“Il fatto non sussiste”: il Tribunale assolve Lucio Russo dopo la denuncia per diffamazione fatta da Vito Perrone
13 Aprile 2024“David contro Golia”… e Lucio Russo mette K.O. Vito Perrone in Tribunale!
“Il fatto non sussiste”: con questa motivazione, infatti, il Giudice della 1ª Sezione Penale del Tribunale di Lecce, dott. Fabrizio Malagnino, nell’udienza del 4 aprile 2024 ha assolto Lucio Russo, assistito dall’avv. Fabrizio Mangia, dall’accusa di diffamazione aggravata a mezzo stampa rivoltagli da Vito Perrone, commercialista, ex sindaco di Collepasso e già docente presso un Istituto di Scuola Superiore di Casarano.
Il Perrone aveva presentato nel luglio 2022 una denuncia alla Procura della Repubblica perché si era sentito diffamato da un articolo “L’uomo nero locale”, pubblicato nel numero 0 del giugno 2022 su “l’Opinionista di Collepasso”, edito e diretto dal Russo, che di seguito si riporta per conoscenza.
Secondo la denuncia del Perrone, quanto esposto era “riconducibile al Russo… ha grande potenziale diffamatorio e lede la mia immagine professionale”, seppure aggiungeva… “pur mancando nel corpo dell’articolo diffamatorio una espressa individuazione del soggetto cui le accuse fanno riferimento”.
Nell’informativa della Stazione dei Carabinieri di Collepasso, il non rimpianto Comandante Tersigio Zezza (ora in pensione) scriveva, forzando il suo compito e quasi a voler “dare l’assist” al Giudice per condannare Lucio Russo, che l’articolo era “palesemente riferito a Perrone Vito”.
Il Giudice ha smentito l’uno, Perrone, e l’altro, Zezza. Ha assolto “RUSSO Antonio del reato ascrittogli perché il fatto non sussiste”, considerato che, come riporta il dispositivo della sentenza, “lo stesso Perrone, nel corso del proprio esame, ha escluso qualsiasi associazione della propria persona ad alcuna delle surriportate circostanze”.
Di seguito i “motivi della decisione” del Giudice.
Un’indubbia figuraccia per Vito Perrone, che, grazie anche alla compiacente informativa di Zezza e all’assistenza di un “avvocato di grido”, si sentiva già sicuro vincitore della causa intentata contro Lucio Russo, che oggi può legittimamente esultare per essere stato completamente scagionato dall’accusa di diffamazione aggravata a mezzo stampa, in quanto “il fatto non sussiste”.
Si attende ora la stesura definitiva della sentenza con le relative e approfondite motivazioni di assoluzione e anche per la visione e lettura dei verbali dell’udienza. Pare, infatti, che Vito Perrone si sia lasciato andare, nel corso del suo interrogatorio (“nervoso e penoso”, a detta dei presenti), in dichiarazioni “imprudenti” e probabilmente diffamatorie nei confronti di soggetti completamente estranei alla vicenda.
Certo è che la sentenza rappresenta un duro colpo e una lezione per Vito Perrone e, più in generale, per il potere politico attualmente imperante a Collepasso, che mal tollera ogni tipo di critica e di cui, secondo una mai smentita “leggenda metropolitana”, l’ex sindaco pare sia “architrave” e “tessitore”.
Pantaleo Gianfreda