L’irata Manta, “colta con le mani nel sacco”, minaccia e “spara a salve” contro la consigliera Vantaggiato

L’irata Manta, “colta con le mani nel sacco”, minaccia e “spara a salve” contro la consigliera Vantaggiato

22 Ottobre 2024 5 Di Pantaleo Gianfreda
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La Manta non finisce mai di sorprendere per la sua inquietante “evoluzione” caratteriale e la drammatica involuzione democratica che ha impresso al suo mandato.

Forse pensa che il Comune sia “cosa sua” e/o “casa sua”, una “cosa privata” in cui può fare e disfare quello che vuole senza alcun rispetto di norme, regolamenti e persino delle persone?!?

Scrivo queste note perché ho letto il post e gli inquietanti documenti pubblicati ieri su facebook dalla consigliera comunale Eliana Vantaggiato, alla quale esprimo pubblica solidarietà.

Leggete, intanto, questo “cammeo” finale della Manta, costretta a rispondere alla cons. Vantaggiato per tentare di evitare di essere denunciata e perseguita dalla Procura della Repubblica.

Un inquietante surrogato di arroganza, boria, saccenteria, isterico delirio, aggressività, volgarità politica, minacce “terroriste” e senza vergogna messe “nero su bianco”, che il soggetto spande ancora una volta a piene mani contro chi non le garba, pensando di intimorire e mettere a tacere l’opposizione. Parole “al vento”, fissate come “pietre rotolanti” su un pubblico documento, che mi hanno particolarmente colpito ed indignato prima di tutto come cittadino libero e pensante e poi anche come ex amministratore che ha avuto ed ha dimestichezza con leggi e regolamenti.

Di fronte alle minacce e alle roboanti “sparate a salve” di questa “macchietta” di sindaco non si sa se sorridere, ridere, piangere o commiserare lei e, soprattutto, noi cittadini, “colpevoli” di averle concesso con il nostro voto una funzione pubblica immeritata che svolge senza “disciplina ed onore” (art. 54 Costituzione: “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”).

Riepiloghiamo i fatti.

Eliana Vantaggiato

La consigliera Eliana Vantaggiato presenta, come è suo diritto, tre interrogazioni in data 14 marzo, 21 marzo e 22 aprile 2024. Per legge e regolamento, il sindaco è obbligato a rispondere al massimo entro trenta giorni. La Manta non risponde. Perde ogni giorno tante ore del suo tempo a “cazzeggiare” su facebook, seppur nessuna legge le imponga di scrivere le sue quotidiane “favolette” e/o a rispondere persino a “cani e porci” (con rispetto parlando!). Non trova, però, il tempo di fare il suo dovere di sindaco, nonostante i 4mila e 2centesimi mensili che costa al bilancio comunale (per cui a noi tutti), e rispondere, come legge impone, alle interrogazioni di un consigliere comunale.

Trascorrono i trenta giorni e la Manta diventa “fuorilegge” perché si pone al di fuori e contro la legge.

Verso metà maggio la Vantaggiato segnala l’anomala situazione al Prefetto, che chiede spiegazioni alla Manta, che persiste imperterrita nel suo stato di “fuorilegge”, per cui passibile di essere perseguita penalmente (cliccare su articolo).

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Ancora. Il 24 maggio e il 16 luglio la consigliera Vantaggiato presenta, come suo diritto, tre richieste di copie di atti al Segretario comunale Greco. Per legge e regolamento copie degli atti devono essere obbligatoriamente rilasciate al consigliere entro cinque giorni, al massimo quindici se l’estrazione delle copie comporta una qualche complessità (con il dovere del dirigente o funzionario comunale di comunicare al richiedente il motivo del ritardo). Il Segretario non solo non fornisce gli atti richiesti, ma nemmeno alcuna risposta. Anche egli si pone, pertanto, nello stato di “fuorilegge”, avendo violato la normativa in materia che obbliga gli uffici a fornire copia degli atti richiesti nei tempi perentori previsti.

