La “questione scolastica” a Collepasso tra lavori infiniti, furti, disagi, fughe di alunni e carenze varie. Sette bambini della 1ª elementare “emigrano” a Parabita
17 Febbraio 2018Alcune recenti e clamorose vicende hanno portato all’attenzione dell’opinione pubblica, almeno quella più sensibile e attenta, una vera e propria “questione scolastica” a Collepasso. Essa riguarda non solo gli edifici, di specifica ed esclusiva competenza del Comune, soggetti a lavori infiniti e malfatti, disagi crescenti, servizi carenti, furti e scarsa sicurezza, ma la stessa capacità dell’Istituzione scolastica di offrire una valida offerta formativa, in grado, al di là di burocraticismi e formalismi, di leggere i processi in atto, dare risposte adeguate, puntare sulla qualità, frenare l’esodo di alunni.
Emblematica e dirompente è la decrescita che colpisce le scuole dell’obbligo di Collepasso. Dovuta non solo al generale decremento demografico, ma anche (soprattutto) alla crescente “fuga” di alunni verso altri Comuni. Un “campanello d’allarme” che suona inutilmente da anni. Puntualmente sottaciuto, sottovalutato e persino rimosso.
Clamoroso è il dato delle iscrizioni alla Prima classe dell’A.S. 2018/19 della Scuola Primaria (ex Elementare), chiuse il 6 febbraio. Ben sette bambini collepassesi sono “emigrati” nel vicino Istituto Comprensivo di Parabita, dove i genitori hanno chiesto l’iscrizione alla sezione del “tempo pieno”.
Nell’ultimo quinquennio le Scuole dell’Istituto Comprensivo (Infanzia, Primaria e Secondaria) hanno perso ben 85 alunni (A.S. 2013/14: 529 alunni; 2014/15: 498; 2015/16: 479; 2016/17: 469; 2017/18: 444). Se poi si confrontano i dati dell’A.S. 2011/12, quando risultavano 579 iscrizioni (563 nel 2012/13), la perdita è di 135 alunni.
E le iscrizioni per il prossimo anno “segnalano” un probabile ulteriore calo. Nonostante il termine del 6 febbraio sia trascorso da tempo, la Direzione scolastica non riesce ancora a fornire i dati definitivi, segno tangibile di imbarazzo e indecisione. E’ probabile che altre sorprese siano dietro l’angolo.
Il problema comincia a diventare drammatico per Collepasso, se si considera, ad esempio, che la popolazione scolastica del “concorrente” Comune di Tuglie, che fa parte del nostro Istituto Comprensivo, è diminuita nello stesso periodo 2011-2017 di sole 45 unità (rispetto alle nostre 135).
Ho volutamente virgolettato il termine “concorrente” perché è ormai diventata stucchevole l’annosa “querelle” tra i due Comuni (di identico indirizzo politico-amministrativo) per la rivendicazione della direzione scolastica. Una battaglia demagogica, che guarda all’apparenza e non alla sostanza, al campanile e non ai problemi veri della scuola. Un alibi per la nostra Amministrazione, incapace di affrontare i nodi veri dell’istruzione primaria nel nostro paese.
Anche per il prossimo anno la Regione ha riconfermato Collepasso come sede principale. Vogliamo, però, essere sinceri? In questi anni l’Amministrazione ha clamorosamente fallito nell’obiettivo di predisporre una dignitosa sede per la direzione scolastica, che si presenta assolutamente inadeguata e carente, persino priva di servizi essenziali. Un “dettaglio” per tutti: è concepibile una direzione con una sola linea telefonica? Fa pena, poi, vedere come da mesi siano “accampati” gli uffici, in attesa che finiscano gli eterni lavori della Scuola media. Come fanno dipendenti, docenti e genitori a sopportare una situazione del genere e non ribellarsi? In altri tempi sarebbe successo giustamente un finimondo. Vedere poi i ragazzi privi di palestra da anni, costretti a svolgere educazione fisica nei corridoi (o all’aperto nei giorni di bel tempo), è veramente deprimente, un vero oltraggio dell’Amministrazione comunale nei confronti delle giovani generazioni.
L’attuale situazione deve preoccupare non solo a parole, ma costringere a riflettere, confrontarsi, assumere le doverose (e radicali) decisioni e iniziative, che competono a livello istituzionale in primo luogo a Scuola e Comune, ma devono coinvolgere e interessare l’intera comunità per il ruolo centrale della formazione culturale dei nostri ragazzi.
