Monica Marra subentra in Consiglio comunale al dimissionario Vito Perrone

4 Agosto 2017 Off Di Pantaleo Gianfreda
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La neoconsigliera Monica Marra

Dopo Vito Perrone, consigliere dimissionario (interessanti alcuni commenti su questo blog), Monica Marra è la “neo” (parola intesa sia come prefisso che sostantivo) consigliera comunale. Il Consiglio di ieri ha preso atto della “staffetta” e proceduto alla surroga tra i due…

… “morto un papa si fa un altro papa…”… anzi, una “monica”!

Alla neoconsigliera i doverosi auguri di buon lavoro, con la speranza che contribuisca a rivitalizzare, nell’interesse della comunità, la torpida e assente opposizione di centrosinistra. Non dovrebbe essere difficile, dopo le continue assenze e il “niente” espresso in quattordici mesi dal consigliere dimissionario.

Monica Marra, 45 anni, nubile, titolo scolastico di geometra (non ha mai esercitato), figlia di un ex imprenditore edile e di una ex “contadina”, è alla seconda esperienza amministrativa, essendo stata assessora (Pari Opportunità, Sport, Associazionismo e Volontariato) nel quinquennio 2006-2011. Attualmente esercita l’attività di imprenditrice edile, avendole il padre passato da alcuni anni il “testimone” dell’azienda familiare (e anche quello di “rappresentante della famiglia” in Consiglio comunale).

In Consiglio troverà “dall’altra parte”, in maggioranza, la cugina Gabriella Marra, attuale consigliera delegata alle Pari Opportunità. Riprende così corso una vecchia “tradizione” della politica amministrativa collepassese: la “consuetudine” della famiglia Marra di avere contemporaneamente un proprio rappresentante nella maggioranza e uno all’opposizione a difendere saldamente i propri interessi. Una “consuetudine” che “tracimò” negli anni ’80 con la nota ed oscura vicenda del Consorzio edile “C.A.E.R.”, quando i due fratelli Carlo e Mario (padre di Monica e allora presidente del Caer) erano uno in Giunta con la DC e l’altro all’opposizione con il PCI. Le scorie di quella vicenda continuano  ad “intossicare” e condizionare tutt’oggi la politica collepassese, in particolare la sinistra. Alcuni particolari “scabrosi” rimangono oscuri ed inquietanti. Personalmente ne ho avuto casualmente sentore dopo quasi quindici anni dagli eventi (a fine anni ’90), provocando in me indignazione, disgusto e la rottura di vecchie e consolidate amicizie. Qualcuno dovrebbe, però, avere finalmente il coraggio e la dignità di confessare scomode verità e chiedere perdono a Dio e, soprattutto, agli uomini (in particolare a me, che fui all’epoca inconsapevolmente strumentalizzato per fare grandi “battaglie ideali” per l’edilizia economica e popolare, mentre alle mie spalle altri concludevano luridi affari).

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Nella “desertica giungla” della sado-masochistica “sinistra” collepassese, dopo il vecchio e malandato “licantropo” politico che “fa un passo indietro”, “fa un passo avanti” la nota  e un po’ acciaccata e impacciata “taranta”… due “animali politici” (secondo l’antica definizione di Aristotele) con scarso senso della politica e grande senso di sé, protagonisti assoluti, insieme al “castellano di se stesso” – il più longevo, etereo ed inutile segretario di un partito della sinistra collepassese negli ultimi cinquanta anni -, delle recenti débacles del centrosinistra locale.

Non so se Monica, notoriamente “tutto fumo e niente arrosto”, ma abile tessitrice di velenose ragnatele, riuscirà a riscattarsi e “sorprenderci” in questa nuova avventura politica e amministrativa all’opposizione. Conoscendola, ho le mie perplessità… ma speriamo in un miracolo, soprattutto perché ha ormai una “certa età”!

Che Dio ce la mandi buona!”…

Pantaleo Gianfreda


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