Domenica 28 gennaio, Giornata mondiale dei Malati di lebbra nel ricordo del grande filantropo e pacifista Raoul Follereau

Domenica 28 gennaio, Giornata mondiale dei Malati di lebbra nel ricordo del grande filantropo e pacifista Raoul Follereau

27 Gennaio 2024 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Domenica 28 gennaio si celebra la 71^ Giornata mondiale dei Malati di lebbra, istituita nel 1954 da Raoul Follereau e organizzata dall’AIFO, l’“Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau”.

Celebrata oggi in oltre 150 Paesi questa Giornata è diventata, secondo il desiderio espresso dal fondatore, “un immenso appuntamento d’amore” che reca agli ammalati, più ancora dei considerevoli aiuti materiali, la gioia e la fierezza di essere trattati da uomini.

Raoul Follereau

Raoul Follereau (1903-1977) è stato uno straordinario esempio di generosità e di coraggio, nonché un vero e proprio faro per tutti quelli che hanno a cuore le sorti del mondo e dei diseredati. Giornalista, poeta, filantropo e pacifista francese, definito “Profeta dell’Umanità”, ha dedicato tutta la sua vita per curare e ridare dignità ai malati di lebbra. Oppose i suoi ragionamenti di pace ai potenti del mondo schiavi del pensiero della guerra: «Con il costo di un aereo risaneremo tutti i lebbrosi». A 120 anni dalla sua nascita, il 27 dicembre 2023, il giornale “Avvenire” dedicò al grande Follereau un significativo articolo (cliccare su La “folle” logica di pace di Raoul Follereau)

Nel 1961, a Bologna, un gruppo di missionari comboniani e volontari, ispirati dal messaggio di amore e giustizia di Raoul Follereau, fondarono l’AIFO allo scopo di lavorare al fianco degli ultimi di questa terra, favorendo la loro partecipazione, riscattando la loro dignità e in difesa dei loro diritti. Raoul Follereau ha ispirato infatti AIFO e molte altre associazioni, soprattutto in Europa e in Africa.

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Raoul Follereau nel 1936 viene inviato dal suo giornale in Africa dove incontra per la prima volta i malati di lebbra. Scopre, attraverso di loro, il mondo della povertà e del pregiudizio sociale nei confronti della lebbra che condanna i malati alla solitudine e all’emarginazione. Da quel momento dedica la sua vita alla lotta contro la lebbra e contro tutte “le lebbre”. Compie 32 volte il giro del mondo, lavorando instancabilmente per migliorare la qualità della vita delle persone colpite dalla malattia.

Raoul Follereau tra due malati di lebbra in India

La sua figura è fortemente attuale, Raffaele Masto nella postfazione dell’ultimo libro su Follereau edito in Italia nel 2010 scrive: “Ha trasformato la sua battaglia – vincente – a favore di una categoria di ammalati in un appello costante a rivoluzionare i criteri su cui poggia la nostra vita … mantenne sempre inscindibilmente legate l’azione, la spinta ideale e, non ultimo, la ricerca delle cause dell’ingiustizia e la denuncia delle stesse… ebbe sempre l’accortezza di non parlare solo della malattia in sé, ma delle ‘lebbre’, quindi dell’ingiustizia, della povertà, della distribuzione diseguale delle ricchezze, del sistema appunto”.

Ogni anno più di un miliardo di persone sono colpite dalle malattie tropicali neglette, ovvero dimenticate, di cui più di 170.000 hanno contratto la lebbra. E ancora oggi, molte altre persone rimangono ai margini della salute. Ecco perché anche quest’anno l’AIFO scende nelle piazze e nelle parrocchie con i volontari per sostenere la salute degli ultimi del mondo in occasione della Giornata Mondiale dei malati di Lebbra.

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In 71 anni molto è stato fatto, ma la strada è ancora lunga per garantire percorsi comuni di formazione, di presa di coscienza, di dignità e diritti; c’è ancora molto da fare per superare lo stigma della malattia e l’esclusione sociale.

Nell’ultimo numero, Famiglia Cristiana ha dedicato un servizio alla Giornata mondiale dei lebbrosi (cliccare su articolo).

Per ulteriori notizie o per effettuare una donazione, cliccare su aifo.it


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Pantaleo Gianfreda