“Lo Sport accende piccole stelle di Solidarietà”: adozioni a distanza di bambini orfani del Benin

26 Dicembre 2010 Off Di Pantaleo Gianfreda
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v. le foto della giornata
Mercoledì 29 dicembre, iniziativa di solidarietà delle associazioni sportive Stella del Colle e Luna Blu, in collaborazione con i Missionari Comboniani. Alle ore 15.00, incontro di calcio tra Stella e Scorrano. Alle ore 18.00, incontro presso la Scuola elementare con P. Gianni Capaccioni, Missionario Comboniano. Interverranno il sindaco Vito Perrone, il presidente provinciale CONI Antonio Pascali, il delegato provinciale FIGC-LND Antonio Vasquez-Giuliano, l’Assessore regionale allo Sport Maria Campese. Alle ore 19.30, la Compagnia Teatrale “Calandra” presenta “Il Dribbling della Farfalla”, dedicato alla mitica figura del giocatore Gigi Meroni. Il ricavato della giornata devoluto totalmente per adozioni a distanza di bambini orfani del Benin (Africa Occidentale).


Sport e Solidarietà: un binomio inscindibile.
In occasione delle Festività natalizie, le associazioni sportive collepassesi Stella del Colle e Luna Blu hanno voluto dare un piccolo segnale di solidarietà “oltre i confini” ed organizzare, per mercoledì 29 dicembre, una giornata di raccolta fondi in favore di adozioni a distanza di bambini orfani del Benin, in Africa Occidentale.
Un’iniziativa concordata con la Comunità dei Missionari Comboniani di Cavallino, in particolare con Padre Gianni Capaccioni, per molti anni missionario in Benin. Sono noti l’impegno, la serietà e il grande amore per l’Africa dei Missionari Comboniani (Istituto per le Missioni della Nigrizia), una comunità fondata nel 1867 da mons. Daniele Comboni, proclamato santo il 5 ottobre 2003 da Giovanni Paolo II.
Per aderire alla campagna dei Missionari Comboniani e adottare a distanza un bambino orfano del Benin, bastano solo 160,00 euro all’anno.
Come viene specificato nella nota predisposta dai Missionari, questa somma viene utilizzata per acquistare sandali, secchio per lavare biancheria, un vestito di stoffa locale, un pezzo di sapone, cibo. Se il ragazzo va già a scuola, con questo denaro si acquistano quaderni, penne o lavagnette (ardesie) per scrivere (soprattutto nelle prime classi), si pagano i contributi scolastici. La spesa più rilevante è per i medicinali (antimalarici), date le condizioni precarie in cui vivono spesso questi ragazzi.
Il denaro non viene dato in mano ai bambini, ma alle suore Africane che lo impiegano per le necessità di tutti e di ciascuno. Al momento i Missionari Comboniani seguono otto orfanotrofi, per la maggior parte nel Nord del Benin.
“L’adozione a distanza – spiega la nota dei Comboniani – diventa un valido strumento di educazione alla mondialità, una presa di coscienza dei problemi del sud del mondo e contribuisce a un cambiamento di mentalità, facendoci pervenire a nuovi stili di vita. Infatti, se fatta nel giusto spirito, questa forma di solidarietà conduce alla riscoperta della essenzialità e alla lotta verso ogni tipo di spreco. L’adozione a distanza è, quindi, un gesto di apertura agli altri, un ponte, che permette di collegare persone, culture e mondi completamente diversi. In definitiva, essa è espressione di amore e solidarietà verso chi ha gli stessi diritti fondamentali dei nostri figli, ma non gode delle stesse possibilità per realizzarli”.
E’ con questo spirito che le due associazioni sportive collepassesi hanno voluto accendere “piccole stelle di solidarietà” ed organizzare l’iniziativa, con l’impegno a raccogliere i fondi e l’obiettivo di adottare il maggior numero possibile di bambini orfani  per  costruire un piccolo “ponte” di solidarietà tra l’intera comunità collepassese ed una lontana e sfortunata terra africana.
All’iniziativa hanno dato il loro patrocinio il Comune di Collepasso ed il Coni.
Il programma della giornata prevede, alle ore 15.00, presso il Campo sportivo comunale, un incontro di calcio tra Stella del Colle e Scorrano, squadra che milita nel campionato di Promozione. Alle ore 18.00, presso la Sala Riunioni della Scuola elementare, l’iniziativa “Stelle di Solidarietà: Adozioni a distanza in Benin”. Introduce e coordina il presidente ASD Stella del Colle. Interviene Padre Gianni Capaccioni, Missionario Comboniano. Porteranno il loro saluto Ezio Ciccardi, Presidente ASD Luna Blu; Vito Perrone, Sindaco del Comune di Collepasso; Antonio Pascali, Presidente provinciale CONI; Antonio Vasquez-Giuliano, Delegato provinciale FIGC-LND Lecce. Partecipa l’Assessore regionale allo Sport e alle Risorse Umane Maria Campese.