Va tutto bene nelle scuole di Collepasso?!? Ben si adatta per taluni la celebre “Tout va très bien, Madame la Marquise… Tutto va ben, Madama la Marchesa, va tutto ben, va tutto ben, però l’attende forse una sorpresa che dir non posso fare a men…”. Ad esempio, la recente “sorpresa” della fuga di ben sette alunni (sperando che non ce ne siano altre).
“Non posso fare a men…” ancora di riportare quanto scriveva un genitore il 14 gennaio dopo l’ennesimo furto: “I bambini che frequentano le scuole di Collepasso non hanno niente di moderno, di sicuro e di bello. Basta guardare il cortile delle due scuole, le palestre inagibili e le attività extra curricolari inesistenti. Manca solo il furto dei banchi e le sedie. Che delusione per la gestione della nostra comunità!”.
O quanto mi scriveva giorni fa un amico, oggi pensionato e nonno, già funzionario del Provveditorato agli Studi: “… scusa se ti importuno, ma vorrei farti un paio di segnalazioni, considerato che chi deve sentire non vuole sentire. … omissis… la seconda riguarda lo stato di abbandono del cortile antistante la scuola primaria dove i bambini corrono seri pericoli per l’accumulo di vetri rotti e non, di rottami vari, di buche, di erbacce e quant’altro; il tutto è visibilissimo dall’esterno”.
Oppure ancora l’amaro commento postato tempo fa da un “genitore deluso”: “… forse qualcuno non è a conoscenza dello stato in cui si trovano le nostre scuole. Sia la scuola media che la scuola elementare da anni ormai non hanno la palestra e generazioni di bambini e ragazzi hanno concluso il ciclo scolastico senza poterle nemmeno vedere. Infatti continua la migrazione dei nostri ragazzi presso le scuole dei comuni limitrofi che non si capisce come mai hanno scuole in condizioni migliori delle nostre”.
Cosa succede alle scuole di Collepasso, come si può invertire questa tendenza al declino?!?
La domanda è rivolta in primo luogo all’Istituzione scolastica e allo stesso Ente locale, che per legge ha competenze precipue e specifiche per le scuole di 1° grado.
Le norme sull’Autonomia scolastica (D.Lgs. 112/1998 e segg. nazionali e regionali) hanno, infatti, assegnato a Comuni (per le Scuole di I grado) e Province (per quelle di II grado) importanti competenze. Non a caso si parla di “interazione reciproca” e “integrazione funzionale tra i diversi attori istituzionali”. L’Ente locale ha un ruolo strategico e sinergico nel sistema formativo. Le sue competenze spaziano dalla manutenzione degli edifici, di cui è proprietario, sino ad un ruolo attivo nell’elaborazione dello stesso Piano dell’Offerta Formativa (POF), che deve inserirsi nel “contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale” e nella cui determinazione occorre tener conto “delle esigenze e delle attese espresse dalle famiglie, dagli enti locali, dai contesti sociali, culturali ed economici del territorio”.
L’Autonomia ha permesso a tante realtà scolastiche anche vicine di fare un notevole salto di qualità, soprattutto dove vi sono o vi sono stati Dirigenti scolastici, il cui ruolo è oggi centrale e fondamentale, di grande professionalità e apertura, che hanno saputo guidare con competenza, creatività e pugno fermo le loro scuole, utilizzando “all’osso” tutte le opportunità formative e progettuali che i vari livelli istituzionali (regionali, nazionali e comunitari) hanno messo a disposizione. Di converso, certe chiusure corporative dell’Istituzione scolastica, l’assenza dell’Ente locale ed alcune ottusità burocratiche hanno impedito ad altre realtà il salto di qualità.
Perché, ad esempio, altri Istituti Comprensivi vicini hanno introdotto da tempo l’opzione per il tempo pieno e il nostro ha persino “cancellato” dopo solo un anno di sperimentazione il tempo prolungato introdotto dalla dirigente scolastica Giannelli? Ricordo quando, quasi 20 anni fa, da Commissario del neo Istituto Comprensivo (nominato come presidente, all’epoca, del Consiglio d’Istituto della Scuola Media) deliberai l’introduzione del tempo pieno. Successe un finimondo! Ebbi tutti contro. Altri tempi, certo. Chi e cosa, però, impedisce oggi di introdurre il tempo pieno per frenare l’emorragia di alunni?!? Chi e cosa impedisce di utilizzare “all’osso”, come già fanno altri Istituti, le notevoli opportunità progettuali curriculari ed extracurriculari?!?
