Otto meravigliose e indimenticabili giornate con nuestros hermanos de Betanzos

14 Luglio 2009 Off Di Pantaleo Gianfreda
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 Un’accoglienza calda e fraterna per la delegazione di Collepasso ospite del sindaco Maria Faraldo e dell’Amministrazione di Betanzos da domenica 5 a domenica 12 luglio. Sottoscritto venerdì 10 il Patto di Fratellanza tra Collepasso e Betanzos. Un Comune moderno con forti tradizioni e strutture medievali: indimenticabile la partecipazione alla Feira Franca Medieval. Incontri istituzionali con Provincia e Regione. Visite a Santiago de Compostela, La Coruña, la Torre de Hércules, Fisterra e tanti altri bei luoghi. Grazie di tutto, amigos y hermanos de Betanzos! (Tutte le foto)

icona_carlo_matteo_federico_alla_torre_dhrculesRaccontare le otto giornate trascorse con i nostri amici/fratelli di Betanzos non è semplice. Ci vorrebbero pagine e pagine. O forse, basterebbero solo due aggettivi: meravigliose e indimenticabili.

Otto giornate intense, che non mi hanno lasciato nemmeno il tempo, come avevo promesso e come sarebbe stato bello, di informarvi e parteciparvi ogni giorno le esperienze vissute.

Grazie, Meri, impareggiabile alcadesa; grazie, Pepe; grazie, Elena e Lourdes; grazie a tutti, amici/fratelli di Betanzos, grazie a coloro che già conoscevamo (Carlos, José, Esperanza, i ragazzi, ecc.) e ai tanti che abbiamo conosciuto (Pablo, Esperanza, Nanda, Andrés, Pedro e tanti, tanti altri)! Grazie a tutti per le splendide giornate che ci avete fatto vivere!

Non avevamo dubbi sull’ottima accoglienza che gli amici spagnoli ci avrebbero riservato, ma la loro ospitalità ed il loro affetto sono stati al di là di ogni previsione.

Sin dal nostro arrivo, nonostante la pioggerellina e il freddo del pomeriggio di domenica 5 luglio, all’aeroporto di Santiago di Compostela, dove il sindaco Maria Faraldo era ad aspettarci, l’accoglienza è stata di grande amicizia ed affetto. Un pullman era (ed è stato sempre) a nostra disposizione. L’impatto con Betanzos ed il territorio circostante, almeno per quanto mi riguarda, è stato particolare: mi sembrava di essere in Svizzera. Una cittadina moderna, pulita, verde, tranquilla, circondata dai fiumi Mandeo, che forma la ria de Betanzos e che sfocia nell’Atlantico, e Mendo.

Dopo aver lasciato i bagagli nelle nostre residenze, partecipiamo subito alla bella cerimonia d’accoglienza nella sede municipale, dove, insieme agli altri amministratori locali, è presente anche il corrispondente consolare italiano a La Coruña dott. Francesco Milani.

Subito dopo, ci immergiamo nello splendido scenario del “casco historico” (centro storico) e delle sue Chiese: l’Iglesia de Santiago, accanto al Municipio; l’Iglesia de Santa Marìa del Azogue; l’Iglesia de San Francisco, con le sue tombe e le sue statue medievali (ce n’era una anche di San Nicola di Bari), accanto alla quale vi è un monastero di monache francescane (abbiamo conosciuto la simpatica e “italiana” suor Belèm, missionaria nello Zaire per tanti anni); le tre splendide porte d’ingresso alla città; le sue viuzze ripide e le caratteristiche case galiziane; il fiume Mandeo con i suoi ponti caratteristici. Notiamo il caratteristico e resistente granito, con il quale sono state costruite Chiese, mura e abitazioni.

Betanzos è una delle città più antiche e storiche della Galizia. Sino a poche decine di anni fa era anche capoluogo di provincia.

A sera, la cena di benvenuto. Pranzi e cene sempre conviviali, abbondanti, piacevoli, divertenti.

Lunedì mattina, visitiamo una giovane e moderna azienda informatica di Betanzos, la Disa. Subito dopo, ci incamminiamo (con il pullman) verso la vicina e splendida Santiago de Compostela.

