Un Parco giochi al Castello con i soldi del fotovoltaico

19 Agosto 2011 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Tre aziende, che stanno realizzando i già “vituperati” impianti fotovoltaici su alcuni terreni agricoli della Masseria Grande, hanno deciso di “donare” alla comunità di Collepasso un Parco giochi per un valore di € 40.025,00. Le aziende sono: la Wind One Energy (€ 15.637,00), la Panda Energy (€ 15.908,00), la Sun One Energy (€. 8.480,00). Opera buona e giusta. Modalità e luogo sbagliati. Sebbene l’area del Castello sia “vincolata”, l’intervento è stato approvato dall’Amministrazione senza il preventivo e doveroso parere della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici e senza la sottoscrizione di alcuna convenzione con le tre aziende.

 
Tre aziende, che stanno realizzando i tanto “vituperati” impianti fotovoltaici su alcuni terreni agricoli della Masseria Grande (sulla provinciale per Casarano), hanno deciso di “donare” alla comunità di Collepasso un Parco giochi per un valore di € 40.025,00 (quarantamilaeventicinque). L’Amministrazione comunale ha dato il suo assenso.
Vere dignum et justum est” … “è cosa buona e giusta”…
Iniziativa lodevole, indubbiamente… Chi non è d’accordo alla realizzazione di un Parco giochi per i nostri bambini?!?
Quando ci sono di mezzo, però, amministratori comunali “pasticcioni”, come gli attuali, bisogna andare sempre “con i piedi di piombo”… l’approssimazione e i “casini” sono a portata di mano… basta guardare bene le “carte”…
Le tre aziende “fotovoltaiche”, infatti, su indicazione dell’Amministrazione, stanno realizzando il Parco Giochi “nell’area antistante il Castello Baronale in prossimità del Pozzo Baronale”….
Timeo Danaos et dona ferentes” (“Temo i Greci anche quando portano doni”), disse con diffidenza Laocoonte quando fu introdotto nelle mura di Troia il famoso e mastodontico cavallo di legno, “dono” dei Greci assedianti alla città assediata… Laocoonte, inascoltato veggente e gran sacerdote di Poseidone, aveva ragione… Sappiamo tutti come andò a finire…
E giacché mi sto dilettando di latino (chiedo venia, ma è “vezzo antico” dei “nullafacenti” e anche di incalliti “delinquenti”…), continuo su questo “filone”, sperando che qualche autentico “filone” capisca!!!
Pecunia non olet” dicevano gli antichi romani…
Letteralmente, significa “il denaro non puzza” ed è un’espressione che viene cinicamente usata per indicare che il denaro è sempre denaro, qualunque ne sia la provenienza.
Gli attuali amministratori erano sino a tre mesi fa (quando erano ancora all’opposizione) fieri e acerrimi nemici del fotovoltaico… Ne hanno fatte e dette “di cotte e di crude” per impedire che fossero installati impianti fotovoltaici a Collepasso e, soprattutto, per buttare fango a palate sugli amministratori di ieri…
Dopo le loro passate e invereconde performances polemiche, tutti pensavano, una volta “conquistato” il Palazzo comunale, ad un blocco generalizzato (o, almeno, ad una sospensione delle autorizzazioni) degli impianti fotovoltaici in costruzione… Non era quello che chiedevano, strepitando come oche starnazzanti, sino a pochi mesi fa, quando erano all’opposizione?!? E, d’altronde, la loro smania “revisionista”, e persino impudentemente “negazionista”, non li aveva portati a compiere, sin dal primo giorno del loro insediamento, atti e fatti vergognosi per “cancellare” le “vestigia” della vecchia Amministrazione?!?
