Presentazione di “Bartolomeo Romedio Alberti d’Enno: un personaggio riscoperto tra Trentino e Salento” (28 ottobre, ore 18.30, Auditorium Parrocchia Cristo Re)

Presentazione di “Bartolomeo Romedio Alberti d’Enno: un personaggio riscoperto tra Trentino e Salento” (28 ottobre, ore 18.30, Auditorium Parrocchia Cristo Re)

20 Ottobre 2024 0 Di Pantaleo Gianfreda
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Lunedì 28 ottobre, alle ore 18.30, presso l’Auditorium “Mons. Quintino Gianfreda” della Parrocchia Cristo Re, sarà presentato il saggio dello storico trentino Alberto Mosca “Bartolomeo Romedio Alberti d’Enno: un personaggio riscoperto tra Trentino e Salento”, pubblicato sull’autorevole e prestigiosa rivista “Studi Trentini”, fondata nel 1921, di cui lo stesso Mosca è oggi direttore responsabile.

All’iniziativa, aperta dai saluti del parroco don Antonio Tondi, interverranno l’autore Alberto Mosca, l’ex sindaco di Denno (Tn) Fabrizio Inama, la consigliera comunale Eliana Vantaggiato e lo storico Salvatore Marra.

Di questa ricerca ho avuto modo di scrivere nel maggio scorso in un articolo su questo blog in cui anticipavo anche la disponibilità dell’autore a presentare la sua ricerca a Collepasso (cliccare su articolo).

Rimando, pertanto, all’incontro del 28 ottobre e agli interventi dei relatori l’approfondimento di questa preziosa ricerca, che, oltre a delineare nel suo insieme la figura del nobile tirolese trasferitosi nel profondo Salento, a Collepasso, per amore della Baronessa Aurora Leuzzi Contarini, presenta una novità assoluta.

Alberto Mosca

Alberto Mosca, infatti, a seguito di accurate ricerche condotte negli archivi e nelle biblioteche di tutta Italia, fa emergere e descrive una qualità sinora sconosciuta del Conte Alberti: quella di “scrittore storico-filosofico e politico”. Alcuni scritti “imprudenti” procurarono al Conte anche una “personale disavventura” che lo portarono alla sua esclusione dai ranghi dell’Intendenza generale dell’esercito borbonico negli anni napoletani in cui fu al servizio di Re Ferdinando.

Di questa caratteristica aveva fatto riferimento lo stesso Arciprete Manta nel suo libro“Cenni storico-etnografici attorno al villaggio di Collepasso”, pubblicato nel 1896, in cui scriveva: “Non solo si distinse per le qualità militari, ma in un campo assai diverso. Le doti della sua non comune intelligenza e dei suoi forti studii si manifestarono colla pubblicazione di opere, in lingua francese e tedesca, riguardanti il Diritto Pubblico”, aggiungendo: “Deploriamo che codesti lavori non fossero pervenuti sino a noi”.

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Una lacuna oggi colmata dalla ricerca dello storico trentino Alberto Mosca, il quale nella seconda parte del suo studio si sofferma in particolare nell’analisi di un “volumetto, composto da un centinaio di pagine”, pubblicato dall’Alberti a Lugano nel 1807, dal titolo “Riflessioni storico-filosofiche sulle istituzioni cavalleresche dalle quali si rilevano i principi di felicità pubblica de’ gran legislatori dell’antichità”.

Non anticipo alcuna delle “Riflessioni” dell’Alberti scrittore, sulle quali si soffermerà l’autore della ricerca.

Alberto Mosca fa cenno anche ad “un’altra importante opera di Alberti, mai pubblicata” dal titolo “Essai sur le principe, l’origine, le caractère et la politique du Gouvernement monarchique héréditaire, et sur les moyens de prévenir les révolutions”, di cui una copia manoscritta pervenne allo storico e filologo piemontese Federico Patetta (1867-1945), che ne fa attestazione nel 1937 nell’introduzione ad un’edizione critica curata da Guido Astuti di un’opera giuridica del noto filosofo, giurista ed economista Gian Domenico Romagnosi (1761-1835).