Parlare di Santiago significa ripercorrere la storia della Galizia e dell’apostolo Giacomo, il “camin de Santiago” e i pellegrinaggi cristiani di ieri e di oggi, significa parlare della sua splendida Cattedrale, dei suoi palazzi, del suo centro storico, delle sue magnificenze. Santiago “profuma” di storia, cultura, religiosità.

Nella Cattedrale, stracolma di pellegrini, assistiamo alla Messa solenne, celebrata dall’arcivescovo mons. Julian Barrio, e allo “spettacolo” indescrivibile del volo del “Botafumeiro”, il più grande incensiere del mondo (1,60 mt di altezza per oltre 60 kg di peso, più 40 kg di incenso e carbone), legato alla volta da robusti cordoni, manovrati con maestria da “tiraboleiros” in abito medievale, che “vola” sulle teste dei fedeli. L’arcivescovo, nell’omelia, rivolge un saluto in italiano alla nostra delegazione e Donato legge un’epistola. Subito dopo, accompagnati dall’alcadesa Faraldo, veniamo ricevuti in Episcopio dall’Arcivescovo, che conosce bene l’italiano. Conversiamo lungamente e amabilmente con lui.

Di fronte alla Cattedrale, vi è lo splendido Palazzo medievale sede della Regione della Galizia, dove ci accoglie Ovidio Rodeiro Tato, Director General de Juventud.

Dopo pranzo, ritorniamo nella vicina Cattedrale per una visita più accurata e per venerare le reliquie di San Giacomo. Visitiamo ancora altre bellezze artistiche, tra cui l’Iglesia di San Martin. Poi, approfittiamo per fare un po’ di shopping “turistico”.

Santiago de Compostela: un luogo da rivisitare e rigustare.

Al ritorno a Betanzos, prima della cena, Maria Faraldo ci invita a scegliere i nostri costumi per la Feira Franca Medieval. Scoprirete, tramite le foto, uno in particolare! Cena in un locale tipico di Betanzos, adiacente la bella ed accogliente piazza centrale.

Martedì 7, a pochi chilometri da Betanzos, visitiamo la Gadisa, una delle più grandi aziende spagnole di distribuzione alimentare (e non solo), che possiede e gestisce i supermercati Gadis. Antonio Cortes, l’ottimo direttore marketing, che parla bene l’italiano, dopo averci esposto la mission aziendale, ci guida per gli immensi magazzini. Alla fine, ci congeda con un omaggio.

Dalla Gadisa a La Coruña (A Coruña, in gallego), capoluogo e sede della Provincia, dove veniamo ricevuti da un Assessore, che ci offre anche un rinfresco. Ritroviamo alla Provincia due impiegate conosciute alla partenza da Roma, all’aeroporto di Ciampino.

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La città è bella, con le sue antiche case bianche e le sue modernità. Di fronte alla sede della Provincia, quasi sul porto, vi è il modernissimo Palexpo. Ci entro un attimo ed ascolto in sottofondo “Marinella” di De André.

Non potevamo, naturalmente, stando a La Coruña, non visitare la Torre de Hércules, l’antica torre romana che si affaccia sull’Atlantico, dichiarata dall’Unesco, solo pochi giorni fa, “patrimonio dell’umanità”. Scenari e luoghi splendidi ed incantevoli.

Il giorno dopo “La Voz de Galizia” (il corrispettivo della nostra “Gazzetta del Mezzogiorno”) dedica un articolo alla nostra visita e pubblica una nostra foto, sotto il titolo e sottotitolo: “De la torre de Pisa a la de Hércules. Un grupo de 25 italianos de la ciudad de Collepasso visitaron el monumento en uno de los actos previos a su hermaniamento con Betanzos, que celebraràn el viernes”.

Nei giorni della nostra permanenza, la stampa (oltre La Voz de Galizia, anche La Opiniòn A Coruña e El Ideal Gallego) scrive diffusamente della nostra presenza e del nostro gemellaggio con Betanzos.

Pranziamo a La Coruña in un locale tipico. Poi ci rechiamo a visitare, in periferia, il monte san Pedro, la parte più alta della città, affacciato sull’Oceano, da cui si vede in lontananza il promontorio con la Torre di Hércules. Al monte si va in pullman, facendo un lungo giro, oppure si sale con una funivia a forma di globo. Un posto incantevole, costruito pochi anni fa, pieno di verde, da cui si ha un’eccezionale visione della città e dell’Oceano Atlantico.

