L’ultimo saluto a Camillo Macrì, un “pezzo di storia” che se ne va. Oggi i funerali. Il ricordo di Francesco Longo, ex sindaco di Taviano

L’ultimo saluto a Camillo Macrì, un “pezzo di storia” che se ne va. Oggi i funerali. Il ricordo di Francesco Longo, ex sindaco di Taviano

8 Aprile 2024 Off Di Francesco Longo
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Camillo Macrì

Nelle celebrazioni più complesse, riservate ad Uomini con una grande vita passata, mi sembra si possa perdere  qualcosa di essenziale.

Per Camillo Macrì  il suo essere democratico sempre a difesa dei “Compagni” e della sua terra, il realismo sociale, il suo gusto per lo stare insieme,  la nettezza della sua posizione  politica.

A me mancheranno il suo “gioco di vita” quotidiano, i suoi contatti, le sue telefonate,  sebbene fossi stato  da un’altra parte  dello specchio politico.

Ma era uno specchio duale, che ci vedeva uno riflesso nell’altro.

E che infine ci ha accomunati anche nella vita politica locale e nazionale.

Dalle lotte per la raccolta  delle patate con la manifestazione dei “cafoni” da lui guidati ai piedi del palazzo Caracciolo a Taviano sulla via per Castelforte per modificare “u’ quinto” – la quinta parte allora a stento riconosciuta ai raccoglitori e curatori delle piante – quel quinto dovuto per la raccolta tutta a carico dei braccianti e che serviva appena a farli mangiare con le loro famiglie. Alle azioni a tutela del Comune per la vicenda Farosud sino alla Legge Regionale n.3/85 per il finanziamento dell’acquisizione pubblica dello stabile Farosud, oggi Mercato dei Fiori “Salvatore Fitto”.

Di questo mi parlava Camillo. E di tanto altro.

Camillo Macrì questo ha fatto. E non solo questo.

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Difetti? Ne aveva, come tutti noi. Ma… vincevano i pregi!

Oggi si svolgeranno i funerali e scrivo il mio saluto.

Rispetto Camillo Macrì, Amico, padre, nonno e ora per me “simbolo iconico” di “una strana incredibile gioia di vivere”, così mi piace pensarlo.

Così lo rappresento da me  e per come conosciuto nella maturità.

Io sono  fuori dalla genesi e dalla storia dei “camillini”, quella squadretta di calcio che prendeva da Lui il nome di “Amatori Calcio” e l’appellativo, ma non dall’agire  forte e  arrembante  di un grande Concittadino, uomo di cultura e di fede politica sempre.

Nella drammaturgia o orchestrazione delle celebrazioni più rituali per Camillo Macrì non si deve perdere  qualcosa di essenziale come il suo credo ideologico, il suo gusto per la distribuzione dei poteri, la visione  intellettuale di questo nostro Salento, la sua distanza dagli interessi materiali se in contrasto con l’idea di socialismo, la sicura assenza dai moralismi travestiti da predicazione di valori, il rapporto umano sempre aperto verso gli altri.

Il Cons. Camillo amava molto “la convivialità culturale”.

Ricordo sempre le sue citazioni e le storiche memorie che sapeva trasmettere.

Questa una parte del suo patrimonio personale, scevro e indenne dal provincialismo culturale e dall’ambiguità politica, tutte cose molto importanti della Sua personalità e del suo stigma personale.

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Camillo Macrì per me , oltre che un Amico della maturità, è stato un vero e proprio “portavoce” dei “soggetti di bisogno” nel Mezzogiorno e nel Capo di Leuca in particolare.

Ora che comincio a misurare l’agenda dei miei ricordi in decenni, ora che mi capita di avere più confidenza con la tristezza delle perdite e delle assenze, ora sento più forte la voce che ci dice di rallegrarci sempre di più, di rimanere sé stessi, noi medesimi, di volere e saper scorgere il profilo dell’aurora ambientale anche quando ci si senta sprofondati nel buio degli abissi e delle incertezze.

Servono anime belle… che continuino a dare coraggio, fiducia, luce e calore. Camillo era così.

Servono a me ed a tanti come me e diversi da me.

Servono a noi tutti e tutte per coltivare speranza.

Anzi… speranze!

Questo per me il lascito di Camillo Macrì alla Taviano Città dei Fiori.

Ciao Camillo, Consigliere mio.

Buon vento sempre !

Taviano, Città dei Fiori, addì 8 aprile 2024

Francesco Longo

Ex sindaco di Taviano


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