La presentazione della ricerca sarà utile per approfondire e riscoprire un personaggio, in parte controverso secondo soprattutto l’Arciprete Manta, che con le sue intuizioni e riforme ebbe un ruolo determinante nella rinascita e nel ripopolamento del “villaggio di Collepasso”, che nel 1834 contava solo 300 abitanti.

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Grazie soprattutto alle concessioni in enfiteusi decise dal Conte Alberti e dalla Baronessa Contarini si creò a Collepasso un “movimento di gente che in sulle prime per spasso e per curiosità visitava il modesto e nascente villaggio”, come scrive l’Arciprete Manta, ma che poi “si tramutò in un vero movimento d’immigrazione dai paesi limitrofi”, tanto che nel giro di appena trenta anni la popolazione era quasi quadruplicata portandosi, nel 1861, a 1067 abitanti.

Il titolo della ricerca… “Bartolomeo Romedio Alberti d’Enno: un personaggio riscoperto tra Trentino e Salento”… rivela, però, che il nobile tirolese è “personaggio riscoperto”, anche e soprattutto, dai suoi corregionali trentini e dalla storiografia di quella Regione già asburgica.

Fabrizio Inama

Come scrivevo nel precedente articolo, “galeotta” fu nel 2007 la venuta a Collepasso del sindaco di Denno, Fabrizio Inama, invitato dall’Amministrazione comunale in occasione del Centenario dell’Autonomia. Al Comune trentino, cui ha dato nome proprio la nobile famiglia degli Alberti d’Enno, era quasi del tutto sconosciuta la figura del conte Bartolomeo Alberti D’Enno, considerato che la famiglia, pur originaria di Denno, “si era trasferita a Trento fin dai primi anni del XVI secolo”.

La successiva ed entusiastica testimonianza/narrazione, oltre la curiosità storica e culturale, di Fabrizio Inama dopo l’esperienza collepassese ha indubbiamente incuriosito e stimolato nella sua ricerca Alberto Mosca, giornalista, scrittore, storico e direttore responsabile di “Studi Trentini”, che abita a Clés, a pochi chilometri da Denno.

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Considerata la notevole distanza del Trentino dal Salento, ringrazio vivamente Alberto Mosca e Fabrizio Inama per la disponibilità ad essere presenti all’evento del 18 ottobre.

Bartolomeo Alberti d’Enno (da “Storia di Collepasso” di Antonaci e Marra)

L’iniziativa rappresenta, pertanto, uno stimolo e un arricchimento culturale per la nostra comunità ma è anche l’occasione per riprendere a “tessere il filo” di storia, cultura e amicizie che legano le comunità di Collepasso e di Denno, distanti per geografia ma “prossime” per vicende storiche, avendo in comune la nobile figura del nobile Bartolomeo Romedio Alberti d’Enno, che, nato a Trento nel 1768, dopo tanti “meriti militari” e varie vicissitudini, innamoratosi della Baronessa Aurora Leuzzi Contarini, si stabilì con lei nel suo feudo, dove fu “operoso riformatore” e contribuì in maniera determinante al ripopolamento di quel “villaggio”, tanto da essere giustamente considerato uno dei “padri fondatori” di Collepasso, dove morì all’età di 82 anni, il 30 ottobre 1850, sepolto nella Cappella dello Spirito Santo.

La Cappella dello Spirito Santo dove è sepolto il Conte Alberti sul lato destro dell’Altare

Il caso vuole che l’evento del prossimo 28 ottobre si svolga proprio in coincidenza con il 174° anniversario della scomparsa del Conte Alberti (per la storia, la Contessa Contarini, scomparsa a 90 anni il 26 maggio 1865, riposa anche lei nella stessa Cappella, accanto al suo amato).

Non mi resta che invitare i lettori ad essere presenti il 28 ottobre, alle ore 18.30, presso l’Auditorium della Parrocchia Cristo Re, alla presentazione dell’ottima, interessante e stimolante ricerca storica.

Pantaleo Gianfreda


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