Parte il ReD (Reddito di dignità) voluto da Emiliano e dal centrosinistra regionale per contrastare le povertà

26 Luglio 2016 Off Di Pantaleo Gianfreda
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RedUna delle misure più qualificanti di contrasto alla povertà e di reinserimento sociale, voluta dal presidente Emiliano e dal centrosinistra della Regione Puglia, è ormai operativa.

Già il precedente Governo regionale di Vendola aveva avviato i c.d. “Cantieri di cittadinanza”, che stanno permettendo a tanti disoccupati – anche a Collepasso – di prestare la loro opera in servizi sociali per sei mesi.

Ora la misura diventa più strutturale. Dopo l’approvazione della Legge regionale n. 3/4.3.2016 “Reddito di dignità regionale e politiche per l’inclusione sociale attiva” e l’emanazione dell’avviso pubblico approvato dalla Giunta regionale (Delib. n. 928/28.6.2016) e pubblicato sul B.U.R.P. n. 80/11.7.2016 (clicca e leggi) diventa operativo dal 26 luglio, per i soggetti interessati, uno degli interventi più incisivi di contrasto alla povertà e di reinserimento sociale approvato in Italia.

Il ReD (Reddito di Dignità) si rivolge a persone, con i rispettivi nuclei familiari, che abbiamo compiuto i 18 anni, siano residenti in Puglia da almeno 12 mesi, abbiano ISEE in corso di validità non superiore a 3.000 euro all’anno, non cumulino indennità assistenziali o previdenziali superiori a 600 euro mensili.

Il presidente Emiliano nel corso di una sua visita a Collepasso

Il presidente Emiliano nel corso di una sua visita a Collepasso

Non una forma di assistenzialismo ma uno strumento per consentire a tutti i cittadini di affrontare la crisi e uscirne in maniera dignitosa”: è questo il senso che il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha attribuito al Reddito di dignità (ReD), di cui sono stati presentati l’8 luglio scorso i primi due avvisi pubblici: quello destinato ai cittadini e quello ai soggetti che ospiteranno i tirocini.

Il ReD, infatti, che prevede un contributo fino a 600 euro mensili per 20mila nuclei famigliari – in tutto 60mila pugliesi ogni anno -, stabilisce anche uno scambio dei beneficiari con la comunità attraverso la prestazione di lavori e la partecipazione a corsi di formazione. “Non c’è alcun intento di consentire a nessuno di vivere senza lavorare – ha sottolineato Emiliano – anzi c’è quello di togliere gli alibi a quelli che chiamo professionisti dell’assistenza”.

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Per il primo anno saranno stanziati complessivamente 100 milioni di euro. “In assoluto l’investimento di contrasto alla povertà più importante della storia d’Italia fatto da una Regione“, ha commentato Emiliano, ricordando che “l’Unione Europea ha spesso indicato all’Italia la circostanza di essere rimasta l’unico paese a non avere un reddito di contrasto alla povertà universale nei momenti di particolare difficoltà”. “E nonostante il governo italiano abbia un’idea diversa – ha rilevato – noi insistiamo perché siamo convinti che redistribuire la ricchezza sia importante in questa fase per poter ottenere da un lato il recupero di dignità da parte di migliaia di cittadini, e dall’altro restituire fiducia nei confronti delle istituzioni”. La Puglia, ha aggiunto Emiliano, “oltre a investire nell’innovazione tecnologica, nelle imprese, nel turismo e in tutte le cose che sono fondamentali al rilancio dell’economia, ritiene che il contrasto alla povertà non sia un’assistenza, ma un elemento strategico per ricompattare la società e metterla tutta in campo a contrastare la crisi economica. Chi non capisce questi passaggi evidentemente ne patirà le conseguenze”.

Collegandosi all’apposito sito istituito dalla Regione (clicca su http://red.regione.puglia.it/), i cittadini potranno accedere a tutte le informazioni necessarie.

Di seguito si riportano alcune note schematiche, desunte dal sito regionale.

