Mattarella a Lecce per i 70 anni dell’Università del Salento: “La cultura per governare i grandi mutamenti… al centro la persona umana, il dialogo, il confronto, il dubbio…”

Mattarella a Lecce per i 70 anni dell’Università del Salento: “La cultura per governare i grandi mutamenti… al centro la persona umana, il dialogo, il confronto, il dubbio…”

18 Gennaio 2025 Off Di Pantaleo Gianfreda

L’intervento del Presidente Mattarella per il 70° anniversario dell’Università del Salento

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato ieri a Lecce per l’inaugurazione del 70° anno accademico dell’Università del Salento.

Nel corso della cerimonia sono intervenuti Enrico Greco, Presidente del Consiglio degli studenti, e Danilo Migoni, Presidente della Consulta del personale tecnico-amministrativo.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia di inaugurazione del 70° anno accademico dell’Università del Salento e, sotto, con il Rettore dell’Università del Salento Fabio Pollice (foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

La relazione è stata svolta dal Rettore dell’Università, Fabio Pollice, e la Lectio magistralis affidata a Massimo Bray, Direttore generale dell’Enciclopedia italiana Treccani e Presidente della Fondazione “La Notte della Taranta”.

La cerimonia si è conclusa con l’intervento del Presidente Mattarella, che di seguito si riporta.

Intervento del Presidente della Repubblica alla cerimonia di inaugurazione del 70° anno accademico dell’Università del Salento

Desidero brevemente esprimere gli auguri all’Ateneo in questa occasione.

Rivolgo un saluto anzitutto al Magnifico Rettore, alle Autorità regionali, al Sindaco di Lecce, di Monteroni, che ci ospita, agli altri Sindaci del Salento presenti, ringraziandoli per il loro impegno e la loro attività.

Un saluto ai Rettori e ai rappresentanti di altri Atenei, al personale amministrativo e tecnico e, soprattutto, alle studentesse e agli studenti di UniSalento.

Sono grato al Rettore per avermi invitato in questa occasione che, oltre a prevedere il sempre suggestivo momento di apertura dell’anno accademico, ricorda i settant’anni anni dell’Ateneo.

Una ricorrenza così rilevante induce a collegare i due momenti, di allora e di oggi, e sono stati ben sottolineati questa mattina.

A nome di tutti ringrazio – per quello che abbiamo ascoltato – il Presidente del Consiglio degli studenti, il Presidente della Consulta del personale tecnico-amministrativo, il Rettore, per la sua relazione così interessante, ampia e completa e per la lectio coinvolgente di Massimo Bray.

Collegare il momento di nascita dell’Ateneo con quello di oggi, a settant’anni.

Quel momento, nei primi anni ‘50, con l’Italia ancora dentro le difficoltà della devastazione della guerra, con i territori in difficoltà.

Va ricordata l’intuizione e il grande merito lungimirante – come è stato sottolineato poc’anzi – dei cittadini, di persone, di coloro che hanno immaginato, proposto, assecondato, condiviso, appoggiato, così diffusamente, nel popolo del Salento, la decisione di investire sulla cultura, non soltanto come decisivo elemento di crescita sociale, di piena cittadinanza di ciascuno, ma anche come motore di sviluppo del territorio.

È stato quello un momento di meridionalismo adulto, protagonista.

Quel momento va collegato a quello di oggi, mi sembra, da quanto abbiamo ascoltato. Non soltanto perché l’Ateneo, che ha contribuito allo sviluppo del territorio, continua a promuovere, accompagnare questo sviluppo, ma anche perché l’Ateneo offre, così come le altre Università del nostro Paese, in questo momento storico, l’opportunità di dare una risposta alla ricerca di nuovi assetti nelle condizioni che mutano.

Quanto avviene, mutamenti così profondi, veloci, radicali, dalla Intelligenza Artificiale alla grande intensità di strumenti di comunicazione e di connessione, mutano le condizioni della vita del mondo e vi è l’esigenza di individuare nuovi equilibri, e questi vanno trovati attraverso la cultura.

È questo il compito che gli Atenei svolgono e che, in questo territorio, svolge questo Ateneo.

Si tratta – come è stato detto poc’anzi – di stimolare la ricerca, la trasmissione del sapere, nel collegamento tra le varie discipline di studio e di scienza, senza loro separazione, ma con loro convergenza, interagendo fra di esse, per porre sempre al centro di queste trasformazioni la persona umana.

Vi è un’esigenza di richiamare in questi mutamenti così radicali, profondi, la centralità della persona, dei suoi diritti, della sua libertà. Un’esigenza costante, quindi, di richiamare questo che in realtà è il centro, il perno, della civiltà europea: la persona al centro e, quindi, il dialogo, il rispetto reciproco, il confronto, l’attenzione alle altrui opinioni, il dubbio.

Questo è il centro del messaggio – come poc’anzi abbiamo ascoltato – che le Università trasmettono, non soltanto come centri del fondamentale impegno di trasmissione del sapere e delle conoscenze, ma anche di luogo di ricerca, di riflessione, di confronto, di ricerca – appunto – del senso della convivenza che si sviluppa e che muta.

E quindi con consapevolezza del dovere e del beneficio del dubbio, del valore della problematicità, nella continua ricerca del confronto, del dialogo, dell’ascolto. Questo è il ruolo dei nostri Atenei, di UniSalento, delle altre nostre Università.

In questa stagione vi è un immenso bisogno di questo contributo di riflessione scientifica, di trasmissione di cultura, per sapere governare i grandi mutamenti che aprono prospettive suggestive per la vita dell’umanità, ponendo sempre al centro la persona e i suoi diritti.

Nel trasmettere sapere, nel riprendere l’esperienza che mille anni fa conduceva i clerici vagantes a girare di sede in sede, al di là dei confini, per cercare insieme sapere e approfondimenti.

Questo è il compito delle Università e non sarà mai sufficiente, da parte mia, esprimere la riconoscenza per quanto fanno.

Auguri, buon anno accademico.

Spread the love
LEGGI ANCHE  Storia di un anziano solo e cieco… per fortuna finita bene