Appello di “Libertà e Giustizia”: “La democrazia è in bilico: salviamola”

8 Febbraio 2009 Off Di Pantaleo Gianfreda
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L'associazione lancia una raccolta di firme per "rompere il silenzio" sui quotidiani attacchi alla Costituzione e alla legalità

"La democrazia è in bilico": l'allarme arriva da "Libertà e Giustizia", l'associazione nata nel 2002 a Milano per far fronte alla crescente insoddisfazione dei cittadini nei confronti della classe politica, cittadini che "non trovano gli strumenti culturali per unirsi e cambiarlo, per contare insieme, per far valere il loro impegno civile".

"Libertà e Giustizia" ha pubblicato su Repubblica un appello per la difesa della democrazia, dal titolo "Rompiamo il silenzio". L'associazione invita chi intende aderire all'appello, che reca le firme di Gustavo Zagrebelsky, Gae Aulenti, Giovanni Bachelet, Sandra Bonsanti, Umberto Eco, Giunio Luzzatto, Claudio Magrisi, Simona Peverelli, Guido Rossi, Elisabetta Rubini e Salvatore Veca, a sottoscriverlo sul suo sito (www.libertaegiustizia.it).

"Assistiamo a segni inequivocabili di disfacimento sociale: perdita di senso civico, corruzione pubblica e privata, disprezzo della legalità e dell'uguaglianza, impunità per i forti e costrizione per i deboli, libertà come privilegi e non come diritti", si legge, tra l'altro, nel testo dell'appello.

I promotori dell'appello denunciano "il decadimento etico e istituzionale" del Paese, rispetto al quale la crisi economica è un'aggravante. La democrazia rischia di diventare demagogia, "l'investitura da parte di monarchie o oligarchie di partito si mette al posto dell'elezione". Questo avviene in Italia, dove la selezione della classe politica è diventata "una cooptazione chiusa", il Parlamento "è in via di esautoramento", "la separazione dei poteri è gravemente minacciata".

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"Libertà e Giustizia" denuncia i conflitti d'interesse, le commistioni sempre più pericolose: il risultato è "un regime chiuso di oligarchie rapaci, che succhia dall'alto, impone disuguaglianza, vuole avere a che fare con clienti-consumatori ignari o imboniti". Che fare? La strada suggerita dai firmatari dell'appello è quella di "contrastare le proposte di stravolgimento della Costituzione, come il presidenzialismo e l'attrazione della giurisdizione nella sfera d'influenza dell'esecutivo", e di "difendere la legalità contro il lassimo e la corruzione". E infine, "promuovere la cultura politica, il pensiero critico, una rete di relazioni tra persone ugualmente interessate alla convivenza civile e all'attività politica, nel segno dei valori costituzionali".


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