Cronaca e foto del 10 gennaio, giorno di pulizia del Bosco e dei bagni pubblici. Necessarie urgenti iniziative per salvare il Bosco
10 Gennaio 2024Passo stamattina da via Galliano. Vedo operai della “Canal Jet” impegnati nella pulizia dei bagni pubblici.
Mi fermo. Scambio alcune parole con un operaio. Fotografo.
Il locale dei bagni pubblici è ritornato, improvvisamente e “per incanto”, lindo e pulito.
Di ritorno a casa, passo dal Parco Bosco. Mi fermo. Entro. Come “per incanto”, vedo il Bosco pulito (o quasi) da fogliame e ghiande. Fotografo.
Mi inoltro all’interno e mi imbatto in due operai che stanno terminando le pulizie. Fotografo. Li saluto. Scambio alcune parole con loro. Apprendo che sono dipendenti di un’azienda di Maglie incaricata della pulizia. Uno è di Collepasso. L’altro forestiero.
Più in là anche altri due operai della stessa ditta puliscono. Mi fermo. Fotografo. Saluto. Scambio alcune parole. Sono ambedue forestieri. Cittadini di questo piccolo mondo. Come tutti noi. Un mondo così piccolo che, nel conversare, scopro di avere in comune con uno di loro un vecchio e caro amico. Colgo l’occasione per chiamarlo. Parliamo un po’ e lo saluto. Lo saluta anche l’operaio. Felice, come me, di aver scambiato quattro parole con un vecchio e comune amico, già sindaco di un piccolo paese salentino.
Faccio una breve passeggiata di altri millecinquecento passi all’interno del Bosco, il mio amico bosco vicino di casa. Un tributo ai giornalieri e salutari “7.500 passi e più” e per conquistare preziosi “punti cardio” che allungano la vita (così dicono).
Poi esco dal cancello laterale. Mi imbatto negli operai. Vanno via con un camion colmo di fogliame e ghiande. Fotografo. Scherziamo un po’. Saluto e vado via.
“Circumnavigo” il perimetro esterno del Parco Bosco. Sempre per il doveroso tributo ai miei salutari “7.500 passi”.
Improvvisamente, avverto tra il fruscìo delle fronde, “soffi” di parole.
Tendo l’orecchio. Mi pare di sentire… “Grazie, Pantaleo… grazie, Eliana!”.
“Prego!”, rispondo d’istinto.
Poi penso: “Chi sarà mai? Sarà l’amico Bosco che ringrazia per l’amicizia che da sempre ci lega e la protezione che cerco di riservargli con i miei articoli?!?”.
Probabile. Madre Natura ha mille modi per esprimere riconoscenza nel suo particolare linguaggio. In qualche modo comprensibile almeno a quelli che devotamente la amano e la rispettano.
Oppure quei “soffi” di parole portano l’eco, diffusa nell’etere, di flebili e timide voci contrite provenienti “dall’alto” e “dal basso”?!?
“Dall’alto” dei palazzi dell’arrogante potere, ad esempio… divenuto improvvisamente mansueto e contrito?!?
Oppure “dal basso” o “dai bassifondi” dei “proni” all’arrogante potere?!?
Di coloro – mi “scappa” di dire – che, “gementes et flentes in hac lacrimarum valle”, si sono “sbizzarriti” in questi giorni a postare commenti sconcertanti e sconfortanti su Facebook… i tanti “carletti/carlette”, al netto dei tanti/e in buona fede intossicati/e dal Minculpop nostrano, assisi/e sui “troni” dei condotti fognari delle loro voragini sociali e culturali, della loro insipienza amministrativa, ma anche delle loro insane voracità social… certo una sparuta minoranza di “leoni da tastiera” rispetto ai 5.000 e più che in questi due giorni hanno visualizzato su Facebook i miei articoli sullo stato pietoso dei bagni pubblici e del Bosco, che oggi, “d’incanto” vengono finalmente ripuliti su disposizioni venute “dall’alto”!
A loro esprimo sincere “condoglianze” (dal latino “cum dolere”-“soffrire insieme”) e umana misericordia e dedico questo “quadretto” del grande Umberto Eco… perché riflettano prima di continuare a scrivere idiozie.
A chi, invece, “dall’alto”, ne scrive di peggiori e con maggiori responsabilità – dovendosi inventare sempre e ad ogni costo un “nemico” per poter sopravvivere -, con l’ormai noto stile rissoso, denigratorio, accusatorio, provocatorio e tracimante infamie nel disperato tentativo di manipolare le coscienze, provocare confusione, distrarre dai problemi reali, istigare allo scontro, alla rissa, all’odio… dedico, invece, quest’altro “quadretto” di Eco…
Oseranno costoro mettere in discussione anche il pensiero di uno dei massimi pensatori moderni?!?
