I genitori? Non possono assistere al Consiglio d’Istituto! Così parlò Pagliara!

1 Luglio 2008 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Gravissimo atto del Dirigente scolastico. I genitori che volevano assistere al Consiglio del 30 giugno vengono allontanati. In base ad una sconosciuta “legge Pagliara”, infatti, avrebbero dovuto presentare preventivamente… domanda scritta! 

Dopo averli allontanati ed essersi accorto della gravissima gaffe, il Pagliara tenta, però, di richiamare i genitori, che si rifiutano di rientrare, mortificati ed umiliati da un Dirigente arrogante, conflittuale ed irresponsabile, che continua ad avere paura della partecipazione dei genitori, del confronto pubblico e persino del chiarimento con il Sindaco. 

Il presidente del Consiglio di Istituto Giuseppe Cabibbo preannuncia le sue dimissioni.

 

 

La pantomima, o – è il caso di dire – la “pagliarata”, di cui ancora una volta si è reso protagonista il noto Dirigente scolastico del nostro Istituto Comprensivo, questa volta ha avuto come vittima un gruppo di genitori che si erano presentati per assistere ai lavori del Consiglio di Istituto, convocato presso la Scuola Media nel pomeriggio di lunedì 30 giugno scorso. Anche il vostro cronista – per chi non lo sapesse, vicesindaco di questo Comune – aveva deciso di assistere al Consiglio d’Istituto.

 

Presentatici quando ormai il Consiglio era già iniziato, alla vista mia e dei genitori il Pagliara chiedeva impropriamente spiegazioni della nostra presenza.

 

Dico “impropriamente”, perché il Consiglio, già iniziato, è presieduto e regolamentato dal presidente, il quale, per legge, “esercita gli stessi poteri a tal fine conferiti dalla legge a chi presiede le riunioni del consiglio comunale”. Cioè, praticamente, è il presidente – non il dirigente – che decide eventuali sospensioni, chiede conto di alcuni comportamenti, garantisce l’ordine e, in casi estremi, dispone l’allontanamento del pubblico. A tal proposito, riporto integralmente, per qualche “dotto” ignorante, quanto disposto da una norma del D.Lgs. 297/94 “Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione”, che recita: “Qualora il comportamento del pubblico non consenta l'ordinato svolgimento dei lavori o la libertà di discussione e di deliberazione, il presidente dispone la sospensione della seduta e la sua ulteriore prosecuzione in forma non pubblica”.

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Il presidente Giuseppe Cabibbo, persona tranquilla, che in apertura di seduta aveva anticipato la sua volontà di dimettersi, invece, preferiva tacere “per quieto vivere” di fronte agli indebiti interventi del Dirigente, mirati chiaramente a creare polemiche e confusione. Il presidente taceva. Forse per non creare pubblico imbarazzo al Dirigente. Ma l’imbarazzo “pagliarino” era evidente.

 

Il Dirigente, infatti, invece di accettare tranquillamente la presenza dei genitori e del vicesindaco, chiedeva arrogantemente spiegazioni, mettendo soprattutto i genitori in forte disagio. “Non potete partecipare”, “Come mai siete qui proprio oggi?”, “Perché non siete venuti nelle altre riunioni?”, “Chi vi ha avvisati?”, “Dove avete letto che oggi c’era il Consiglio?”, ecc., ecc.: chiedeva, in evidente stato di agitazione e confusione il detective Pagliara. Ma la “ciliegina” delle sue “torte” (ma proprio “torte”!) verbali è stato quando ha sostenuto che per assistere al Consiglio bisognava aver presentato prima una … domanda scritta! A chi, poi?!? Non voglio infierire sul soggetto, perché, poverino!, si vedeva proprio che era in stato confusionale…

 

Cosa direbbe la solerte opposizione se il presidente del Consiglio comunale o il sindaco disponessero che per assistere alle riunioni i cittadini devono fare domanda preventiva? E non ha niente da dire ora sugli ineffabili e inqualificabili comportamenti del loro beniamino, “ottavo consigliere di opposizione” di questa Amministrazione?!?

 

Naturalmente, chi vi scrive (tra l’altro, presidente del Consiglio d’Istituto nel 1998-2000) rivendicava la “pubblicità” delle sedute del Consiglio. I genitori, però, fortemente imbarazzati e mortificati, preferivano andar via “per non dar fastidio”. Il vostro cronista, invece, decideva di rimanere.

 

Una volta andati via i genitori, i lavori del Consiglio riprendevano e venivano conclusi tranquillamente, con la mia presenza silenziosa e riflessiva.

