Duello in Tribunale tra l’ex vicesindaco e il consigliere.

29 Giugno 2009 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Collepasso. Gianfreda si oppone al decreto di condanna del gip. Prosegue in aula la battaglia contro Nuzzo   

E' fissata per mercoledì 8 luglio, davanti al giudice monocratico di Galatina, l’udienza del processo che vede coinvolti come controparti l’ex vicesindaco Pantaleo Gianfreda e il consigliere Roberto Nuzzo, ex segretario Ds, ora consigliere comunale del gruppo «Società attiva».

Occorre, però, fare un passo indietro di due anni per ricapitolare la vicenda. Era il maggio del 2007 quando Pantaleo Gianfreda scriveva al presidente del Consiglio comunale di Collepasso, al prefetto e ad altre autorità per stigmatizzare il comportamento assunto da Roberto Nuzzo durante le proteste contro il progetto di realizzare nel territorio comunale una centrale elettrica alimentata a biomasse. Una questione che accese grandi polemiche e un duro scontro fra amministratori municipali.

Roberto Nuzzo, ritenendosi «offeso» dal contenuto e dai toni usati dal vicesindaco nei suoi riguardi, si era rivolto alla magistratura. E lo scorso autunno il gip Vincenzo Scardia aveva condannato Pantaleo Gianfreda alla pena pecuniaria di 100 euro «per aver offeso la reputazione di Roberto Nuzzo».

L’ex vicesindaco, però, non accettando il verdetto, decise di opporsi al decreto di condanna. Così il procedimento è approdato in tribunale, dopo il rinvio a giudizio di Gianfreda disposto dal gip Andrea Lisi.

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Roberto Nuzzo si dice sorpreso della mossa dell’ex vicesindaco: «Mi ritenevo soddisfatto del decreto di condanna, seppure rappresentato da una semplice sanzione pecuniaria, ma ora che, con grande sorpresa, ho appreso che l’imputato ha voluto opporsi per scegliere il dibattimento, dovrò prendere in considerazione l’ipotesi di costituirmi anche come parte civile». Per Pantaleo Gianfreda, il recente epilogo della diatriba «è la dimostrazione che sulla vicenda si è molto speculato senza che ci fosse alcuna condanna nei miei riguardi. Ora mi rimetto agli esiti del dibattimento ed alle decisioni della magistratura, davanti alla quale conto di dimostrare che non ho offeso nessuno».


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Pantaleo Gianfreda