ReD cosa è

Il Reddito di Dignità regionale è una misura di integrazione del reddito definita “universalistica” poiché possono accedervi tutte le persone che si trovino in difficoltà tali, anche temporanee, da essere al di sotto di quella soglia economica minima per una esistenza almeno accettabile. Il ReD è uno strumento di contrasto alla povertà assoluta e di supporto a un percorso più ampio di inserimento sociale e lavorativo. In questo percorso individuale, l’aiuto economico è di sicuro importante, ma è anche una delle componenti del patto di inclusione sociale attiva. Si tratta, infatti, di un’indennità per la partecipazione a un tirocinio o ad altro progetto di sussidiarietà. Il patto di inclusione è una sorta di “sodalizio” tra chi beneficia di ReD (un soggetto o un nucleo familiare) e i Servizi sociali dell’Ambito territoriale. La sottoscrizione del patto rappresenta una condizione necessaria per fruire del beneficio. Il patto di inclusione è un patto forte tra chi beneficia di ReD, con il suo nucleo familiare, i Servizi sociali dell’Ambito territoriale e la comunità in cui si vive.

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ReD chi può accedervi

Possono accedere al ReD tutte le persone e tutte le famiglie residenti in Puglia da almeno dodici mesi dalla data di presentazione della domanda. Possono beneficiare solo soggetti e nuclei familiari con Isee inferiore a 3mila euro annui. Inoltre è necessaria la disponibilità a sottoscrivere il patto individuale di inclusione sociale attiva. Possono accedervi anche i cittadini comunitari, ovvero i cittadini stranieri con regolare permesso di soggiorno, ma solo se questi possono dimostrare di avere la propria residenza in un Comune pugliese da almeno dodici mesi. Si comincia dal 26 luglio 2016.

ReD come funziona

Sulla piattaforma è attivo un catalogo per i soggetti ospitanti (pubblici, privati e del privato sociale), ovvero quei soggetti che sono interessati a ospitare progetti di tirocinio per l’inclusione e altri progetti di prossimità.

Una volta individuati i destinatari del ReD, dopo una meticolosa di istruttoria su piattaforma informatica, questi sono invitati dal Comune di riferimento, grazie a un’équipe multiprofessionale, coadiuvata dal Servizio sociale professionale e dal Centro per l’Impiego territoriale, a definire il proprio patto individuale di inclusione sociale attiva. Ogni patto individuale contiene sia obiettivi di inclusione, sia altri obiettivi mirati a ridurre il rischio di marginalità per l’intero nucleo familiare. Il patto tiene conto delle preferenze e dei fabbisogni del richiedente, anche rispetto all’adeguatezza tra il soggetto e il tipo di progetto di tirocinio.

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ReD come fare la domanda

I cittadini dovranno obbligatoriamente presentare la domanda per il ReD attraverso la piattaforma telematica e possono farlo o direttamente con propri mezzi, oppure attraverso gli sportelli dei CAF e dei patronati abilitati. La procedura è aperta, “a sportello”, è completamente dematerializzata.

ReD quali tirocini e come proporli

Possono proporre progetti di tirocinio per i beneficiari del ReD, tutti i soggetti pubblici e privati con personalità giuridica (con esclusione, dunque, delle persone fisiche), dotate di autonomia operativa e che abbiano almeno una sede operativa sul territorio regionale pugliese. Essi andranno a popolare un Catalogo di ambito territoriale distinto in 3 Sezioni: Tirocini per l’Inclusione – Soggetti pubblici; Tirocini per l’Inclusione – Soggetti privati; Progetti di sussidiarietà e prossimità nelle comunità locali – Soggetti Privati. Ciascun soggetto proponente definisce le sedi di svolgimento del progetto e dei relativi tirocini. Ogni sede indicata verrà automaticamente attribuita nel Catalogo dei “Progetti di tirocinio per l’inclusione sociale e Progetti di Sussidiarietà” dell’Ambito territoriale in cui è ubicata la stessa. La presentazione del progetto avviene esclusivamente, già dal 21 luglio, mediante piattaforma informatica dedicata nel Portale http://www.sistema.puglia.it/red (clicca qui per accedere). La procedura per la presentazione delle manifestazioni di interesse è una procedura aperta (cd. “a sportello”).

L’iniziativa della Regione Puglia rappresenta un indubbio contributo positivo per venire incontro alle tante situazioni di difficoltà economiche di numerose famiglie e di degrado sociale. L’augurio è che una misura ancor più incisiva e “universalistica” venga finalmente adottata anche in Italia dal Governo e dal Parlamento nazionali.


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