Salento pattumiera: oltre mille pneumatici nelle campagne di Matino

12 Marzo 2009 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Oltre mille pneumatici, classificati proprio tra i rifiuti speciali, sono stati individuati in località “Contrada Scatola”, nelle campagne del Comune di Matino. Circa mille carcasse di vecchi copertoni abbandonati all’interno di una superficie di terreno accanto ad una strada vicinale che collega a Casarano e Parabita a Collepasso.

Un gran lavoro quello del Comando provinciale della Forestale di Lecce. Una lotta senza quartieri contro le discariche abusive che spuntano come funghi nel Salento, terra votata all’arte e al turismo. E’ bene ricordalo. Ma a chi? A chi si deve ricordare che questa terra è invece vittima dell’abusivismo edilizio e delle pattumiere a cielo aperto. Forse ai sindaci dei comuni, tanto per cominciare, molti dei quali o fanno finta di niente, oppure, diranno, non abbiamo le forze per effettuare i controlli nei territori di competenza? Perché se da una parte forestale e carabinieri scoprono rifiuti speciali abbandonati nelle campagne, sequestrano e denunciano alla magistratura i proprietari terrieri, dall’altra non è poi così difficile immaginare che dietro una discarica scoperta, altre dieci ne stanno nascendo mentre scriviamo.

E’ un popolo che abita il Salento, di tutti, che pensa solo a se stesso, che costruisce ancora case a alberghi a ridosso delle spiagge, che trasforma “pagliare” in ville mozzafiato nelle campagne a vincolo paesaggistico, che spiana strade, solo perché private, con tufo su terra rossa protetta, che vomita ad ogni angolo di campagna eternit, copertoni, frigoriferi e possiamo immaginare cos’altro, chissà dove. Costa troppo smaltire come legge comanda. E allora chi se ne frega. Ma c’è anche chi se ne frega comunque, a parte i costi di smaltimento. E’ un Salento alle pezze. Altro che turismo.

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Le foto inviateci dalle forze dell’ordine parlano più di qualsiasi altro commento. Guardare per credere. Ecco il fiume di pneumatici scoperto questa mattina dagli agenti della Forestale di Gallipoli durante un controllo mirato a reprimere l’abbandono incontrollato di rifiuti. Oltre mille pneumatici, classificati proprio tra i rifiuti speciali, sono stati individuati in località “Contrada Scatola”, nelle campagne del Comune di Matino. Circa mille carcasse di vecchi copertoni abbandonati all’interno di una superficie di terreno accanto ad una strada vicinale che collega a Casarano e Parabita a Collepasso. Gli agenti hanno inoltrato denuncia alla Magistratura contro ignoti ed è stato nominato custode giudiziario il fratello del proprietario, deceduto alcuni anni fa.

Tutto questo accade dopo la maxioperazione della Forestale dello scorso 4 marzo. In quella occasione furono denunciate all’autorità giudiziaria ben nove persone, due delle quali di Gagliano del Capo e sette di Copertino, ritenute responsabili di un vero e proprio scempio ambientale. L’attività del comando provinciale di Lecce, attraverso le stazioni di Gallipoli, Otranto e Tricase ed il nucleo operativo di polizia ambientale, ha portato al sequestro di 12 discariche abusive, per un totale di circa 3 ettari, disseminate fra Gagliano del Capo, Copertino, Lecce, Minervino, Uggiano La Chiesa, Sanarica, Matino, Sannicola e Galatone. E nei sequestri, dentro l’area industriale di Copertino, gran parte dei rifiuti al momento dell’arrivo degli agenti della forestale erano in fase di combustione.

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E vale la pena riportare il commento della stessa forestale all’esito dell’operazione: “E’ assurda questa continua mancanza di senso civico e di rispetto verso l’ambiente da una parte delle figure sociali della nostra provincia che con cura certosina abbandonano delle vere e proprio bombe ecologiche che vanno dall’eternit, alle batterie, pneumatici, oli esausti, contenitori di vernici e solventi, dai rifiuti inerti provenienti da demolizioni, alle plastiche, cartoni, bidoni, lavatrici, frigo, vetro, motori, ciclomotori, ferro, lavandini, scarti di macellazione. Il problema è di carattere culturale: l’ambiente, la natura, il territorio sono visti ancora come “res nullius”. 


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