Contributi siccità 2022: l’Amministrazione incassa i fondi quasi 10 mesi fa, ma “dimentica” di darli agli aventi diritto

Contributi siccità 2022: l’Amministrazione incassa i fondi quasi 10 mesi fa, ma “dimentica” di darli agli aventi diritto

29 Marzo 2024 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Ho atteso qualche giorno e questo giorno per scrivere queste note.

Oggi è Venerdì Santo, giorno della Crocefissione del figlio di Dio diventato uomo, ucciso per mano degli stessi uomini. Di uomini ciechi e malvagi. Come la tanta malvagità e cattiveria che alberga tutt’oggi in tanti uomini e donne che si dicono cristiani/e.

Ieri come oggi, la “via crucis”, la persecuzione e anche la “crocefissione” di tanti “profeti” come Gesù, di uomini e donne di ingegno o semplicemente liberi, di onesti lavoratori e cittadini sono avvenute e avvengono solo perché non graditi al potere di imperanti “scribi e farisei ipocriti” che, come dice il Vangelo,  “all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume… giusti davanti alla gente”, ma dentro “pieni di ipocrisia e di iniquità”.

È accaduto ieri. Accade oggi. Le tante guerre, le malvagità, le persecuzioni, le galere per i dissidenti e i “non allineati” e tante altre macroscopiche aberrazioni volute e imposte dagli uomini “del potere” sono di fronte ai nostri occhi. Gli animi più liberi e sensibili si indignano e cercano di reagire, ma spesso tutto ciò crea assuefazione e persino partigianeria e giustificazionismo in tanta parte dell’opinione pubblica.

Succede nelle vicende “macroscopiche” della cronaca quotidiana. Succede in tante minute e quotidiane vicende all’apparenza “microscopiche”.

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Volete un piccolissimo ma significativo esempio, a noi così vicino?!?

Il Comune di Collepasso ha incassato quasi dieci mesi fa (giugno 2023) i contributi del Ministero dell’Agricoltura per la siccità che aveva colpito anche l’agricoltura pugliese nel 2022, ma ha “dimenticato” sinora di assegnarli ai pochi agricoltori collepassesi che ne hanno diritto e avevano presentato domanda tramite il Comune.

Perché? Per pura “dimenticanza” o “distrazione”, due concetti comunque inammissibili in una Pubblica Amministrazione, o altro?!?

L’assurdo è che, nonostante le sollecitazioni degli agricoltori e le promesse “da marinaio” di liquidazione, l’Amministrazione, pur avendo i soldi in cassa, non avendoli dati (come era suo compito e dovere) ai legittimi destinatari nel corso del 2023, non può attualmente liquidarli.

Perché? Perché, non essendo stati spesi nel corso del 2023, quei soldi sono diventati per il bilancio comunale “residui passivi”, come si dice in gergo tecnico. Per cui ci sono, ma non possono essere dati ai legittimi proprietari di quel gruzzoletto (si tratta in totale di soli 1.500 euro), che, per poterli riscuotere, devono attendere ancora… dopo quasi un anno!  L’Amministrazione, infatti, deve riscrivere nel bilancio 2024, già approvato, quelle somme e preparare il Conto consuntivo, che sarà probabilmente approvato a fine aprile.

Incredibile, ma vero… e succede a Collepasso, non certo in Africa o in lande autoritarie e desolate!

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L’attuale Amministrazione comunale non finisce mai di sorprendere!

Le “leggende metropolitane” che fioriscono ormai quotidianamente attorno ad essa sono così numerose e inquietanti – tanto che non si capisce più il confine tra realtà e fantasia – da far rabbrividire.

Nel caso in questione si tratta inconfutabilmente di fatti reali e non di fantasia.

Gli enormi ritardi sono dovuti ad inefficienza burocratica, alla “siccità” che è nell’animo degli amministratori, alla volontà di mortificare i pochi eroici produttori che continuano a far vivere l’agricoltura o alla volontà di discriminare chi, pur avendone diritto, non è nelle grazie dell’attuale Amministrazione?!? Quest’ultimo sospetto potrebbe non essere infondato, se si leggono i pochissimi nomi dei destinatari di quelle somme.

Ormai ci si è abituati – e quest’assuefazione rischia di portare verso l’agonia la nostra bistrattata democrazia – a sindaci e amministratori che pensano di poter fare impunemente “il bello e il cattivo tempo”, vere e proprie “canaglie” che favoriscono platealmente gli amici, forzando persino procedure amministrative per ingraziarseli, e cercano malvagiamente di danneggiare i “nemici” (o presunti tali) inventandosi persino “il pelo nell’uovo” per “castigarli” e non riconoscerne i legittimi diritti.

Nel loro piccolo, sono costoro i “Caifa”, i “Pilato” e i “sacerdoti del Tempio” che oggi perseguitano e crocifiggono, nella figura del Cristo, le tante persone perbene, buone ed oneste.

Pasqua “di pace, di serenità e di speranza”, come taluno scrive in un manifesto di auguri?!?

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Certo, auguriamo a tutti “pace e serenità”, persino a “scribi e farisei ipocriti”… con la “speranza”, però, che la Resurrezione scacci una volta per tutte questi “mercanti dal tempio”!

Pantaleo Gianfreda


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