Avevano ragione i latini: “Pecunia non olet”… Per far bella figura, oggi che sono loro ad amministrare, “perdono la memoria”…
Sono “revisionisti” e “negazionisti” per vicende “immateriali”, seppur emblematiche, come la rimozione della Bandiera della Pace…
Sono fortemente “realisti” e cinici, al di là dei loro antichi “princìpi” e delle loro epiche “battaglie ambientaliste”, per vicende “materiali” e venali…
Possono anche abbattere una bandiera della Pace in nome dei “princìpi”, ma non rifiutare soldi… in nome dei “princìpi”…
Pecunia non olet”… se si tratta di incassare le indennità di sindaco e assessori, dopo aver chiesto, per cinque anni, che fossero eliminate (per gli altri)…
Pecunia non olet”… se si tratta di incassare i soldi del tanto vituperato fotovoltaico e, senza alcun merito, fare “bella figura” di fronte agli occhi degli ignari cittadini…
Chissà, forse si saranno pure pentiti – oggi che amministrano loro – di aver fatto tutta quella gazzarra ignobile ed eversiva per impedire, nell’aprile 2007, la realizzazione della centrale a biomasse, che avrebbe garantito alle casse comunali ben 500.000,00 euro all’anno di entrate per 12 anni…
Oggi, per poter “accettare” quei soldi, ricorrono all’art. 4 “Misure compensative ed oneri amministrativi” del Regolamento comunale sugli impianti da fonti rinnovabili, approvato con il voto favorevole della maggioranza di Vito Perrone nel Consiglio comunale del 21 marzo di quest’anno, ma sul quale gli attuali amministratori (Menozzi & Co.) votarono contro…
La norma permette al Comune di ottenere dalle aziende che realizzano nell’agro di Collepasso “impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile” alcune “misure compensative”, quali “interventi di miglioramento della qualità di fruizione del bene pubblico da parte della cittadinanza (…), interventi di efficientamento energetico (…) o altri interventi ritenuti idonei”.
D’altronde, la precedente Amministrazione si era mossa con successo per far ottenere “misure compensative” e contributi da un’altra azienda fotovoltaica in favore dell’Istituto Comprensivo Statale (50.000,00 euro), per la sistemazione dei bagni nella Scuola Primaria e l’acquisto di suppellettili varie (scrivanie, sedie, ecc.) per le scuole, oltre che per la sistemazione dei campetti da tennis (20.000,00 euro)…
Per chi non lo sapesse… soldi già accreditati…
Gli attuali amministratori oggi “si fanno belli” utilizzando “senza scrupolo alcuno” strumenti normativi predisposti dalla vecchia Amministrazione, sui quali loro avevano sempre e puntualmente votato contro…
Oggi, di fronte alla “pecunia”, i loro “inflessibili princìpi” e le loro battaglie “ambientaliste” vengono “svenduti” per € 40.025,00… Tanto valgono?!?
Anche recentemente, il 30 luglio scorso, un notorio desperado del Far West politico collepassese, da sempre implacabile e feroce “protestante” (oggi anche ignominiosamente “protestato”) del fotovoltaico, in un delirante ed infuocato comizio di “mezza estate” (periodo in cui sono più facili i “colpi di sole”), aveva minacciato “fuoco e fiamme”, indagini e “memoriali” anche “con gli altri impianti che stanno realizzando di fianco alla Masseria Grande”… Forse i tre “meschini” assessori comunali che gli erano accanto in quello squallido comizio si erano dimenticati di comunicargli che proprio il giorno prima la “sua” Giunta aveva deliberato (Del. G.M. n. 134 del 29.07.2011) di accettare “le forniture ed opere proposte dalle tre società” e di “approvare il progetto per la realizzazione del Parco giochi”, dando atto che “successivamente sarà sottoscritta apposita convenzione con ogni singola ditta proponente”.
E qui “casca l’asino”…
Purtroppo, anche quando decide di fare o accettare qualcosa di buono, questa Amministrazione ha la capacità di “fare pasticci”.
D’altronde, il suo unico e vero obiettivo era solo quello di “buttare fumo negli occhi” della gente, non di fare le cose con serietà, logica e secondo i principi di legalità, trasparenza e buona amministrazione.
