A tre anni voleva già fare la poliziotta… ora, dopo una brillante carriera nella Polizia, la Comandante Anna Grazia Fersini è in pensione

A tre anni voleva già fare la poliziotta… ora, dopo una brillante carriera nella Polizia, la Comandante Anna Grazia Fersini è in pensione

5 Luglio 2024 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Anna Grazia Fersini

Aveva solo tre anni e frequentava l’asilo delle suore d’Ivrea quando, a chi le chiedeva il classico “cosa vuoi fare da grande?”, la piccola Anna Grazia rispondeva immediatamente…: “la Poliziotta”.

Oggi di anni ne ha qualcuno in più e, dopo una brillante carriera e un appassionato impegno professionale, il Sostituto Commissario della Polizia di Stato Anna Grazia Fersini, originaria di Collepasso, da sette anni comandante della caserma della Polizia ferroviaria di Alto Reno Terme (Comune bolognese, sorto nel 2016 dalla fusione dei Comuni di Granaglione e Porretta Terme), è dal 1° giugno in pensione.

La Comandante Fersini festeggiata presso la sede municipale di Torretta Terme (Bo)

Inutile cercare di contattare e scrivere prima questo doveroso omaggio ad Anna Grazia, prima donna collepassese ad arruolarsi nella Polizia di Stato. Da quando è andata in pensione non si è fermata un attimo, anche perché il 2 giugno, come ogni anno, era presente a Roma con le sue “sorelle crocerossine” alla sfilata dei Fori Imperiali per la Festa della Repubblica e impegnata nei giorni successivi in altre frenetiche incombenze.

Nel periodo in cui la piccola Anna, nata nel 1964, andava all’asilo erano passati solo pochi anni da quando, nel 1959, era stato istituto il Corpo della Polizia femminile. Bisognerà, però, attendere la legge 121 del 1981, che smilitarizzò la Polizia di Stato e concesse alle donne uguali diritti degli uomini, perché Anna potesse realizzare il sogno della sua infanzia.

Dopo un po’ di anni viene bandito il primo concorso per Allievo Agente della Polizia di Stato al quale finalmente potevano partecipare indistintamente uomini e donne. Anna presenta subito la domanda, si prepara con impegno e partecipa alle varie e impegnative selezioni. “Uno stress non indifferente”, dice oggi. Supera le selezioni e poi anche la prova scritta. Il suo sogno si avvera.

Il 27 maggio 1987 i genitori l’accompagnano a Vibo Valentia, in Calabria, presso la scuola Allievi Agenti, dove frequenta un corso di sei mesi. Era il primo corso misto uomini-donne e vi era particolare attenzione e tensione da parte degli istruttori, i quali si raccomandavano con allieve e allievi per il comportamento non solo all’interno della scuola ma soprattutto all’esterno, essendo la Calabria una zona in cui la malavita era ben radicata nella società. Furono sei mesi molto intensi per tutti e, ricordando oggi quel periodo, Anna Grazia dice: “ci metterei la firma per ritornare a quei tempi”.

Anna e due colleghi negli anni “calabresi”

Agli esami finali Anna Grazia si piazza prima in graduatoria su quasi 350 partecipanti. Una grande gioia e un’immensa soddisfazione per lei, che vede coronato il suo sogno da bambina e gratificato il suo impegno.

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Viene assegnata al Compartimento Polfer di Bologna, Posto Polfer di Bologna Centrale, dove svolge servizi di vigilanza in stazione e a bordo treni. Passa poi alla squadra di Polizia Giudiziaria dove svolge servizio di vigilanza e scorta a bordo treni, in borghese, anche di notte per contrastare i borseggiatori.

La Dott.ssa Annarita Santantonio, originaria della provincia di Lecce, dirigente del Compartimento Polfer Emilia Romagna con i gradi di generale, consegna alla Comandate Fersini la medaglia di commiato dei vertici della Polizia di Stato

Dopo un paio di anni chiede il trasferimento in Questura, dove ha la possibilità di acquisire competenze diverse lavorando in uffici o divisioni differenti: Squadra Mobile, attività di polizia giudiziaria; divisione Anticrimine, attività di Polizia giudiziaria; C.M.O.-Commissione medica ospedaliera presso il centro di medicina legale; responsabile della segreteria U.P.G.S.P.-Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico (volanti, artificieri, cinofili, tiratori scelti), dove gestisce ben 300 persone. Poi va nell’“Immigrazione”, quale responsabile dell’ufficio “asilo politico”, dove fa scorte sul territorio nazionale e internazionale.

L’esperienza nell’Ufficio Immigrazione ha una particolare valenza, soprattutto umana, nella vita professionale di Anna. “Mi ha permesso di conoscere il mondo”, dice. “Ancora oggi girando per Bologna mi capita di incontrare persone che ho conosciuto per lavoro, richiedenti asilo, che quando mi incontrano vogliono offrirmi il caffè. Devi sapere che quando, insieme ad un collega, accompagnavo in macchina a Torino queste persone per il colloquio con la Commissione per i richiedenti asilo e ci fermavamo in autogrill per una sosta, offrivo loro il caffè o la colazione e loro erano contenti e grati per questi piccoli e significativi gesti di umanità”.