Successivamente, il pullman ci accompagna al centro della città, nella bellissima piazza dedicata ad un’eroina gallega, Maria Pita. Ai piedi della sua statua vi è un fuoco perenne e la scritta in spagnolo e gallego “Libertade – Libertad”. Rimaniamo in città, chi a riposare all’ombra della statua di Maria Pita chi a visitare il centro storico e chi a fare un po’ di spesa, sino a tardo pomeriggio.

Al ritorno a Betanzos, alle 21.00, ci aspettano, in piazza Constituciòn, la piazza del Municipio, i balli tipici presentati dai bravissimi ballerini della locale scuola di ballo “Grupo Azougue”. I nostri baldi e bravi giovani si esibiscono anche loro nella pizzica nostrana. Subito dopo, di corsa, ci rechiamo ad un’abitazione della mamma dell’alcadesa, un po’ fuori Betanzos, dove ci viene offerta una straordinaria “sardiñara” (e non solo). Io (ma non solo io) mi abbuffo di sardine (si fa per dire, erano “sardone”) alla brace. Serata “casalinga” con amici e parenti dell’alcadesa, con i quali si fa presto a fare, come sempre, amicizia. La serata finisce, sul tardi, in canti ed allegria.

Mercoledì 8, in mattinata, nella Sala Azul dell’ex Liceo (sede di uffici comunali e dell’Alcadìa), convegno su “Il nuovo anno Europeo 2009: creatività e innovazione”. Intervengono una giovane e brava ragazza spagnola, il viceconsole italiano dott. Francesco Milani, l’assessore (in spagnolo “concejal”) D. Pedro José Gómez Patiño (Concejal Delegado en Cultura, Educación y Deportes), il sindaco dott. Vito Perrone e la sindaca D. Maria Faraldo. I nostri giovani (Nathalie, Carlo, Gianluigi, Matteo, Noemi, Giulia…) sono “storditi” da tanta cultura e seguono con intensa profondità “morfeologica” i lavori del convegno.

Ah, le notti passate a far addormentare l’inflessibile prof. Frassanito, un vero “cerbero” per gli scatenati ragazzi, ma “garanzia” assoluta per i genitori lontani!

La successiva navigata sul Mandeo (“una ruta por el Mandeo hacia Os Caneiros”), con pranzo a bordo del battello di proprietà del Concello (Comune) de Betanzos, scioglie i ragazzi dall’abbraccio con Morfeo e ci fa vivere un’altra meravigliosa giornata.

Ci addentriamo, mentre pranziamo e ammiriamo la folta vegetazione circostante e la fauna, lungo il fiume-padre di Betanzos, ma poi viriamo per tornare verso la ria che sfocia, allargandosi a dismisura, nell’Oceano. Prima, però, facciamo sosta in una deliziosa località marina, dove qualche nostro ardimentoso giovinetto si tuffa nelle acque gelide dell’Oceano, mentre i “matusa” assaporano le delizie del riposo e alcune bevande seduti in un bar. Quando riprendiamo a navigare, assaporiamo l’ebbrezza dell’Oceano vicino: il vento e un po’ di freddo ci costringono spesso al riparo.

Al ritorno, però, una sorpresa. Un delfino si accosta e ci accompagna sin quasi a Betanzos, sbucando ora di qua ora di là e tenendoci tutti con il fiato sospeso sul bordo dell’imbarcazione. E’ Gasparr, un delfino che da tempo si fa vedere in questa stagione, che è venuto a salutarci e che, anche lui, vuole diventare nostro amico.

Un delfino per amico… Grazie anche a te, Gasparr!

La sera, cena nella Casa della Gioventù. Balli e canti, anche italiani. Si distingue, per improvviso “rapimento” amoroso, una coppia “fracassona”… Il piccolo Diego, poi, si esibisce in una fenomenale pizzica con le ragazze e le nostre ospiti. Un’altra bella serata di allegria e divertimento.