Certo, capisco che un’Amministrazione debole e “incasinata”, che ha sinora collezionato tante figuracce, abbia bisogno di qualcosa di “visibile” per guadagnare qualche simpatia tra i cittadini…
Non sono sufficienti gli sforzi dei loro odierni “corifei” (e di qualche “giullare” di contorno, in cerca di gratificazioni), ieri feroci detrattori di qualsiasi iniziativa della precedente Amministrazione, che oggi si affannano nelle piazze reali e virtuali a descriverci l’odierna “Collepasso menozziana” come la nuova “Città del Sole”,  il “nuovo Eden” e, persino, la nuova ed agognata “Filadelfia”, dove regna l’amore e la concordia dei “fratelli” e il “cambiamento”… Sono sempre gli stessi e soliti “neroni” che ieri appiccavano il “fuoco alla città” ed oggi si sono improvvisamente tramutati in improbabili “pompieri”… mentre, “nelle tenebre”, continuano a fare i “piromani”, unica attività politica da loro ben conosciuta e praticata…
Capisco che la nuova Amministrazione debba “coprire” notizie, fatti e fallimenti più “sostanziosi”… ad esempio, per citarne uno solo, il mancato finanziamento da parte della Regione del progetto di € 600.000,00 per la sistemazione di piazza Dante, presentato appena un mese fa… Con la precedente Amministrazione non era mai successo che i progetti del Comune di Collepasso (o nei quali era presente il Comune) non venissero finanziati o posti in posizione non finanziabile… I precedenti progetti si erano piazzati sempre nelle prime posizioni ed erano stati finanziati… Chissà perché…
Per tornare al Parco giochi… ottima iniziativa… pessima e scellerata collocazione…
Già i superficiali amministratori avrebbero dovuto almeno riflettere prima di approvare un progetto per un Parco giochi “da realizzarsi nell’area antistante il Castello Baronale in prossimità del Pozzo Baronale”…
Pur con le dovute proporzioni, ma giusto per rendere l’idea, chi si sognerebbe mai di collocare un Parco Giochi all’interno del Colosseo?!?
L’incompetenza, l’approssimazione e la fretta “fanno i gattini ciechi”.
Seguiamo per un attimo tutto l’iter amministrativo…
Giovedì 28 luglio, le tre società “fotovoltaiche” che stanno realizzando impianti in aree agricole della Masseria Grande (Wind One Energy srl per 999.12 Kw; Sun One Energy srl per 507,84 Kw; Panda Energy srl per 999.12 Kw) “propongono” all’Amministrazione comunale, “quali misure compensative”, la realizzazione di un parco giochi: la Wind One Energy propone “l’installazione di giochi ed arredi per un valore complessivo di 15.637,00”; la Panda Energy “l’installazione di giochi ed arredi per un valore complessivo di 15.908,00“; la Sun One Energy “la realizzazione opere di rigenerazione urbana attraverso la sistemazione dell’aiuola circostante il Pozzo Baronale nel Parco del Castello e con interventi di piantumazione di alberi di vario genere, rifacimento del prato e sistemazione dell’impianto di irrigazione oltre ai lavori necessari per dare il lavoro finito a perfetta regola d’arte, per un valore complessivo di €. 8.480,00”.
Il giorno dopo, venerdì 29 luglio, alle ore 12.00, la Giunta accetta le proposte e approva persino il progetto esecutivo… E’ indubbio che siano proprio dei superman!!!
La delibera viene pubblicata e diviene ufficialmente esecutiva solo giovedì 11 agosto… intanto, però, i lavori di “distruzione” e sostituzione del vecchio prato sono già iniziati da alcuni giorni…
Prima di approvare la delibera, gli amministratori hanno visto almeno le “carte”, hanno esaminato il progetto, hanno verificato o si sono almeno chiesti se tutto fosse in regola?!? Non credo.
Il Castello Baronale e il Parco circostante, nel quale insiste il vecchio Pozzo, è, infatti, area vincolata dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici. Qualsiasi modifica o intervento, di natura materiale e/o immateriale (persino il cambio di “prospettiva” che riguardi un bene architettonico è un intervento modificativo, sebbene di natura “immateriale”) deve avere il parere obbligatorio e preventivo della Soprintendenza.
Tra gli atti, però, non risulta alcun parere. Nemmeno che sia stato chiesto.
Pertanto, l’intervento è da considerarsi già illegittimo e illegale, in violazione di specifiche norme.
Ancora. Con l’atto deliberativo, la Giunta decide di accettare le proposte delle tre società, di approvare il progetto e di farlo realizzare direttamente da loro, considerato che “nessun onere sarà a carico dell’Amministrazione Comunale”.
Bene! O meglio, non proprio. Ma diamo per buona (non lo è) la procedura.
A questo punto, uno si aspetta, come prevede la legge, che i rapporti tra pubblico e privato siano regolati, come è doveroso, da un contratto o una convenzione sottoscritti e resi pubblici… insomma, da un atto pubblico che determini i rapporti tra le parti… Oltretutto si tratta di una fattispecie amministrativa un po’ particolare: soldi privati, decisioni e opere pubbliche, realizzazione di opere da parte di privati su suolo pubblico “vincolato”…
Macché! Questi “apprendisti stregoni”, assurti agli “onori” (non conoscono gli “oneri”) di amministratori solo “per opera e virtù dello Spirito Santo”, deliberano che “successivamente sarà sottoscritta apposita convenzione con ogni singola ditta proponente i suddetti interventi”…
Incredibile! Prima si fanno le opere e poi si fa la convenzione!! E quando poi?!? A lavori ultimati?!? Sull’Albo Pretorio on line non ho trovato alcun atto, se non la delibera di Giunta (che in questo caso ha soprattutto “potere di indirizzo”, essendo gli atti conseguenti di natura “gestionale”), che “perfezioni” e renda legittimo, legale e possibile la realizzazione del Parco giochi.
