Un Comune unico? Collepasso dice sì

8 Giugno 2010 Off Di Pantaleo Gianfreda
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La provocazione del sindaco Ivan De Masi trova i primi consensi. L’assessore Pantaleo Gianfreda ritiene molto utile il progetto di mettere insieme quattro paesi attigui. «Una nuova città con circa 50mila abitanti è un’idea dalle grandi prospettive». Continua il dibattito sulla proposta di un Comune unico tra Casarano, Collepasso, Matino e Parabita lanciata dal sindaco di Casarano De Masi il 15 maggio scorso, in occasione della premiazione presso l’Istituto per Geometri di Casarano del giovane studente e atleta collepassese Michele Malerba, medaglia d'oro nei 200 metri dorso ai Campionati italiani giovanili di nuoto, e riportata da “La Gazzetta del Mezzogiorno” in un articolo del 4 giugno. Ora si attendono altri interventi.

CASARANO. L’idea del sindaco, Ivan De Masi, di un «Comune unico» fra paesi vicini al posto dell’Unione di Comuni, incassa il primo sì, quello di Collepasso.

Ad esprimerlo è l’assessore alla Partecipazione ed Attività Istituzionali, Pantaleo Gianfreda, per il quale «una città con circa 50.000 abitanti nel Basso Salento? E’ un’idea suggestiva e auspicabile. Pensare ad un Comune più vasto, anzi unico tra Casarano, Collepasso, Matino, Parabita? Sarebbe ideale ed appropriato».

Giusto per restare un attimo sulle cifre, va rilevato che una nuova entità di questo tipo, per giunta nel cuore del Salento, diventerebbe il primo comune per popolazione della provincia, dopo Lecce, ed il terzo per estensione territoriale, con quasi 100 chilometri quadrati di superficie, preceduto da Lecce e Nardò.

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«La felice provocazione del sindaco Ivan De Masi mi trova – dice Gianfreda – totalmente consenziente sia per motivi geo-socio-economici che politici ed amministrativi, facilmente intuibili e da approfondire nel dibattito che auspico si apra tra cittadini, istituzioni, forze politiche e sociali dei quattro Comuni. L’idea acquista maggiore forza in un momento in cui si ritorna a discutere, talora solo demagogicamente, su costi e riforma della politica e della pubblica amministrazione».

Poi, come per aprire da subito il dibattito, pone una domanda sul terreno della concretezza ed alla luce del tanto reclamato binomio risparmio-efficienza: «Avere un sindaco invece che 4; 20 consiglieri, invece che 70-80; 4-6 assessori, invece di 20-24; un’unica struttura burocratica, capace di dare servizi più diffusi, moderni, qualificati, veloci ed efficienti; un’unica strategia per lo sviluppo, con le quattro aree industriali contigue; un’unica gestione del territorio, dell’urbanistica, dei servizi: tutto ciò non sarebbe auspicabile, oltre che suggestivo, in un’area territoriale omogenea, che ha identici interessi ed obiettivi ed esprime attualmente quattro aggregati urbani sostanzialmente contigui?».

Secondo l’assessore di Collepasso ci sono, dunque, le condizioni perché l’”idea” lanciata da Ivan De Masi sia discussa poiché l’unica municipalità «sarebbe un riferimento forte ed autorevole per l’intero medio-basso Salento e creerebbe un effetto-imitazione per tanti altri comuni della “frammentopoli” salentina. Tra l’altro – prosegue – l’esperienza delle Unioni dei Comuni non ha conseguito gli obiettivi prefissati».

Dalle parole di Gianfreda sembra di capire che invece di “subire” delle riforme dall’alto, come avviene quotidianamente, questa volta la riforma potrebbe partire dal basso e con benefici visibili per i cittadini.  

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Di seguito il testo integrale del comunicato-stampa 

Oggetto: formazione di un Comune unico tra Casarano, Collepasso, Matino e Parabita. 

Una nuova città con circa 50.000 abitanti nel Basso Salento? Un’idea suggestiva e auspicabile.

Pensare ad un Comune più vasto, anzi unico” tra Casarano, Collepasso, Matino e Parabita? Certo, sarebbe ideale ed appropriato.

La felice “provocazione” del sindaco Ivan De Masi mi trova totalmente consenziente. Per tanti e importanti motivi. Sia geo-socio-economici che politici ed amministrativi, facilmente intuibili e da approfondire nel dibattito che auspico si apra tra cittadini, istituzioni, forze politiche e sociali dei quattro Comuni.

L’idea acquista maggiore forza in un momento in cui si ritorna a discutere, talora solo demagogicamente, su costi e riforma della politica e della pubblica amministrazione.

Avere un sindaco invece che 4; 20 consiglieri, invece che 70-80; 4-6 assessori, invece che 20-24; un’unica struttura burocratica, capace di dare servizi più diffusi, moderni, qualificati, veloci ed efficienti; un’unica strategia per lo sviluppo, considerato anche le quattro aree industriali contigue; un’unica gestione del territorio, dell’urbanistica, dei servizi ed altro ancora: tutto ciò non sarebbe auspicabile, oltre che suggestivo, in un’area territoriale omogenea, che ha identici interessi ed obiettivi ed esprime attualmente quattro aggregati urbani sostanzialmente contigui?

Certamente ci sono tutte le condizioni e le convenienze perché l’idea coraggiosa e lungimirante di De Masi, che da anni circola negli ambienti culturali e politici più avveduti del territorio, sia discussa e presa in seria considerazione. Dimostrerebbe coraggio e lungimiranza da parte della classe dirigente di un’area, che, sino ad un recente passato, ha rappresentato un modello di sviluppo per l’intero Meridione e che oggi, a causa della globalizzazione e della crisi economica, rischia una pesante marginalità in tutti i settori. Sarebbe un riferimento forte ed autorevole per l’intero medio-basso Salento; si creerebbe un effetto-imitazione per tanti altri Comuni della “frammentopoli” e delle “micropoli” salentine; abbatterebbe e razionalizzerebbe notevolmente i costi della politica e della pubblica amministrazione.

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Tra l’altro, va rilevato come l’esperienza delle Unioni dei Comuni non abbia conseguito complessivamente gli obiettivi prefissati, compreso quello di essere “passaggio intermedio” per forme più avanzate di aggregazione territoriale, e sembra aver esaurito la sua originaria forza propulsiva.

Il tema, comunque, va affrontato con serietà e “scienza”, senza alcun tipo di pregiudizio.

La politica e gli enti territoriali dovrebbero essere in grado di autoriformarsi dal basso, senza aspettare riforme calate dall’alto, proponendo soluzioni utili, credibili e condivise, che mirino, da un lato, a salvaguardare i basilari principi della partecipazione democratica e, dall’altro, ad imprimere maggiore slancio ed efficienza al governo di realtà territoriali sostanzialmente omogenee.

Pantaleo Gianfreda

Assessore Partecipazione, Attività Istituzionali, Sviluppo economico, Urbanistica, Politiche sociali, Sicurezza, Polizia Municipale – Comune di Collepasso

Collepasso, 5 giugno 2010


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Pantaleo Gianfreda