“La Chiesa non resta a guardare”: dura e coraggiosa denuncia contro la criminalità del “nostro” Don Giuseppe, Vescovo di San Severo
19 Agosto 2024Dura e coraggiosa denuncia del “nostro” Don Giuseppe Mengoli, Vescovo di San Severo, dopo alcuni gravi fatti avvenuti in quella martoriata città, da anni teatro di scorribande e violenze da parte della criminalità organizzata.
Nei giorni scorsi a San Severo un ordigno è esploso all’ingresso di un salone da parrucchiere e il vigneto dell’azienda agricola di un giovane imprenditore è andato distrutto.
“Il tutto in un quadro di forte pervasività della criminalità”, scrive il quotidiano dei vescovi italiani “Avvenire”, che ha riportato la dura e coraggiosa presa di posizione del Vescovo di San Severo, figlio e nipote di onesti lavoratori della nostra Collepasso (cliccare su Avvenire).
Il “Messaggio di S.E. Mons. Giuseppe Mengoli sugli ultimi fatti di cronaca”, dal significativo titolo “La Chiesa non resta a guardare”, è di due giorni fa ed è stato pubblicato dal sito della Diocesi (cliccare su diocesisansevero.it).
Un messaggio chiaro e forte, che deve far riflettere i “cristiani veri” e indurre tutte le persone oneste all’“indignazione” di fronte a “ingiustizie e atti di violenza” perché, come scrive don Giuseppe, “Il silenzio omertoso non è lo stile del cristiano, non può essere l’atteggiamento della Chiesa”. Condivido e sottoscrivo una ad una le parole di Don Giuseppe, che rende più forti le persone oneste nelle battaglie per la legalità e, al contempo, ci fa sentire orgogliosi, come collepassesi, di un così forte e coraggioso concittadino e sacerdote.
Di seguito il suo messaggio.
LA CHIESA NON RESTA A GUARDARE
Davanti ai tanti episodi di cronaca che oscurano il volto della Città di San Severo, la Chiesa non può restare a guardare o girarsi dall’altra parte facendo finta di nulla. Le ingiustizie e gli atti di violenza quando ci stanno, si ripetono con frequenza e creano un clima di terrore, devono provocare indignazione, affinché la parte malata della società non continui a far ammalare quella sana, che pure c’è.
San Severo è teatro ormai di illegalità, di aggressione violenta, tanto da far credere che lo stato di diritto sia stato soppiantato da un regime di terrore. La diffusa rassegnazione e la comune paura, poi, contaminano nella nostra Città la convivenza sociale, paralizzano ogni desiderio di miglioramento, lasciano uno stato di inguaribile delusione. Seguendo questa via non ci sarà più futuro, non ci sarà sviluppo, non ci sarà più vita. E a perdere saremo tutti.
Non siamo nel Far West dove può prevalere indisturbata la legge del più forte! I sistemi malavitosi, le rivendicazioni di parte, gli interessi corrotti destabilizzano le autentiche forze propositive presenti in molti e la volontà di riscatto che, per grazia di Dio, non si lascia morire. Affermo con forza, tuttavia, che anche in questa nostra Terra il bene è più forte del male e che la Chiesa ha la grave responsabilità di ribadirlo ogni giorno senza timore, perché il bene viene da Dio e di questo bene i cristiani sono chiamati a essere i promotori. I cristiani veri, però, non quelli di facciata, né quelli abitudinari e chiusi in contesti protetti che non toccano il vissuto della gente.
Come Vescovo sono accanto a chi è leso nei suoi diritti fondamentali, sono accanto a chi è aggredito da azioni violente, irrazionali e scellerate, sono accanto a chi è sfruttato da manovalanze schiavizzanti, sono vicino a chi non ce la fa più e vorrebbe scappare da qui, sono accanto a chi in poche ore vede andare in fumo il suo lavoro. Sono vicino alle tante persone ferite che ho conosciuto nei mesi scorsi e a quelli che attendo ancora di conoscere…
Il silenzio omertoso non è lo stile del cristiano, non può essere l’atteggiamento della Chiesa, la quale, poi, insieme alle altre istituzioni, ha il delicato compito dell’educazione dei più piccoli, spettatori spesso involontari di scenari raccapriccianti e, nello stesso tempo, seducenti.
La nostra forza scaturisce dalla nostra certezza che la violenza non potrà mai essere l’ultima parola! Mai!
San Severo, 17 agosto 2024
+ don Giuseppe, vescovo