Portale masseria Grande e sentenza TAR: l’insostenibile incoerenza di un sindaco succube di Gabellone

3 Ottobre 2015 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Con l’ampia diffusione data alla stampa della discutibile sentenza del TAR del 30 settembre sull’abbattimento del portale e del muro di cinta della masseria Grande (leggi), il presidente della Provincia (di Tuglie) e i suoi due accoliti sindaci di Collepasso e Casarano, noti “triumviri fittiani” dell’area, si manifestano sempre più mediocri manipolatori e mestatori.
Vogliono far credere all’opinione pubblica che i lavori del famigerato rondò della Masseria Grande possono finalmente riprendere grazie alla sentenza del TAR. Falso!
Fanno finta di non sapere, infatti, che i lavori sono già ripresi (e speriamo che terminino presto) da oltre due mesi, grazie all’incalzante battaglia condotta in questi anni contro una Provincia che ha saputo solo provocare disagi, pericoli e persino una vittima innocente, ai cui familiari Gabellone non ha mai chiesto scusa.
Il ricorso al TAR era stato presentato dalla proprietà tre mesi fa e riguardava solo il paventato abbattimento del settecentesco portale della masseria. Certamente il presidente e i due sindaci, “ambientalisti a fasi alterne”, saranno ora soddisfatti di alterare il paesaggio rurale, abbattere e ricostruire un portale settecentesco e sprecare soldi pubblici solo per il “capriccio” di qualche Innominato e non per reali necessità dei lavori. Quell’abbattimento non era previsto nel progetto originario, nella cui relazione era esclusa “qualunque demolizione di fabbricato esistente” (salvo “la demolizione di parte di un muro di recinzione”), tant’è che è stato finanziato con risorse rivenienti da altro progetto e adottato con successivi provvedimenti amministrativi, che rimangono discutibili.

Lavori in corso da oltre due mesi

Lavori in corso da oltre due mesi

I lavori, invece, sono stati interrotti nell’aprile 2013 per le notevoli opere abusive realizzate nell’area per colpa della Provincia e ripresi, dopo le tante proteste, alla fine dello scorso luglio.
Di che cianciano, allora, i decadenti “triumviri fittiani”?
Sorvolo sulle dichiarazioni di Gabellone: la sua ipocrisia (e inettitudine) è ormai rivoltante, irrita persino i suoi amici, che ne hanno denunciato “l’opera distruttiva”, e non meritano replica. Solo chi è abituato, per vocazione, a “gabellare” i cittadini può avere l’ardire di cianciare di “cantiere bloccato dai ricorsi in questi mesi” (e i lavori ripresi oltre due mesi fa?!?) e di “colpa non addebitabile alla Provincia” (e a chi, allora?!?).
Mi preme, invece, rilevare le sorprendenti dichiarazioni dell’ineffabile sindaco Paolo Menozzi, “soddisfatto” – bontà sua! – della… sconfitta della sua Amministrazione!
Forse il volubile, volatile e camaleontico Menozzi ha la memoria corta e ritiene che opposizione e cittadini siano come lui. Certo, la coerenza non è stata mai il suo “forte”!
Con deliberazione n. 35 del 17.4.2012, infatti, egli e la sua Giunta, dopo lunga e articolata premessa, invitavano “la Provincia di aprire un tavolo tecnico per riesaminare il progetto e trovare una soluzione tecnica condivisa e più idonea per la costruzione della rotatoria, in modo da evitare l’abbattimento del muro di cinta e dell’imponente ingresso monumentale della Masseria Grande – bene di rilevante interesse storico”. Tra le altre numerose motivazioni, la delibera rilevava che “dagli elaborati grafici prodotti dalla Provincia non emergeva l’abbattimento dello storico ingresso monumentale” e che “i lavori non tengono conto della salvaguardia e della conservazione di un bene esistente nel nostro territorio da circa tre secoli e che anche l’eventuale ricostruzione dell’ingresso, arretrato rispetto all’ubicazione originaria, disturberebbe non poco gli equilibri interspaziali del complesso rurale”, auspicando “lo spostamento della rotatoria”, che avrebbe ottenuto “il duplice risultato della tutela del bene esistente e dell’economia sulle spese di espropriazione e degli indennizzi, nonché dei costi dei lavori per il rifacimento della recinzione e del ripristino dello storico ingresso monumentale”.
Chi volesse leggere il testo integrale della deliberazione, può cliccare su Del. G.C. 35/2012. Rimarrebbe basito!
Cosa ha fatto cambiare idea a Menozzi e di cosa deve essere “soddisfatto”? Di non essere stato coerente, di essere stato snobbato dall’amico Gabellone, alla cui cieca subalternità politica ha subordinato gli interessi della comunità, di non aver saputo tutelare il suo territorio, di aver anteposto meschini interessi politici di parte all’interesse pubblico e di aver subìto, in definitiva, una sonora e umiliante sconfitta?!? Contento lui!!!
Delirante, poi, una sua dichiarazione secondo cui “il progetto modificato in seguito all’intervento del Comune consentirà comunque di preservare il portale d’ingresso di questa masseria storica attraverso la sua fedele ricostruzione e ricollocazione in una posizione arretrata per consentire la realizzazione del rondò”. Quando mai il Comune ha “modificato” il progetto e cosa c’è di positivo nel distruggere e ricostruire, a pochi metri di distanza, un pezzo di architettura e paesaggio rurali, quando si potrebbero evitare un inutile sperpero di denaro e atti di barbarie ambientale, politica ed amministrativa? Siamo alla follia!!!
Rimane il fatto che la decisione di abbattere il portale e il muro settecenteschi, nonostante che oggi siano vincolati dal P.P.T.R. (Piano Paesaggistico Territoriale della Regione), rappresenta un obbrobrio e uno scandalo, considerato che i lavori già avviati potrebbero essere completati anche senza ulteriore dispendio di denaro pubblico e senza offendere il territorio e il buon senso!


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Pantaleo Gianfreda
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