L’assenza di Berlusconi all’inaugurazione della Fiera del Levante.

13 Settembre 2009 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Più importante l'assenza dell'inaugurazione. Critiche e ironia sull’assenza di Berlusconi all’inaugurazione della Fiera del Levante

Come ha giustamente ricordato Lacirignola, presidente della Campionaria barese, “fatta eccezione per gli anni 1991 e 1989, bisogna risalire al 1962 per constatare l’assenza di un primo ministro alla cerimonia inaugurale dell’ente”. Quella di quest’anno era diventata più importante e attesa anche per ciò che lo stesso presidente del Consiglio aveva preannunciato un mese fa. In Fiera avrebbe illustrato il suo piano Marshall per il Sud, come lui stesso lo definì”.

Il suo discorso era atteso per altri motivi, ricordati da Lacirignola: “Noi aspettavamo Berlusconi anche per conoscere le linee guida della politica economica del Paese che, tradizionalmente, vengono illustrate qui in Fiera come momento della ripresa autunnale. Sono veramente dispiaciuto e amareggiato sia come presidente che come cittadino”. Il sindaco di Bari Emiliano non ritiene che la vera ragione sia la cerimonia funebre di Stato per Mike Buongiorno, perché – ha detto – “eravamo disposti anche a spostare l’inaugurazione dalla Fiera al pomeriggio. Chiaramente il presidente ha fatto una scelta politica. Me ne rammarico e me ne dispiaccio e mi permetto dire che è una scelta sbagliata, un errore politico”.

La stampa, a cominciare da quella locale, ha aggiunto l’ironia (l’editoriale di Giacovazzo sulla Gazzetta), risalendo addirittura a Napoleone, Mussolini, il Papa del 1805 e Hitler per dire che “i politici, si sa, sanno tutto, tranne la storia, e per questo difettano di umorismo”. E per aggiungere: ”Berlusconi voleva arrivare in Fiera con l’aureola del ‘miglior presidente del Consiglio dall’unità d’Italia ad oggi’, anche se si è incoronato da sé, come fece Napoleone nel duomo di Milano, nel maggio 1805, umiliando il povero Papa che era già pronto a posargli sul capo la corona di nuovo re d’Italia”. L’assenza alla Fiera ha offerto a Giacovazzo pure la istruttiva possibilità di dire che Berlusconi “ha oscurato anche Benito Mussolini, che, nel 1934, dopo aver inaugurato la Fiera, tenne dal balcone della Prefettura di Bari, quel famoso discorso in cui irrise Hitler e le sue teorie sulla razza, salvo sposarle 4 anni dopo con quelle infauste leggi razziali”.

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L’assenza di Berlusconi alla Fiera, anzi l’errore di non averla comunque evitata, ha offerto ad altri editorialisti (quelli del Corriere) la possibilità di non farsi mancare nulla sulle ascendenze baresi del gossip. Da forestieri. Dopo aver fatto una prima ipotesi che più negativa non potrebbe essere per la Fiera (“Ma sul serio il premier non viene a Bari perché la Fiera non tira più?”), hanno scritto, coinvolgendo nel gossip anche la città di Bari: ”Seconda ipotesi. Non è la Fiera a non piacere a Berlusconi, ma è la città di Bari. E’ innegabile che dal giorno in cui la barese più famosa d’Italia (anzi del mondo), Patrizia D’Addario, ha fatto le rivelazioni che ha fatto, il capoluogo di Puglia rappresenti per il premier i suoi peggiori incubi. E non si tratta solo di Patrizia D’Addario, come si è visto dopo la pubblicazione della confessione di Tarantini”.

E’ stato necessario, cogliendo fior da fiore, riportare anche le reazioni giornalistiche per indicare fino a qual punto l’assenza di Berlusconi sia stato un errore, regalato anche alla strumentalizzazione politica del gossip. Se c’era una inaugurazione di Fiera alla quale non doveva mancare da presidente del Consiglio era (ed è) quella di quest’anno. Per un altro motivo. I due editoriali sono l’esatto contrario di ciò che attribuiscono all’intera città. Sono l’opinione di una nettissima minoranza, purtroppo non silenziosa come la stragrande maggioranza di chi è ingiuriato anche dal veder ritenere addirittura innegabile che la “barese più famosa d’Italia (anzi del mondo) sia la D’Addario.

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Bari è, semmai, la città che condivide ciò che ha detto il sindaco Emiliano l’altro giorno: ”In una materia così delicata, dove parliamo anche della vita privata delle più alte istituzioni dello Stato occorre un segnale di pacificazione nazionale. Non è possibile che il presidente del Consiglio dovunque vada sia obbligato a dar conto anche alla stampa estera di fatti sui quali le indagini non sono completate, ma rispetto alle quali egli non riveste il ruolo di indagato”. E’ a questa città che Berlusconi non può negare la visita in Fiera, soprattutto per illustrare il suo piano Marshall per il Mezzogiorno, se davvero è già pronto.

Non possono bastare le smentite del ministro Scajola su quanto il governo ha già fatto per il Sud e gli applausi che hanno interrotto il suo discorso inaugurale 9 volte, evidentemente da una platea di centrodestra. La Fiera dura altri 7 giorni, con un sabato e una domenica. Berlusconi ha la possibilità di dimostrare che non c’era per il funerale di Mike Buongiorno (o per il gossip) e di risarcire la Fiera del danno di aver reso, non solo giornalisticamente, più importante la sua assenza che l’ inaugurazione.


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Pantaleo Gianfreda
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