… al di là di tutto, nonostante le “palle/balle di fuoco” che piovono “dall’alto” e le “parole al vento” che soffiano “dal basso” e “dai bassifondi”, una cosa è certa: improvvisamente, nell’odierna giornata di mercoledì 10 gennaio, bagni pubblici e Bosco sono stati ripuliti… e questo conta più di tutto!
Gli amministratori dovrebbero, però, porsi una domanda… come mai tanti cittadini si rivolgono al mio sito internet per segnalare tanti problemi? Non sarà che non hanno alcun contatto reale con i cittadini o che forse i cittadini temono, visti i soggetti, di rivolgersi a loro per paura di ritorsioni?
Infine, a proposito di vento e bosco…
Se alcuni “leoni da tastiera” avessero guardato bene le foto dei bagni pubblici che ho pubblicato, si sarebbero accorti (al di là delle scritte vandaliche che sono lì da anni) che non di atti di vandalismo si è trattato – salvo che anche il vento venga definito “vandalo” – ma solo e semplicemente di cartacce, fogliame e polverume che il vento impetuoso aveva portato e depositato da giorni all’interno dei bagni pubblici, la cui porta d’ingresso è sempre aperta, e che nessuno dell’Amministrazione, responsabile della cura di quei locali, era sinora intervenuto.
Egregi ed egregie “leoni e leonesse da tastiera”, ditemi – di grazia – di chi era dovere far ripulire, come è stato fatto oggi, da quel lerciume?!? Di chi – mi pare ovvio – ha la responsabilità di quel luogo pubblico. Cioè, sindaco, assessore al ramo e Amministrazione. “Elementare, Watson“, no?!?
… e allora, scusatemi il “francesismo”, perché scrivere tante “fregnacce”, che denotano anche tanta ignoranza, seppur solo colposa, almeno per alcuni? …salvo che molti di quei commenti, come mi è venuto il sospetto leggendone uno in particolare, non siano stati sollecitati e guidati “dall’alto” o dai “chierici” dell’“Altissimo”…
Sul Bosco. La doverosa pulizia odierna non esenta l’Amministrazione da altre impellenti responsabilità e decisioni.
Il Bosco, come ampiamente documentato con le foto pubblicate su questo sito e dalla consigliera Eliana Vantaggiato sul suo profilo Facebook, è gravemente malato e va curato prima che sia troppo tardi e muoia.
Il consigliere regionale Cristian Casili (che ringrazio per la sua disponibilità e al quale chiedo scusa per “parole di troppo” scritte nei suoi riguardi su Facebook da qualche “poveretta”), che è agronomo, parlava l’altra mattina di una evidente e grave situazione sanitaria del Bosco, dovuto ad un attacco violento di “Bupreste fasciato”, un coleottero, e “Chermococco vermiglio”, una cocciniglia, che attaccano gravemente il Leccio (Quercus ilex), tanto da provocarne lentamente, ma inesorabilmente, la morte. Sia il Bupreste che il Chermococco non sono come la Xylella, ma si possono controllare e combattere. La presenza di questi due elementi patogeni è favorita, come nel caso del Bosco di Collepasso (che presenta una situazione a se stante anche rispetto ad altre analoghe), dalla mancata cura e gestione del patrimonio arboreo.
Questa grave situazione sanitaria del nostro Bosco, se non affrontata immediatamente e seriamente, potrebbe comportare (e forse la Manta non lo ha ancora capito) persino la revoca, ai sensi della L. R. n. 40/10.12.2012, di riconoscimento regionale del Bosco come “Bosco didattico”.
Su queste tematiche, sulle quali occorre seriamente discutere e confrontarsi nell’interesse di tutta la comunità, tornerò certamente nei prossimi giorni.
La Manta, invece di scrivere su Facebook “post-pipponi” senza senso e costrutto e “né capo né coda”, chiaramente isterici e deliranti, avrebbe dovuto prima ringraziare civilmente chi ha segnalato il drammatico problema e, al contempo, esporre serenamente e responsabilmente, come suo dovere di sindaco richiede, le iniziative che l’Amministrazione intende assumere per salvare il Bosco.
Elementare (e civile), Watson, no?!?
Nel frattempo, nell’ambito della più generale pericolosità rappresentata dallo stato del Bosco, segnalo il particolare pericolo di quest’albero, chiaramente secco “sin nel midollo”, ubicato proprio all’angolo nord-ovest del Bosco, che di fatto “si appoggia” su un palo elettrico e rischia di cadere da un momento all’altro sulla strada.
A presto!
Pantaleo Gianfreda