 

Ad un certo punto della “ripresa”, però, una consigliera (vi ricordate il bambino della favola “Il re nudo”?) della componente genitori chiedeva: “Ma perché non far partecipare tutti, anche i genitori, alla riunione?”. Improvvisamente, come d’incanto, tutti si dichiaravano d’accordo, compreso il Dirigente. La consigliera usciva, allora, per chiamare i genitori. Ma quelli che erano ancora rimasti a parlare nell’atrio, “scossi” dall’umiliazione subita, preferivano non tornare. Lo stesso Dirigente, probabilmente accortosi della gravissima gaffe e dell'inqualificabile abuso, usciva, allora,  per invitare personalmente i genitori rimasti ad assistere al Consiglio. Invano, perché i genitori si erano sentiti mortificati ed umiliati dalle sue precedenti parole.

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Sorvolo (ci sarebbero da scrivere molti articoli) su alcuni interventi di pochi (pochi, perché la maggior parte preferiva tacere in evidente disagio) “illustri” consiglieri intervenuti a “supporto” di certe “pagliarate”.

 

Pochissimi flash.

 

Qualche consigliera docente meriterebbe, in legislazione scolastica, un bel due con molti “meno meno” (d’altronde, nomina sunt consequentia rerum)… per qualcun’altra, invece, “nobilprimadonna decaduta” della politica collepassese, tale legislazione è “africa”, cioè oggetto buio e “nero”… per non parlare del “menestrello” o, se volete, dello “specchio, specchiarello della privacy”… quel tal “miracolato” dell’Amministrazione di Salvatore Perrone (“il posto è mobile, qual piuma al vento…”: e, oplà!, anni fa, con una semplice delibera “di mobilità” dalla Lombardia a Collepasso, sistemato il cugino acquisito!), che osava (…  mò puru li pulici tenene la tosse!, diceva amaramente un genitore) persino rimbrottare i genitori della loro presenza e che, per giustificare la non pubblicità delle riunioni, rivendicava il diritto … alla privacy!

 

Che obbrobrio!

 

Ci sono flash e “spaccati” sociali e di cronaca che più di ogni teorizzazione danno il senso del profondo degrado democratico in cui è piombata la Scuola di Collepasso con l’attuale direzione! Onestamente, mi son sentito io stesso mortificato (per loro) nell’udire certi interventi. Si parla senza avere conoscenza di norme, senza conoscere diritti e doveri, che, per alcuni, sono semplici optional. Tutto si fa e si dice, spesso senza senso, secondo i soggetti in causa, in base ad “antipatie o simpatie”. Le leggi, i regolamenti, la buona educazione democratica?!?

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Solo parole!

 

Che vergogna! Che degrado morale e culturale! C'è semplicemente da indignarsi!

 

Sorvolo anche su alcuni inqualificabili comportamenti del Dirigente nei confronti del prof. Frassanito, che chiedeva chiarimenti su certi documenti rilasciatigli incompleti (con tanti… “omissis”. Scriverò prossimamente su questi sconcertanti episodi). Con arroganza e spavalderia il Dirigente rispondeva  ripetutamente al docente: “Faccia ricorso penale … faccia ricorso alla Magistratura penale … può fare 1.000, 10.000 ricorsi…”.

 

Per finire, nella riunione del 30 giugno – l'ultima dell'anno scolastico – doveva esserci all’ordine del giorno anche l’incontro con il sindaco Vito Perrone per un chiarimento e un confronto con l’intero Consiglio d’Istituto dopo le polemiche dei mesi scorsi, così come richiesto anche dalle Dirigenze scolastiche provinciale e regionale sin da febbraio-marzo. L’argomento, posto all’ordine del giorno del precedente Consiglio, non si era potuto discutere per sopravvenuti impegni del Sindaco, il quale aveva chiesto di concordare un altro incontro. Ma, nonostante la volontà del presidente Cabibbo di mettere all’ordine del giorno della riunione del 30 giugno l’argomento dopo aver accertato la disponibilità del sindaco, il Dirigente scolastico si era fermamente opposto all’inserimento del punto all’ordine del giorno del Consiglio e alla relativa discussione.

 

Chissà perché! Di cosa ha paura il prof. Pagliara?!? Cosa ha da nascondere?!? Si sente semplicemente “in colpa” o non ha il coraggio di un confronto pubblico? O teme che i genitori e i cittadini conoscano per intera tutta la verità sulle vicende dei mesi scorsi?!?

Infine, per completezza, ricordo che il Decreto Legislativo 297/94 prevede la “pubblicità delle sedute del consiglio di circolo e istituto” e che il D.Lgs. 112/98 e la Legge regionale 24/2000 prevedono tra i compiti del Comune anche “… i controlli e la vigilanza … sugli organi collegiali scolastici a livello territoriale”.


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