Parte il Piano straordinario per il lavoro in Puglia

12 Gennaio 2011 Off Di Pantaleo Gianfreda
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La Regione Puglia vara il piano straordinario per il lavoro. 340 milioni di risorse, divise in 6 linee di intervento, che si declinano a loro volta in 43 interventi rivolti a 52.035 potenziali destinatari. Sono questi i numeri del più grande piano progettato da una Regione italiana per risollevare l’occupazione. Il Piano si muove secondo due obiettivi: nuova occupazione e salvaguardia dell’occupazione. I destinatari sono lavoratori in cassa integrazione, occupati, lavoratori atipici, imprese, disoccupati, donne disoccupate, donne imprenditrici, donne occupate, giovani disoccupati, apprendisti, persone disabili disoccupate, immigrati e richiedenti asilo, ultracinquantenni, lavoratori socialmente utili, giovani laureati, ricercatori, manager e imprenditori.

 
La Regione Puglia vara il Piano straordinario per il lavoro: 340 milioni di risorse, divise in 6 linee di intervento, che si declinano a loro volta in 43 interventi rivolti a 52.035 potenziali destinatari.
Sono questi i numeri della più grande piano progettato da una Regione italiana per risollevare l’occupazione.
Si parte da alcuni dati assai gravi: la disoccupazione dei giovani in Italia è al 28,9% (dati del Sole24Ore di ieri), il dato della disoccupazione e della inoccupazione delle donne è persino allarmante.
Come stanno reagendo le altre Regioni d’Italia a questa gravissima situazione?
La situazione è variegata: la Lombardia e il Veneto, dopo aver subito i tagli del Governo, addirittura decidono di ridurre i fondi per l’occupazione.
Regioni, come la Toscana, che avevano subito le peggiori performance nel 2010, decidono, invece, di investire sull’occupazione.
Il piano più importante per lo sviluppo e il lavoro però lo facciamo noi, in Puglia.
Il Piano straordinario per il lavoro in Puglia si muove secondo due obiettivi: nuova occupazione e salvaguardia dell’occupazione. Nel primo caso si propone di innalzare i livelli occupazionali di quella parte di forza lavoro che presenta prospettive di occupazione più basse come i giovani, le donne e i soggetti espulsi o a rischio di espulsione dai processi produttivi, nel secondo di valorizzare il capitale umano inteso come strumento per migliorare la competitività delle imprese. Alla nuova occupazione sono destinati 269,8 milioni di euro per un numero di destinatari potenziali pari a 38.335 persone; per la salvaguardia dell’occupazione, invece, i milioni di euro impiegati sono 70,9 e i destinatari potenziali 13.700.
I destinatari dell’intero piano sono lavoratori in cassa integrazione, occupati, lavoratori atipici, imprese, disoccupati, donne disoccupate, donne imprenditrici, donne occupate, giovani disoccupati, apprendisti, persone disabili disoccupate, immigrati e richiedenti asilo, ultracinquantenni, lavoratori socialmente utili (LSU), giovani laureati, ricercatori, manager e imprenditori.
Seguirà un importante lavoro, di concerto con sindacati e associazioni di categoria delle imprese, per l’attuazione concreta del piano che sarà governata da una Cabina di regia interassessorile.
Il governo regionale ha voluto fornire così una risposta immediata ad una situazione sempre più difficile e insostenibile che colpisce con particolare durezza i giovani e le donne. Infatti, mentre crescono in Puglia le esportazioni e il numero delle imprese, non appaiono altrettanto positivi i dati sull’occupazione. Nel terzo trimestre del 2010 il tasso di disoccupazione regionale, secondo la rilevazione Istat, è del 12,2%, sale al 14% per le donne. Ancora più gravi i recenti dati forniti dall’Istat per la disoccupazione giovanile in Italia salita a novembre al 28,9%, il dato più elevato dal 2004.
Di fronte ad una situazione che fa della precarietà la regola e dell’occupazione regolare l’eccezione, la Regione Puglia ha deciso di reagire ricorrendo alle risorse e agli strumenti operativi che ricadono nella propria sfera di competenza e responsabilità. Certo, risultati più efficaci potrebbero essere raggiunti se a livello nazionale fosse possibile rivedere le normative sul lavoro e costruire un nuovo sistema di welfare che superi la precarietà e riconsegni diritti e prospettive di futuro alle nuove generazioni. In attesa, tuttavia, la Regione Puglia lotta con i propri strumenti ponendosi due obiettivi: da un lato migliorare l’occupabilità dei giovani e delle donne, dall’altro sostenere i livelli occupazionali esistenti.
E affronta la sfida alla quale è chiamata dalla strategia di Lisbona, da Europa 2020 e dalla Decisione del Consiglio Europeo del 21 ottobre 2010 sulle politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione: promuovere anche in Puglia una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva.

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Per saperne di più, collegarsi al sito
sistema.puglia.it

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Pantaleo Gianfreda