L’Amministrazione comunale ha il compito prioritario di dare finalmente soluzione agli infiniti e disagevoli lavori che interessano le due scuole. Al contempo, ha il dovere di promuovere incontri seri e aperti con la Direzione scolastica, il Consiglio di Istituto e tutte le componenti scolastiche e sociali collepassesi per dare un contributo al miglioramento della qualità dell’offerta formativa, capire i motivi di questa costante emorragia di alunni, trovare adeguate soluzioni, coinvolgere la comunità intera sul tema della centralità e della qualità della formazione dei nostri ragazzi.
Il problema vero è che la grande assente sembra essere proprio la qualità della formazione dei ragazzi. Nonostante alcune pregevoli e limitate iniziative e non pochi insegnanti “appassionati”, chi pensa veramente alla formazione culturale dei ragazzi e al loro futuro?
Una comunità incapace di guardare e valorizzare la formazione delle giovani generazioni è destinata inevitabilmente all’emarginazione e al declino. È quello che, nell’indifferenza generale, sta succedendo a Collepasso… salvo che si abbia l’intelligenza di reagire, dare una “scossa” forte, proporre innovative e radicali offerte formative.
Pantaleo Gianfreda
Grazie Pantaleo per queste continue informazioni sullo stato di degrado nel quale da anni ormai versa Collepasso. Con i tuoi articoli, mi dai sempre più conforto quando piango per aver lasciato assieme alla mia famiglia, alcuni anni fa, il mio paese natio dandomi la crescente consapevolezza di aver fatto (ahimè) la scelta giusta. Qualcuno potrebbe obiettare che si deve rimanere per cercare di cambiare le cose ma, a volte, la sola buona volontà non basta quando ci si scontra con cose più grandi di noi che, incancrenite, non si riusciranno mai più a salvare (burocrazia, interessi personali e di parte, malaffare etc. etc.)
Vivo qui al nord da alcuni anni dove non tutto è perfetto (ci mancherebbe) ma di certo è anni luce avanti al nostro vecchio, caro, adorato e stanco sud.
Credo, amaramente, che il declino sarà sempre più forte ed inevitabilmente inesorabile…
Mi duole dirlo, ma con la morte nel cuore è ciò che veramente penso….
Saluti
Siete vittime del piano Major
Caro sig. Pagliara, sebbene raramente io “commenti i commenti” postati ai miei articoli, nell’occasione faccio uno “strappo alla regola”. Probabilmente La sorprenderò, ma sono sostanzialmente d’accordo con Lei. Forse avrei dovuto essere più chiaro, ma Lei (mi permetta) commette l’errore di dare una lettura “campanilistica” alla frase che cita. Per quanto mi riguarda, ritengo il campanilismo solo “malattia infantile” del “localismo”. Da sempre sostengo la necessità che gli Enti locali lavorino in rete e si associno. Da tempo, poi, dopo aver preso atto del fallimento delle varie Unioni dei Comuni, sostengo la necessità e la convenienza delle fusioni tra Comuni. Venti anni fa mi battei (inutilmente) per un Piano Regolatore Intercomunale. Nel maggio-giugno 2010 sostenni la proposta del sindaco di Casarano Ivan De Masi di fusione in unico Comune, seppur con distinte municipalità, di Casarano, Collepasso, Matino e Parabita, mai avviata per miopia e campanilismo. Questo Le fa già capire che anch’io ritengo artificioso, per le Sue stesse motivazioni, l’accorpamento di Collepasso e Tuglie nello stesso Istituto Comprensivo. Nel Consiglio del 20 febbraio 2012 (all’epoca ero consigliere comunale) rilevavo “come i due Comuni avessero, nonostante la contiguità territoriale, affinità diverse ‘di carattere culturale, sociale e amministrativo’, in considerazione, soprattutto, dei diversi ambiti dei Servizi sociali e dei Servizi socio-sanitari di appartenenza (Collepasso a Casarano e Tuglie a Gallipoli), che svolgono un ruolo fondamentale nell’istruzione obbligatoria”. A questo si aggiunga, come Lei ricorda, il sopravvenuto decreto USRP del febbraio 2016 di costituzione degli Ambiti Territoriali Scolastici (per la verità, la composizione dei 4 della provincia di Lecce è discutibile e “schizofrenica”), che colloca Collepasso nell’Ambito 19 e Tuglie nel 20. In questi sei anni, poi, il Comune di Collepasso “ha clamorosamente fallito – come scrivo – nell’obiettivo di predisporre una dignitosa sede per la direzione scolastica”. Sin dall’inizio l’Amministrazione si è dimostrata impreparata e incapace a cogliere la possibilità offerta al nostro Comune e si è comportata in modo miope e gretto. Ricordo ancora la penosa lettera dell’8 ottobre 2012/prot. 6244 con la quale il sindaco Menozzi chiedeva al collega di Tuglie “la concessione in uso gratuito di n. 4 scrivanie con sedie per far fronte ad immediate esigenze logistiche e di funzionalità dell’Istituto Comprensivo Collepasso-Tuglie” (!!!).
