… basta con queste immense ipocrisie… un po’ di pudore e, soprattutto, di coerenza e rispetto vero della legalità e della trasparenza non guasterebbero, sig.ra Manta!

Da cittadini europei, italiani e collepassesi, rendiamo onore e merito a Paolo Borsellino, che con la sua vita e i suoi esempi ha testimoniano la “cultura della legalità”!

Pantaleo Gianfreda


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