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Svolge tantissimi servizi di ordine pubblico (stadio, concerti, manifestazioni politiche, scorte tifosi).

Anna Grazia con la figlia Giulia

Nel 2012 viene poi assegnata alla Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura dei Minori di Bologna, dove collabora con un Pubblico Ministero nella fase delle indagini preliminari, e, infine, a coronamento della sua carriera, nel febbraio 2017, viene nominata comandante della caserma della Polizia ferroviaria di Alto Reno Terme, che ha sede nel vecchio Comune di Porretta Terme. Unica donna in un ufficio di soli uomini.

All’epoca, “Il Resto del Carlino” del 17.2.2017 presenta la nuova Comandante con il seguente “biglietto da visita”: “Ispettore capo della polizia di Stato, sorella crocerossina e istruttore di diritto internazionale umanitario quando c’è bisogno di soccorrere chi è in difficoltà e, a tempo perso, ciclista amatoriale con la passione per le due ruote ereditata dal padre Vittorio”.

“Il Resto del Carlino” del 17.2.2017

L’esperienza acquisita negli anni nei vari uffici permette alla Comandante Fersini di svolgere con serenità l’incarico e affrontare le varie situazioni con una certa sicurezza.

Ricorda, però, un episodio in particolare, “un momento carico di emozione, dove ti senti il cuore in gola e dove, come sempre, devi affrontare la situazione con professionalità”.

Racconta: “Un ragazzo si era suicidato (aveva messo la testa sopra una rotaia) e io dovevo andare a casa dei genitori per dar loro la notizia. Puoi immaginare come ci si sente. Io avrei dovuto dire a quelle persone una cosa che non avrebbero mai più scordato nella loro vita. Non potevo raccontare balle. Dovevo dire la verità. Che dire? Probabilmente la mia sensibilità, unita alla formazione specifica ricevuta, mi ha permesso di fare bene. Ricordo quando entrai in quella casa. C’era una luce soffusa. Quando comunicai la notizia, la madre lanciò un urlo di disperazione e si lasciò cadere sul divano; la sorella scappò al piano di sopra. Io la segui per evitare gesti inconsulti o nel caso si sentisse male. Il tutto con delicatezza, senza soffocare questo loro momento. Subito dopo feci salire i genitori sull’auto di servizio e li accompagnai all’obitorio. Entrai prima io nella stanza dove c’era il figlio, che era stato letteralmente decapitato. Con l’operatore dell’obitorio decidemmo che era meglio non farlo vedere ai genitori e loro accettarono. La cosa che mi fece emozionare e che mi lascio letteralmente sbalordita fu il “grazie” di queste persone. Io ero andata nella loro casa per comunicare quello che un genitore non dovrebbe e non vorrebbe mai sentire dire e questi mi dicono “grazie”. Per un po’ di tempo rimasi in contatto con la sorella, poi da sola continuò il suo cammino. Pensa che il padre, un fotografo molto bravo, venne in ufficio per ringraziarmi e nell’occasione mi regalò un volume con una raccolta di foto che illustravano e raccontavano momenti di guerra nella zona dell’Appennino tosco-emiliano”.

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Un episodio che ho voluto riportare dalla sua viva voce perché significativo della personalità della nostra Anna Grazia nel suo lavoro professionale e di quel magico “tocco” di sensibilità e umanità che contraddistingue la presenza delle donne all’interno della Polizia e di tutte le Forze dell’Ordine.

Sopra e sotto: presso la sede municipale di Porretta con amministratori comunali, amici, familiari, colleghi e Superiori P.S.

Il mio cammino all’interno della Polizia di Stato è finito il 31 maggio. Mi sono sempre considerata super fortunata essendo riuscita a fare il lavoro che avevo sempre desiderato fare”, conclude soddisfatta la prima donna-poliziotto di Collepasso, che, entrata in Polizia da Agente, ha terminato la carriera da Sostituto Commissario, salendo con impegno tutti i gradini e superando tutti i concorsi per avanzare di grado.

Una curiosità. Gianna Nannini è stata sempre la sua cantante preferita. “Il top del servizio è stato quando mi chiesero di farle la scorta dopo un suo concerto a Bologna. Non puoi capire…“, mi dice.

Tra i tanti regali, anche il “set del piccolo poliziotto”

Al momento del congedo, l’intera comunità di Porretta Terme, con in testa il sindaco, e i Superiori della Polizia di Stato hanno voluto tributare i giusti e doverosi onori a questa straordinaria donna, che ha scelto di fare la poliziotta per passione e missione e un non comune senso di umanità, sensibilità e professionalità.

Anche la sua comunità di origine si unisce al doveroso tributo alla prima donna-poliziotto di Collepasso, augurandole di godersi la meritata pensione e di averla ora più spesso tra noi.

Congratulazione, Comandante Fersini!

… ti auguriamo una vita felice e serena, cara Anna Grazia!

Pantaleo Gianfreda


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