Logica e buon senso, ma soprattutto la necessità di evitare i persistenti e aggravati disservizi e rendere più efficienti i servizi scolastici, avrebbero dovuto convincere l’Amministrazione di Collepasso a prendere atto del suo fallimento e rinunciare alla sede della direzione, considerato che l’Istituto di Tuglie è meglio attrezzato e organizzato.
Confermo che ritengo “stucchevole l’annosa “querelle” tra i due Comuni … Una battaglia demagogica, che guarda all’apparenza e non alla sostanza, al campanile e non ai problemi veri della scuola”. Spero, però, che Lei sia ora meno “disturbato” e Le sia più chiaro il senso, all’apparenza generico, di questa mia affermazione.
Per il resto, l’Amministrazione di Collepasso ha una sola possibilità per non “perdere la faccia”: incominci a lavorare già sin d’ora, come Lei propone, per “lasciarsi così, senza rancor…” con Tuglie e studiare, al contempo, possibilità e convenienze per aggregare le scuole ad un altro, più omogeneo ed efficiente Istituto Comprensivo.
La ringrazio, comunque, per avermi dato la possibilità di esprimere più chiaramente e compiutamente il mio pensiero.
Cordialmente.
Pantaleo Gianfreda
Caro Sig. Pantaleo Gianfreda,
ho letto con attenzione il suo lungo articolo sulla situazione dell’Istituto Comprensivo di Collepasso-Tuglie, situazione che, stando alle sue parole, si presenta drammatica. Non entro nel merito della sua analisi, della quale mi fido, non avendo motivi per non farlo; tuttavia mi confermo particolarmente disturbato da quanto lei testualemnte afferma: “Ho volutamente virgolettato il termine “concorrente” perché è ormai diventata stucchevole l’annosa “querelle” tra i due Comuni (di identico indirizzo politico-amministrativo) per la rivendicazione della direzione scolastica. Una battaglia demagogica, che guarda all’apparenza e non alla sostanza, al campanile e non ai problemi veri della scuola.”.
Ricordo molto bene come andarono le cose qualche anno fa, quando si dovette procedere alla riorganizzazione delle rete scolastica sulla base del nuovo dimensionamento degli Istituti Comprensivi: per un numero irrisorio (all’incirca una decina)di alunni in più che Collepasso aveva rispetto a Tuglie, la sua Comunità pretese la titolarità del riorganizzato Istituto Comprensivo, senza ammettere ragioni di nessuna altra logica. Collepasso ne ebbe partita vinta, grazie anche alla facile remissività dell’Amministrazione Comunale Tugliese di quegli anni, remissività che io – è un mio pensiero – attribuisco chissà a quali calcoli elettoralistici da parte di qualcuno, sorvolando sulla irrazionalità di quell’accorpamento, dal momento che non sussisteva nemmeno la “ratio” della viciniorità e contiguità tra i due territori comunali, quando invece era più logico procedere all’accorpamento del Comprensivo di Tuglie a quello di Alezio, o di Sannicola o di Parabita, anche in considerazione che i suddetti Comuni ricadono nell’Ambito PU020, mentre Collepasso ricade nell’Ambito PU019. Oltretutto tale accorpamento, con l’introduzione degli Ambiti Scolastici, penalizza il personale docente Tugliese rispetto al diritto di mobilità. Stando così le cose, invito, cordialmente ma con insistenza, l’Amministrazione Comunale di Tuglie a tenere presente le motivazioni che ho addotto e a cercare di sanare, in modo vantaggioso per la Comunità Tugliese, quella che risulta a tutti gli effetti come un’avventata decisione presa in passato, quando, forse, si credeva che non si sarebbe mai giunti ad una situazione così come il Signor Pantaleo Gianfreda ha descritto. Con la preghiera di “lasciarsi così, senza rancor…”, si riveda la situazione al fine solo di offrire servizi di qualità ai ragazzi delle due Comunità.
Noi pensionati tra qualche anno moriremo e crediamo che la priorità sono i loculi cimiteriali e non le scuole