Prima di adire le vie legali, come sarebbe suo diritto, e chiedere l’intervento della Magistratura penale per perseguire il sindaco-avvocato (!!!) Manta per il reato di “omissione di atti di ufficio” (e forse altro) e il Segretario comunale per “rifiuto di atti d’ufficio” (en passant, ricordo che pochi giorni fa due giudici – i P.M. De Pasquale e Spadaro – sono stati condannati a otto mesi per rifiuto di atti d’ufficio nella vicenda “Eni-Nigeria”), la consigliera di opposizione fa un magnanimo ed estremo tentativo. Invia ai due una comunicazione, inoltrata per conoscenza al Prefetto, e li diffida “a rispondere alle suddette interrogazioni e a fornire gli atti richiesti entro il termine massimo di sette giorni, trascorsi i quali provvederà a presentare formale denuncia-querela all’Autorità Giudiziaria”.

Ce la diciamo tutta?!? La Vantaggiato, onde evitare ai due meritate conseguenze penali, di fatto fa loro un favore, di cui dovrebbero esserle grati, nonostante palesi e reiterate violazioni dei più elementari principi amministrativi e, nello specifico, il “massacro” di elementari diritti del consigliere comunale.

Di fronte alla diffida, inviata per conoscenza al Prefetto, i due sono costretti a rispondere nei sette giorni, seppur “a modo loro” e in modo carente (non danno reali risposte e non forniscono tutti gli atti richiesti).

Laura Manta

La risposta della Manta, poi, è un “capolavoro”! Messa alle strette, si arrampica sugli specchi con le solite manipolazioni e “narrazioni”. Di fatto, però, ammette di aver violato la legge e continua a violarla perché non fornisce risposte dettagliate e separate alle tre interrogazioni. Né è “esimente” – mi perdoni l’illustre avv. Manta – la circostanza che della “vicenda antenne”, oggetto di una delle tre interrogazioni, si fosse discusso successivamente in un Consiglio comunale. E poi termina la “non risposta” con quelle parole minacciose e vergognose, al fine di intimorire e condizionare la consigliera di opposizione.

L’assurdo sapete qual è? Come le bimbe capricciose e viziate colte “con le mani nella marmellata”, la Manta comincia a strepitare … “non sono stata io… non sono stata io… tu sei stata… adesso lo dico alla mamma!”.

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Una potenziale imputata per reati contro la Pubblica Amministrazione, invece di dimostrare riconoscenza alla consigliera di opposizione per non averla denunciata alla Magistratura, ha persino la “faccia tosta” di sbraitare, accusare e minacciare la “parte lesa” di… “querela per diffamazione e calunnia”(!!!) … come se un ladro, colto al momento del furto, minacciasse di denunciare la vittima invece di essere lui stesso denunciato!

… ma non si vergogna, sia come avvocato che come, seppur indegno, sindaco?!?

A chi pensa di far paura… forse ai “passeri”, ma non certamente a chi conosce leggi, regolamenti, diritti e doveri! O forse pensa che essendo avvocato possa scrivere quello che vuole e minacciare impunemente?!?

Laura Manta dovrebbe vergognarsi e dimettersi da una funzione, quale quella di sindaco, di cui non comprende non solo i doveri, ma nemmeno la dignità e, soprattutto, “disciplina ed onore”!

Non si rende conto che certe sue eccelse “virtù” rivelano sempre più chiaramente totale mancanza di cultura politica e democratica, inettitudine politico-amministrativa e un acclarato analfabetismo istituzionale.

Rivelano, soprattutto, estrema debolezza e insicurezza, che la portano a reagire in modo assurdo e irrazionale contro chi le si oppone o si permette di criticarla. Ormai certe sue performances sono diventate di dominio pubblico e barzellette oggetto di scherno ed irrisione (ed anche preoccupazione) da parte di tanti cittadini costernati da comportamenti puerili e indegni di un sindaco. Chi è sicuro di sé rispetta leggi e regolamenti e agisce correttamente nel loro alveo. Rispetta ogni cittadino, al di là dell’appartenenza politica e/o culturale. Non usa la “carota”, il sorriso e la gentilezza con chi è con lei… e, invece, il “bastone” e il “grugno” (e anche la ritorsione e la vendetta) con chi è contro di lei.