Alle ore 19.30, la Compagnia teatrale “Calandra” presenta “Il Dribbling della Farfalla”, spettacolo teatrale dedicato alla mitica figura di Gigi Meroni, giocatore del Torino degli anni ‘60, prematuramente e tragicamente scomparso nel 1967 a soli 24 anni.
L’opera teatrale, tratta dal bellissimo libro di Nando Dalla Chiesa “La farfalla granata”, è stata rappresentata in teatri di tutta Italia e trasmessa in diretta su Rai Radio Due. In occasione della partita di ritorno del campionato di serie A 2008-09, Lecce-Torino (domenica 25.1.2009), l’opera è stata presentata anche a Lecce, presso il Teatro Paisiello, il 24 gennaio 2009.
La scelta dell’opera non è casuale. Rievoca la vita di un importante personaggio dello sport italiano e, al contempo, vuole rappresentare anche un omaggio all’allenatore della Stella del Colle Ivan Paterlini, che ha conosciuto Gigi Meroni, essendo cresciuto tra i ragazzi del Torino.
“Il Dribbling della Farfalla” è un’opera di Antonio Calò, interpretata dallo stesso Antonio Calò, da Federico Della Ducata e dal nostro concittadino Piero Schirinzi, con la regia di Giuseppe Miggiano.
Di seguito riportiamo una scheda sintetica sull’opera teatrale.
“Ci sono spettacoli che raccontano storie per trasformarle in sogni e ci sono spettacoli che catalizzano sogni per farli diventare storie. Il Dribbling della Farfalla è tra questi ultimi. E’ uno spettacolo sul sogno del calcio in cui la storia di Gigi Meroni, calciatore “maledetto” degli anni Sessanta, si delinea con leggerezza ed ironia, attraverso una partitura scenica fatta di stimoli verbali e visivi, di parole e di immagini, di suoni e di colori che agiscono per sintonie e analogie, per raccogliersi, infine, tra le grandi ali colorate di una farfalla. Non si tratta di una biografia, ma di un’emozione che si alimenta di frammenti, piccoli tasselli sottratti alla serialità della memoria per essere consegnati alla discontinuità creativa del ricordo. I pochi anni di vita di Gigi Meroni (calciatore del Torino morto a soli 24 anni, nel 1967) sembrano racchiudere un mistero, lasciano intravedere segni e coincidenze: gonfiano speranze e sollecitano sogni, ma pongono anche angoscianti interrogativi esistenziali. Fatti occasionali, piccole casualità quotidiane che seguono percorsi circolari e deformanti, ritornando sotto forma di fatti abnormi e paradossali. Gigi è un calciatore “trasgressivo” che ama dipingere quadri quanto e più che segnare gol, che veste e vive in modo personale e anticonformista, che non accetta ritiri e allenamenti prima di un Mondiale, che dribbla spericolato ignorando gli avversari e segnando gol da brivido, che vive una storia d’amore intensa, al limite tra normalità e complicazione. La sua poliedrica personalità, le sue tante trasgressioni suscitano sentimenti contrastanti nell’Italia degli anni Sessanta, ma la sua “leggenda” supera i confini di una lettura puramente sociologica e di costume, per farsi labirinto mentale, metafora dell’esistente, punto privilegiato di osservazione dell’incontro tra la vita e la morte. Lo spettacolo si svolge in uno spazio scenico definito che, gradualmente, si allarga per ridefinirsi in una dimensione altra, superando lo stesso gioco teatrale dei dialoghi e dei monologhi.
La vicenda di Gigi Meroni scorre attraverso la snella ed accattivante affabulazione del sedicente suo primo allenatore, ai tempi della squadretta dell’oratorio, una sorta di sciamano che rievoca, per sé, fatti e particolari precisi, intrecciandoli con la propria vita reale o presunta, ed evoca, per lo spettatore, sensazioni ed atmosfere, in un gioco di superfici e metafore pittoriche, di trasparenze foniche, sottolineate dalla musica dei Beatles e dei Rolling Stones, ma anche dall’ombra parallela di Charlie Parker, le cui note dirompenti richiamano imprevedibili e struggenti affinità,nel tempo dilatato delle immagini e delle parole”.

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Pantaleo Gianfreda
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