Un battito di mani

18 Novembre 2008 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Una bella riflessione di Angelica Scollato, che, nei giorni scorsi, ha ospitato nella sua casa 5 ragazzi della delegazione spagnola. (p.g.) 

Un battito di mani, che all’unisono ha accompagnato la delegazione spagnola al rientro verso casa! Semplicemente un battito di mani, come se quel ritmo potesse risuonare non solo in piazza Dante o nel pullman, ma nel cuore di tutti coloro che in questa intensa settimana hanno condiviso il patto di fratellanza.

Una splendida giornata di sole ha accolto gli Spagnoli nella giornata di domenica 9, mentre un burrascoso temporale li ha visti partire la sera di sabato 15 novembre, quasi a voler rafforzare quell’umano sentimento di tristezza che pervade l’animo di fronte al distacco, sia esso per un semplice ciao, per un arrivederci o per un più triste addio!

Hola”, questo il saluto che i ragazzi, tra una lacrima, un bacio ed un abbraccio, si sono scambiati!

Che settimana ricca di emozioni è stata quella trascorsa con gli spagnoli!

La mia mente inevitabilmente torna a domenica 9, quando una parte della delegazione, composta anche da ragazzi, è giunta a casa mia accompagnata dal sindaco dott. Vito Perrone.

L’imbarazzo iniziale e il timore di non riuscire a farsi comprendere, subito ha lasciato posto alla giusta curiosità nei confronti di una popolazione distante da noi migliaia di chilometri.

Bisognava fare come fanno i ragazzi, che con disarmante semplicità riescono dal nulla a creare rapporti alla pari, basati sulla disponibilità reciproca, tessendo quel filo indissolubile di complicità che caratterizza un vero rapporto di amicizia.

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“Creare legami”!

A tal proposito mi torna in mente il passo di un libro che ho letto non  molto tempo fa, in cui il protagonista altri non è che un innocente fanciullo, unico abitante di un piccolo pianeta, il quale, durante il suo viaggio alla ricerca degli uomini, incontrerà diversi personaggi, spesso bizzarri.

L’incontro più interessante avverrà proprio sulla Terra, che è il più grande tra i vari pianeti visitati dal bambino. Qui incontrerà una volpe, che, di fronte all’ingenuità del piccolo, vorrebbe farsi “addomesticare”, per essere unica ai suoi occhi.

“Addomesticare” è una cosa da molto tempo dimenticata,vuol dire creare legami.

Ecco un breve dialogo tra il bambino e la volpe:

“Per favore… addomesticami”, disse la volpe.

“Volentieri”, rispose il piccolo principe, “ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici e da conoscere molte cose”.

“Non si conoscono che le cose che si addomesticano”, disse la volpe. “Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!”.

Così il piccolo principe addomesticò la volpe.

E quando l’ora della partenza fu vicina:

“Ah!”, disse la volpe, “…piangerò”.

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“La colpa è tua”, disse il piccolo principe, “io non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…”.

“E’ vero”, disse la volpe. “Ma allora che ci guadagni?”.

“Ci guadagno”, disse la volpe, “il colore del grano”.

“I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste. Ma tu hai dei capelli color dell’oro. E allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano che è dorato mi farà pensare a te. E amerò  il rumore del vento nel grano”, disse la volpe. (tratto da ”Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry).

L’amicizia è uno di quei valori che vanno coltivati, alimentati ed addomesticati, proprio come fanno il piccolo principe e la volpe.

Il protagonista è alla ricerca degli uomini e la volpe saggia gli indica il modo per giungere a loro tramite la conoscenza, l’addomesticare appunto; ma la conoscenza implicherà anche la sofferenza, quella del distacco, ma val ben la pena soffrire se ciò che si guadagnerà sarà il colore del grano, cioè una nuova visione del mondo.

Davvero un’esperienza vissuta a tutto tondo, sia per noi italiani che per la delegazione spagnola, per i nostri ragazzi che per i niños spagnoli!

Non esistevano più differenze linguistiche, perché la voglia di comunicare, di conoscersi, di “addomesticarsi”, di creare legami appunto, ha reso invisibili tali barriere e ci ha reso capaci di comunicare in modo davvero semplice.

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Il gemellaggio con la delegazione spagnola di Betanzos ha consentito di instaurare una sincera relazione di amicizia tra popoli, di eliminare le differenze sociali e soprattutto individuali, rinsaldando un sentimento di unione tra persone appartenenti a diversi ambienti culturali, ma in primis di farci sentire cittadini d’Europa!

Proprio così, perché l’Europa è dei cittadini e se dunque vogliamo progredire verso l’unificazione Europea, occorre la collaborazione e l’impegno di ciascuno, per fare in modo che nascano nuove libertà per ogni individuo.

Libertà è una qualità fondamentale per l’uomo che non vuole sentirsi assoggettato a qualcosa di chiuso e limitato come potrebbe essere il luogo in cui egli abitualmente dimora.

Libertà è avere una mente libera ed aperta che ci permette di prospettarci moralmente ed intellettualmente, superando barriere e pregiudizi, verso la conoscenza di nuove tradizioni, affinché si possano eliminare le differenze reciproche e si possa finalmente “pensare all’europea”!

Questo ci ha lasciato il patto di fratellanza, un reale arricchimento individuale, sociale e culturale, perché la vera cultura non si forma nei grandi salotti dove aleggiano incomprensibili paroloni, ma tra la gente comune che puoi quotidianamente incontrare nelle viuzze di un piccolo paesino, sia esso Collepasso o sia esso Betanzos!


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Pantaleo Gianfreda