Per il soggetto i cittadini sono solo “oggetto” delle sue “bramosie”, “concupiscenze” e ambizioni politiche, non certo “soggetti” liberi e pensanti. Secondo costei, l’unico “soggetto pensante” deve e può essere solo lei. La sua concezione autoritaria e totalitaria della politica (… altro che la Meloni, che, almeno, alcune volte è anche simpatica con le sue “fregnacce” tipicamente romane!) e dell’amministrazione non ammette democrazia, confronto, pluralismo, idee diverse… “o sei con me o contro di me”… non c’è alternativa, non è prevista per lei una via diversa né sono permessi oppositori e avversari, contro i quali “ringhia” rabbiosamente e senza freni, come è successo anche nell’ultimo Consiglio comunale. Solo che – forse non lo sa – anche un sindaco è soggetto al rispetto delle leggi e delle basilari norme di civiltà e buona educazione.

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Mi chiedo sino a quando potrà essere tollerata questa assurda situazione. Mi chiedo cosa aspetti l’opposizione a chiedere unita l’intervento del Prefetto, ai sensi dell’art. 142 del D. Lgs. 267/2000, per la rimozione o la sospensione di questa pericolosa figura di sindaco, che da tempo si è resa responsabile di “atti contrari alla Costituzione” e di “gravi e persistenti violazioni di legge”.

Sul Segretario comunale, che non ho il piacere di conoscere, preferisco “stendere un velo pietoso”. Può un dirigente o un funzionario pubblico, che dovrebbe essere garante dei basilari principi della Pubblica Amministrazione (Legalità, Imparzialità, Trasparenza, Pubblicità, Buon andamento) violare basilari norme di legge per fini apparentemente incomprensibili?

Una nota, però, è d’obbligo.

Nella risposta alla consigliera Vantaggiato, nel rilasciare copia di alcuni atti e rimandare ad altro ufficio il rilascio di un altro atto (tuttora non concesso), egli reitera alla fine un capzioso ed irrituale “avvertimento” nel “rammentare, al Consigliere comunale istante” un non ben specificato “obbligo del segreto” che è solito inserire in ogni risposta alla consigliera di opposizione. Scrive, infatti:

Non posso credere che l’inusuale (dovrei scrivere anche “intimidatoria”?!?) e inutile annotazione possa derivare “dal sacco” di un pubblico funzionario, che, forse in buona fede (mi auguro) o su input di altri, tenta di condizionare il libero e democratico svolgimento del ruolo e dei comportamenti di un consigliere comunale di opposizione e il suo sacrosanto diritto, se lo ritiene, di rendere pubblici tutti gli atti della Pubblica Amministrazione.

Il “caso di specie”, ad esempio, rientra nell’“obbligo del segreto, nei casi specificatamente determinati dalla legge”?!? Assolutamente no. Allora perché scrive inutili “tautologie”?!? Ci renda edotti l’illustre Segretario su quali siano questi “casi” e non ci costringa a “malpensare” secondo il noto aforisma andreottiano.

Il consigliere può tranquillamente diffondere e rendere pubblico questo ed altri atti, considerato, ad esempio, che non riguardano “documenti coperti da segreto di Stato”, da cui “possa derivare una lesione, specifica e individuata, alla sicurezza e alla difesa nazionale… ”, non viola il “diritto alla riservatezza dei terzi” e i “principi in materia di privacy” ecc. ecc. e tutti quei casi specificatamente previsti dall’art. 24 della legge 241/90 e s.m.i., che, lo scrivo en passant, riguarda i limiti al diritto di accesso di tutti i cittadini, mentre il consigliere comunale ha uno status particolare.

… insomma, per dirla con Papa Caiazzu… “ci centra lu culu ccu le quattru tempora”?!?

… o dovremmo solo prendere atto che a Collepasso “mala tempora currunt”?!?

Pantaleo Gianfreda


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