Giovedì 9, in mattinata, mentre i ragazzi e qualche nostro ardimentoso sportivo giocano a pallone nel campo dell’immenso  “Parque del Pasatiempo” contro una squadra di Betanzos (i nostri perdono solo 2-1), visita alla Inditex, il quarto distributore tessile del mondo, proprietaria di tanti marchi, tra i quali Zara. Una meraviglia. Rimaniamo estasiati dalla grandezza e dall’organizzazione di questa multinazionale. Anche perché ci fa da guida una competentissima e deliziosa manager dell’Inditex.

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Ritorno a Betanzos per prelevare gli sportivi e, dopo mezzogiorno, partenza per Fisterra, l’antica Finisterrae romana, ritenuta una volta la fine del mondo.

E’ il Capo marino che unisce un po’ idealmente le nostre due terre: la Finisterrae gallega e la Finibusterrae salentina di Santa Maria di Leuca.

Il viaggio è un po’ lungo. Attraversiamo località che sembrano lontane (San Roque, Baio, Vimianzo, Cée, Corcubion) prima di giungere al Cabo Fisterra, “ornato” da tanti splendidi paesaggi e da spiagge bellissime. Ammiriamo, nel percorso, i tradizionali hòrreos (granai rialzati). Pranziamo “alla grande” a base di crostacei, in un tipico locale, verso le 15.30. La Galizia abbonda di ottimo “pescado”. Ci dirigiamo, poi, verso il Capo, dove ci riceve il sindaco del luogo, amico dell’alcadesa Maria, che ci spiega la storia e le storie di Fisterra. Dall’alto si ha un colpo d’occhio grandioso.

Mentre cerco di fare una foto-ricordo, la mia amatissima e inseparabile digitale americana, acquistata a New York, cade ed entra in coma (lo è ancora, ma spero di “svegliarla” presto). Avevo scattato, sino a quel momento, quasi 1.500 foto galleghe (per fortuna, a casa, riesco a scaricarmele). L'ottimo Tonino mi presterà il giorno dopo una digitale per continuare a documentare la nostra memorabile esperienza.

Lungo il ritorno, ci fermiamo ad ammirare una bellissima Chiesetta medievale e una incantevole spiaggia oceanica, in un'insenatura protetta dai venti. Il mare è tranquillo e splendido e qualcuno ne approfitta per un veloce bagno, mentre altri, come me, immergono solo i loro piedi nelle fredde, ma piacevoli (in quel luogo), acque dell'Oceano.

A Betanzos, si cena, ma con juicio. Siamo satolli, ma l’Alcadesa non ci permette di derogare alla cena.

Venerdì 10, dopo una mattinata di semiriposo, verso mezzogiorno, la cerimonia ufficiale del Pacto de hermaniamento (Patto di fratellanza), presso la Sala Azul. Ci mettiamo tutti “in ghingheri”. Bellissimi e simpaticissimi i due “ometti” che sono con noi, Francesco (naturale mascotte del gruppo) e Diego. Belli/e tutti/e (strepitose le nostre ragazze) nei “vestiti d’ordinanza”.

Come al solito, la superattiva Alcadesa fa le cose “in grande”. Alla cerimonia, oltre al pubblico, partecipano ed intervengono il viceconsole italiano, rappresentanti della Regione e della Provincia, un europarlamentare e persino un ex ministro alla Sanità (culturalmente superbo il suo tranquillo, dotto e saggio intervento).

Introduce un breve intervento della nostra apprezzatissima sindaco dei ragazzi Giulia Filograna. Gli spagnoli vogliono prendere ad esempio e istituire anche loro tale figura. Traduce, come sempre in modo eccellente e delizioso, la nostra interprete Valeria. Vito Perrone e Maria Dolores Faraldo, dopo i loro interventi, sottoscrivono, sotto i flash dei fotografi e della televisione, il Patto di Fratellanza tra Collepasso e Betanzos. I giornali, il giorno dopo, pubblicano articoli e foto. E’ festa grande! E’ gioia! E’ amicizia! E’ fratellanza vera!

L'ospitalissima Alcadesa regala al Comune di Collepasso, come segno di amicizia della comunità di Betanzos, un'opera della balconada, la celebre biennale-esposizione che si svolge a Betanzos, nel corso della quale si espongono le opere (tutte dello stesso formato) degli artisti partecipanti sui balconi degli edifici del centro storico della città.

