La nuova Giunta di Vendola: 7 donne e 7 uomini

28 Aprile 2010 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Sette donne e sette uomini, la Giunta regionale voluta da Nichi Vendola è la prima in Italia a rispettare la parità di genere. Ieri l'insediamento: vice presidente è la salentina Loredana Capone. “E' un Governo che al suo atto di nascita rispetta il primo impegno assunto con gli elettori e con le elettrici e cioè non considerare la parità di genere una di quelle esercitazioni retoriche in cui ci si impegna la domenica dimenticando dal lunedì al sabato il contributo che la voce delle donne può portare nelle istituzioni e nella politica – ha detto Vendola – Per me imporre al mondo politico l'assoluta parità di genere nella composizione Giunta è stata la scelta più qualificante”  

nuova_giunta_vendolaLa mattina il lungo abbraccio con Michele Emiliano (l’ultima concessione alla «politica»), in Corte d’Appello per la proclamazione da governatore. Il pomeriggio l’annuncio: «la creatura è nata, sono felice». Nasce il Vendola bis, la giunta regionale dei 14 assessori che il presidente Nichi Vendola, bruciando le tappe in appena una settimana di consultazioni, aveva nella testa sin dalla vittoria elettorale di fine marzo.

Nasce all’insegna di due novità: è il governo più femminile d’Italia (7 donne su 14 componenti); le deleghe agli assessori – come preannunciato – vengono spacchettate rispetto al disegno del 2005, comportando l’uscita di scena di due assessorati (quello al Lavoro e quello al Turismo). Prima riunione il prossimo 4 maggio, con un ordine del giorno che ha tutto il sapore del nuovo corso inaugurato da Vendola: la pubblicizzazione della condizione reddituale e patrimoniale degli assessori regionali. Sarà la sua risposta alle critiche sui costi della politica (critiche arrivate anche dagli alleati per la chiamata in giunta di 7 esterni), ma Nichi proporrà anche «al consiglio regionale di fare la stessa cosa».

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Ieri è stato il giorno dell’insediamento: alla firma dei decreti di nomina Vendola ha chiamato uno per uno i 14 assessori, distinguendo tra i confermati e le «new entry» (sono cinque). Come anticipato dalla «Gazzetta», dopo le baruffe con il Pd, viene confermata alla vicepresidenza Loredana Capone, che conserva la delega allo Sviluppo economico; Marida Dentamaro, (difesa sino all’ultimo dal governatore dagli attacchi del suo partito, il Pd, e inizialmente indicata come vice-governatrice) sarà semplice assessore, ma con una delega di peso: Federalismo e Sud. La seconda «new entry», Maria Campese (Federazione della Sinistra), raccoglierà le redini di Minervini nel Personale, Semplificazione, Sport; Alba Sasso (Sel), anche lei «esterna», guiderà il Diritto allo Studio e (una delle novità dello spacchettamento) la Formazione professionale, sinora abbinata al Lavoro. Confermata la «tecnica» Angela Barbanente all’Urbanistica e Qualità del territorio, ma avrà anche competenze sui Beni culturali (sinora abbinati al Diritto allo Studio) e confermata Silvia Godelli, che insieme alla Cultura e al Mediterraneo dovrà occuparsi anche del Turismo. Una conferma anche per Elena Gentile (Pd) la cui delega ai Servizi sociali viene allargata al Lavoro nel nuovo assessorato al Welfare.

Sin qui le donne, quanto all’altra metà giunta viene confermato Fabiano Amati (Pd) alle Opere pubbliche, ma a lui viene affidata la guida della Protezione civile (sinora in capo al governatore); confermati anche Dario Stefano (Puglia per Vendola), che mantiene l’Agricoltura, e il tecnico Tommaso Fiore alla Sanità. Michele Pelillo (Pd) resta al Bilancio e programmazione, mentre cambia la delega per Guglielmo Minervini (Pd) che diventa assessore ai Trasporti e alle Infrastrutture (raccogliendo l’eredità di Loizzo).

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Tra le new entry, Nicola Fratoianni (Sel), al quale viene affidata la delega alle Politiche giovanili (sinora facente capo all’assessorato di Minervini) e all’attuazione del programma; Lorenzo Nicastro (Idv), che – chiusa la trattativa con i dipietristi – Vendola mette a capo dell’Ecologia (rifiuti e Ambiente).

Vendola ha riservato a sé le deleghe di Avvocatura regionale, Politiche legislative, Controllo interno, Controllo strategico, Politiche internazionali. «Deve essere la giunta più capace di corrispondere al senso del voto in Puglia, una giunta con un’idea ancora più spigliata di cambiamento, non più solo un orizzonte ma un ritmo» scandisce il governatore, lasciandosi alle spalle le recenti baruffe con i Democratici e sottolineando di aver discusso e ascoltato tutti gli alleati.

«Ho discusso con i partiti della mia coalizione e anche con le formazioni che non erano mie alleate proprio del modello di scelte che sono necessarie per difendere la Puglia e il Sud». Nichi ne è convinto, «il genere maschile deve cominciare a perdere potere» per far spazio alle donne, mortificate anche questa volta dalla tornata elettorale (appena 3 su 70 o 4 su 78 consiglieri).

Non solo, i partiti devono imparare a fare un passo indietro: «Non è stato difficile comporre la giunta. Ho ascoltato tutti, ma anche rivendicato le prerogative che mi sono state assegnate non solo dalla legge – sottolinea – ma dal mandato elettorale. Credo che quando si ha una bussola politica e un vascello forte non si ha paura delle intemperie». 


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