“Fiabe e racconti di Neviano da una raccolta di Rita Pastore”: diventa un libro la tesi di laurea della docente scomparsa venti anni fa
23 Marzo 2024Piero Cappelli e Francesco Nuzzaco si dedicano da anni alla ricerca, raccolta e pubblicazione di testi della tradizione narrativa popolare e orale pugliese (fiabe, novelle, favole di animali, filastrocche, leggende, ecc.).
Nuzzaco è un docente in pensione che da decenni si dedica alla studio e alla ricerca della narrativa popolare pugliese, Cappelli un editore impegnato nella pubblicazione di testi della narrativa tradizionale (la sua casa editrice è “Edizioni di pagina” di Bari).
I due hanno costituito negli anni ‘80 anche il Fondo Cappelli-Nuzzaco, unicum nel suo genere e conservato nel Museo del territorio di Cassano Murge, con una collezione digitale che comprende la documentazione audio di un ampio repertorio di tradizione popolare, frutto di un lungo programma di rilevazioni sul campo.
La ricerca attenta e certosina, che riguarda anche tesi universitarie sul tema delle tradizioni popolari, ha portato in questi anni alla pubblicazione di fiabe e racconti popolari dialettali di vari Comuni pugliesi, raccolti nella linea editoriale “Puglia in fabula” e curati da Francesco Nuzzaco e Piero Cappelli.
Negli anni ’70-’80 svolgeva lezioni anche presso l’Università di Lecce il prof. Giovanni Battista Bronzini (Matera 1925-Bari 2002), docente di Antropologia culturale presso l’ Università di Bari (l’attuale Rettore è proprio il figlio di Giovanni Bronzini, Stefano), indimenticabile e apprezzatissimo cultore, storico e ricercatore delle tradizioni popolari italiane e autore di numerosi scritti sul tema. Due anni fa fui contattato dal prof. Francesco Nuzzaco per avere notizie di un giovane collepassese, Rodolfo Mellone, che nell’Anno Accademico 1979-80 si era laureato proprio con il prof. Bronzini con una tesi di laurea sul tema “Narrativa popolare di tradizione orale di Collepasso”.
Una notevole e interessante ricerca che raccoglieva le testimonianze e i 29 racconti (“li cunti”) di un nostro concittadino, Alfredo Paglialonga, cieco dalla nascita e scomparso da un ventennio, molto apprezzata dallo stesso Bronzini, che ne scrive e la analizza in modo diffuso nell’introduzione al suo libro “Fiabe pugliesi”, dove Alfredo è definito “figura emblematica”. Nel libro è pubblicato anche un racconto di Alfredo, tratto dalla ricerca di Rodolfo Mellone, che, trasferitosi per insegnare nel Nord Italia, è purtroppo scomparso da oltre un trentennio.
Nuzzaco e Cappelli erano interessati alla pubblicazione del lavoro del compianto Rodolfo, ma sinora, per motivi su cui al momento preferisco sorvolare, non è stato possibile utilizzare la copia della tesi detenuta da vecchi amici. Poiché considero preziosissimo – e tutti dovremmo considerare tale – il lavoro di Rodolfo Mellone per ovvii motivi che non sto qui ad elencare, mi sto testardamente impegnando a recuperare altra copia e far pubblicare la ricerca dall’editore Cappelli, perché sarebbe imperdonabile non mettere a disposizione dell’intera comunità collepassese e salentina li cunti narrati a Rodolfo in modo così efficace da una figura altamente significativa come Alfredo Paglialonga.
Maggiore fortuna e, soprattutto, disponibilità ho avuto, invece, dopo l’ulteriore input del prof. Nuzzaco nel dicembre 2022, nell’individuare e recuperare la tesi di laurea “Inchiesta sulla narrativa tradizionale a Neviano” con cui, nell’Anno Accademico 1976-77, si era laureata la giovane studentessa Rita Pastore di Neviano.
La prof.ssa Pastore, scomparsa da un ventennio per un male incurabile, era moglie di un caro amico di Neviano, l’avv. Luigi Costantini, che, insieme al figlio Antonio, ha subito messo a disposizione della Casa Editrice copia del pregevolissimo lavoro (due volumi di complessive 729 pagine), ora pubblicati, a cura di Francesco Nuzzaco e Piero Cappelli, nel libro “Puglia in fabula. Fiabe e racconti di Neviano da una ricerca di Rita Pastore”.