Cioè, in teoria (ma anche in pratica), coloro che hanno lavorato (ho visto anche qualche extracomunitario…) e realizzato in questi giorni l’opera, facendo lavori di smantellamento, scavi e posa in opera, sono degli “abusivi”, che hanno operato nella quasi totale illegittimità e illegalità, con tutti i rischi annessi e connessi, a causa della superficialità e incompetenza di amministratori, che non conoscono l’abc della Pubblica Amministrazione.
Questo per quanto riguarda la legittimità e la legalità degli atti, che, al di là del qualunquismo e del populismo dilaganti, sono non solo “forma” ma anche “sostanza” nella gestione della cosa pubblica.
Per quanto riguarda la scelta del luogo del Parco giochi…
Ritenevano che il Parco del Castello fosse l’unico “luogo” dove ubicare il Parco Giochi?!? Perché non interessare la Soprintendenza e trovare insieme la collocazione più adatta, senza combinare “pasticci” e senza arrecare “oltraggio” al Castello e al Pozzo storico, che, da sempre, rappresentano un unicuum prospettico, che oggi è stato alterato, deturpando il complessivo contesto ambientale e architettonico?
Proprio ieri, io e Vito Perrone, in qualità di consiglieri comunali, abbiamo dovuto informare la Soprintendenza di quanto sta avvenendo, anche a costo di sfidare l’impopolarità dei “soliti”.
Passata l’euforia del momento, forse ci si renderà conto del grave “pasticcio” e dell’errore compiuto…
Alcuni interrogativi sono, però, doverosi.
Veramente l’area del Castello era l’unica in cui ubicare il Parco Giochi? Ho i miei dubbi. Certamente è l’unica più “visibile” agli occhi della gente. Solo questo, d’altronde, interessava a Menozzi & Co., in barba al buon senso, a leggi e regolamenti… Certamente è l’area meno sicura, più soggetta a tanti “pericoli” (sia per la vicinanza della strada sia per la pericolosità statica del vecchio Pozzo) e anche ad eventuali vandalismi. Non risulta che l’area dovrà essere recintata…
C’erano certamente altri luoghi dove ubicare il Parco Giochi.
Esprimo alcune ipotesi. Il luogo più naturale non poteva che essere il Parco Bosco. Oppure, così come era stato ipotizzato dalla precedente Amministrazione, le due aree laterali della Scuola elementare, una che si affaccia su via Crispi e l’altra sua via Puccini (proprio di fronte al Castello), ambedue più sicure perché recintate. Oltretutto, se l’intervento è finalizzato, come prevede il Regolamento comunale sulle rinnovabili, ad “interventi di miglioramento della qualità di fruizione del bene pubblico da parte della cittadinanza” (come, ad esempio, il “miglioramento, rifacimento o completamento dell’arredo urbano”) o, come dice la loro delibera, a realizzare “opere di rigenerazione urbana”, che senso ha l’intervento in un’area già “sistemata”?!? Che senso ha estirpare il prato esistente e in buone condizioni e rimetterne un altro?!? Questo, forse, per loro significa oculata gestione ed “economicità” della Pubblica Amministrazione?!?
L’area scolastica su via Puccini, ad esempio, che versa notoriamente in uno stato di degrado e di abbandono, sarebbe forse stato il luogo più opportuno per il Parco Giochi, anche perché coniuga la smania (legittima, seppur criticabile) di “visibilità” degli attuali amministratori e, al contempo, la necessità di “rigenerazione urbana” di un luogo emblematico (è luogo scolastico) e di sicurezza (è recintato).
Perché, invece di alcune consultazioni “carbonare” con “nemicicariamici” di cui si chiacchiera, Menozzi non ha sentito il dovere, prima di avviare l’opera, di consultare tutti i gruppi consiliari?!?
Ma, come è noto, il buon senso e la logica non sono tra le virtù di questa Amministrazione….

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Pantaleo Gianfreda
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