Nell’occasione, conosciamo Nino, originario di Alezio, che è stato tanti anni in Svizzera e vive vicino a Betanzos con la moglie spagnola. “Parlamu a ndialettu”, dice subito, incredulo di trovarsi con noi, quasi suoi compaesani, e di poter parlare la sua lingua di ragazzo. Mi lascia il suo indirizzo. Ci presentano altri italiani residenti a Betanzos: tra i tanti, un siciliano possiede e gestisce un'avviatissima pizzeria.

Ci intratteniamo per un buffet e, dopo aver riposato… alcuni minuti, ripresi gli abiti di ogni giorno, visitiamo lo splendido “Pazo de Mariñàn”, introdotti dall’eccellentissimo D. Antonio Lagares Pérez, consigliere comunale di Betanzos e consigliere provinciale a La Coruña, delegato alla gestione dello splendido Palazzo.

La cosa che mi colpisce molto – oltre, naturalmente, la bellezza del Palazzo, le sue opere d’arte, la sua cappella dedicata a San Rocco (la devozione a questo Santo è molto diffusa in Galizia), i suoi giardini, ecc. – è che il nostro Giovanni Falcone, come ci riferisce D. Antonio, ha tenuto in quel luogo alcune conferenze, nell’ambito di simposi internazionali sulla giustizia. Al suo nome, scatta un doveroso applauso.

Successivamente, visitiamo il CIEC (Centro Internacional de Estampa Contemporanea), posto in piazza Constituciòn, un centro internazionale per incisione contemporanea, voluto dall’ottantaduenne artista di Betanzos Jesus Nuñez, una persona mite e bella, presente alla nostra visita.

In serata, verso le 19.00, la grande Festa. Si inaugura la Feira Franca Medieval. Vestiti in abiti medievali, insieme all’Alcadesa e agli altri amministratori di Betanzos (maggioranza e minoranza), partecipiamo alla solenne inaugurazione dal balcone del Concello, in piazza Constituciòn, dal quale si "proclama" l'apertura ufficiale della Feira. Uno spettacolo indescrivibile. Le foto pubblicate sono, in parte, più eloquenti di qualsiasi descrizione. Una serata bellissima, simpaticissima e superba, con tutti i collepassesi in splendidi abiti medievali e il vostro cronista vestito da… (scopritelo dalle foto!), che elargiva benedizioni a destra e a manca. Una Fiera medievale bellissima e caratteristica, autentica e originale, che si tiene ininterrottamente a Betanzos dal lontano 1467.

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Sulla Feira e su questa giornata ci sarebbe da scrivere un articolo a parte. Qualcuno altro, spero, lo farà. Come spero che, dopo questo articolo, altri scrivano le loro impressioni su Betanzos.

Anna, la moglie di Vito, ha l'onore della prima pagina su La Vox de Galizia del giorno dopo, che scrive della Feira Franca Medieval di Betanzos, con il suo vestito medievale, accanto all'Alcadesa ed altri "nobili", anche essi in vestiti medievali. Non solo, ma nelle pagine interne, viene ritratta in primo piano, affacciata al balcone del Municipio, all'atto dell'inaugurazione della Feira. Nella stessa pagina, oltre ad un articolo che riporta l'evento, campeggia una foto del nostro sindaco e dell'Alcadesa, all'atto di stringersi la mano, dopo la firma del Patto di Fratellanza.

Verso le 22.30-23.00, ci avviamo, tra canti e cori, verso un’abbondante e piacevole cena in rigoroso stile medievale e con tanti ospiti. Lourdes e Pablo mi invitano alla loro tavolata e non mi sottraggo al piacere di stare assieme a loro. Si mangia splendidamente, si conversa, si canta, si balla e, alla fine (“in cauta venenum”), si beve la terribile “quemada”, che ci “stende” e costringe la maggioranza di noi italianos, a notte ormai inoltrata (mentre il centro storico “spumeggia” ancora di cittadini), a prendere la strada dei nostri alloggi. Una serata unica, indescrivibile, indimenticabile.

Il giorno dopo, sabato 11, derogando al programma, ci prendiamo una meritata mattinata di riposo. Girovaghiamo nel Casco historico, tra la splendida Feira, nelle antiche vie circostanze, facciamo un po’ di spesa, assistiamo a spettacoli medievali, che ricordano antichi fatti di Betanzos, e a scene di divertimento.