Nel corso della sua ricerca, Rita Pastore ha intervistato dieci testimoni/narratrici, tutte donne, e ha trascritto e tradotto sessanta brani in dialetto nevianese.
Il libro, date la vastità della ricerca-tesi della Pastore, comprende solo li cunti di Lucia Paglialunga, che ha raccontato ben ventidue fiabe, le cui caratteristiche sono la lunghezza, la predominanza del genere fiabesco e la ricchezza linguistica del dialetto salentino.
Il libro, che riporta la versione sia in dialetto che in italiano de li cunti della Paglialunga, sarà presentato a Neviano il prossimo 19 aprile presso l’auditorium della Scuola Media su iniziativa dell’Istituto Comprensivo Statale Aradeo-Neviano, guidato dalla Dirigente scolastica dott.ssa Serena Alemanni (la prof.ssa Pastore ha insegnato negli ultimi anni di vita nella Scuola Media di Neviano), e dell’associazione “Ecomuseo del Paesaggio delle Serre Salentine di Neviano”, presieduto dalla prof.ssa Rita Stefanelli, con diversi contributi e testimonianze.
Non mi dilungo, pertanto, sul pregevolissimo lavoro di Rita Pastore, che oggi diventa testimonianza di storia e di vita d’altri tempi, ma, per chi è interessato, riporto a fine articolo l’esplicativa e interessante introduzione all’antica tesi e la Nota editoriale al libro oggi pubblicato.
Scriveva, tra l’altro, la giovane Rita Pastore nell’introduzione alla tesi: “I cunti, o fiabe, sono narrazioni fantastiche di fatti meravigliosi, straordinari, compiuti da esseri che agiscono per virtù magiche e sono dotati di forze occulte e superiori. In Neviano, i cunti hanno svolto, ed hanno a tutt’oggi, in parte, un ruolo, una funzione ben precisa: di aiutare lo scorrere delle ore di lavoro agricolo, tabacco in maggior misura, e di passatempo durante le ore di ozio”.
Termino con la considerazione conclusiva, nella lunga e articolata introduzione al libro “Fiabe Pugliesi”, del prof. Giovanni Battista Bronzini, che scriveva: “La frantumazione dei nuclei, luoghi e momenti aggregativi della società contadina meridionale ha determinato altresì la perdita di altre funzioni, un tempo preminenti, del narrare, come la funzione dilettevole e la didascalica, che nella effettiva realtà erano combinate e non separate come vuole la distinzione romantico-grimmiana di fiabe e leggende. L’arte attiva del narrare è una delle espressioni della oralità creativa tradizionale maggiormente coinvolte nel processo di trasformazione della società. Il demo-antropologo non può che fare storia di un’arte sommersa, individuando (fin dove gli è possibile) le caratteristiche testuali e contestuali della fase attiva e di quella che tale non è più”.
“Un’arte sommersa” che oggi può “fare storia” a Neviano, nel Salento e in tutta la Puglia grazie al lavoro e alla ricerca anche della tesi universitaria della giovane studentessa Rita Pastore, poi docente, alla quale va un ringraziamento postumo, un affettuoso pensiero e un ricordo che oggi diventa indelebile con il suo libro.
Pantaleo Gianfreda
Introduzione alla tesi
(per leggere meglio cliccare sulle immagini)
Grazie Pantaleo per il tuo ostinato impegno a divulgare storia e storie di una comunità quella salentina tanto ricca di cultura, colori, luce e sapori di vita vera. Li cunti mi riportano all’infanzia quando la Tetta, vicina di casa e parente, raccontava le storie fantastiche di spiriti e folletti che erano in grado di trasformare le sorti dei protagonisti. Io l’ascoltavo rapita d’inverno davanti al fuoco o d’estate quando ci intratteneva mentre si infilava il tabacco. Mi auguro che i tuoi vecchi amici concedano la possibilità di pubblicare la tesi del nostro carissimo amico Rodolfo, anche per riscattare la sua memoria e regalarci un pezzo della sua storia che possa continuare e vivere in chi lo leggerà.
Rosalba Malerba