Nel pomeriggio, altri giri per la Feira e, a tarda serata, “Festa dell’arrivederci” e cena in uno splendido locale vicino a Bergondo, il paese di José, in tempo per ammirare il tramonto delle 22.30-23.00 su un’insenatura oceanica (in Galizia il sole tramonta dopo le 22.30). Finiamo di cenare verso le 2.00-2.30, in un clima disteso di amicizia e serenità, ma l’inesauribile Meri (veramente forte e in gamba questa donna!) e suo marito invitano me, Vito e Anna per una visita alla loro casa. Apprezziamo molto la loro gentilezza e ospitalità, oltre la loro bella casa.

Quando vado a letto sono le 3.30-4.00. Sono stanco, ma felice. Collepasso è lontana. Ma si riavvicina. E’ il tempo del ritorno. Il tempo è volato.

Domenica mattina pioviggina. Anche il tempo sembra triste per la nostra partenza. Si fanno le valigie e poi si va a Messa, nella centrale Iglesia de Santo Domingo, dove il parroco, nel corso dell’omelia, rivolge un affettuoso saluto agli “amigos y hermanos de Collepasso”. Il tempo di un’altra passeggiata nel centro storico e alla Feira Medieval assieme a Maria, José, Lourdes, Pablo, Elena e gli altri, oltre che di uno spuntino (a me, per la verità, è sembrato un pasto abbondante) in un locale “medievale” (l’Alcadesa coglie l’occasione per un ulteriore gesto di amicizia ed offre a tutti noi un tipico formaggio della zona) e, poi, alle 13.00, arriva il pullman che ci accompagnerà all’aeroporto di Santiago. I nostri amici sono tutti vicino all’albergo per salutarci. Nathalie non riesce a staccarsi dai suoi amici. Siamo costretti a “strapparla” dagli abbracci e a partire, salutati con simpatia e commozione da Mari e dagli altri.

Sul pullman, Nathalie e Noemi, abbracciate, piangono ininterrottamente… Cerco di consolarle e distrarle. Chiedo aiuto a Matteo e Gianluigi, che mimano un pianto di… risate! Che simpatici questi ragazzi!

Alle 16.00, dopo i soliti “rituali” per il peso delle nostre valige, ci imbarchiamo per Roma. A mezzanotte il pullman della Marozzi ci riporta a Collepasso. Alla nostra realtà.

Ci sembra di aver vissuto in un’altra dimensione. In un’altra realtà. Ma qui è la nostra vita. Questa è la nostra realtà. Il Salento, rimasto anche nel cuore dei nostri amici di Betanzos, è la nostra terra. Una terra che offre e accetta ospitalità e che sa farsi voler bene dappertutto…

Abbiamo conosciuto gente meravigliosa, luoghi nuovi e stupendi, abbiamo vissuto giornate indimenticabili. Avrei voluto che tutti i cittadini di Collepasso fossero presenti con noi. Ho visto felici i giovani della nostra delegazione per la splendida esperienza vissuta. Si sono trovati benissimo, si sono divertiti, hanno conosciuto nuove realtà, hanno stretto forti legami di amicizia e, probabilmente, hanno lasciato o si sono portati dietro qualche "cuore spezzato". E' l'età!

Certamente continuerà lo splendido rapporto che abbiamo instaurato con gli amici di Betanzos. L’alcadesa Faraldo e i suoi collaboratori sono straordinari. Abbiamo fatto amicizia con tutti gli amministratori, sia di maggioranza che di opposizione. A Ramon, capogruppo dell’opposizione, ho detto che il nostro è un gemellaggio autentico e che, al di là degli schieramenti politici, sono le nostre due comunità che abbiamo voluto affratellare. Con Ramon, come con altri, ci siamo capiti, abbiamo simpatizzato e siamo diventati amici. So che in tutti i betanzeiros abbiamo suscitato stima, affetto e simpatia, come loro li hanno suscitati in noi.

Grazie di tutto, straordinaria Meri e amici/fratelli di Betanzos! Arrivederci a presto!

P.S.: altre foto, tra le migliaia scattate, saranno pubblicate nei prossimi giorni.


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Pantaleo Gianfreda