Caro Papi Natale. 101 domande al Reticente del Consiglio

5 Dicembre 2009 Off Di Pantaleo Gianfreda
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caro_papi_natale_istant_book_per_il_no_b_dayInstant book per il No B Day. In questo libro ci sono 101 domande. Potevano essere molte di più. E’ stata fatta una selezione tra quelle più cliccate dai lettori del blog Rassegna Stanca. In molti, tantissimi, chiedono come ha fatto i soldi, come ha fatto a conservare le frequenze tv e a ottenere da vari governi (da Craxi in poi) leggi salvamediaset, come sia stato possibile spacciare per interesse di tutti gli italiani il processo breve o lo scudo fiscale o la depenalizzazione del falso in bilancio. E, tra le altre, vengono riproposte anche le domande di Repubblica così come quelle della Padania, formulate a Berlusconi nel 1998, quando Silvio e Umberto erano nemici.  

E' online dal 2 dicembre "Caro Papi Natale, 101 domande al Reticente del Consiglio", l'instant book realizzato in occasione del "No B Day" che raccoglie le domande di migliaia di utenti della Rete al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Il libro, nato dal blog "Rassegna stanca" sulla scia delle dieci domande al premier formulate dal quotidiano la Repubblica, raccoglie gli interrogativi più vari, sia seri che scherzosi, sottoposti da circa 5mila persone.

"In questo libro ci sono 101 domande. Potevano essere molte di più. E' stata fatta una selezione, talvolta arbitraria, lasciando … quelle più cliccate dai lettori del blog Rassegna Stanca", si legge nell'introduzione dell'instant book.

Cinque i capitoli del libro: "Papino, ovvero il cantante, le scope elettriche, il nuovo miracolo italiano", "Chi ha incastrato Papi Rabbit, ovvero la politica, le toghe rosse, la teoria dell'eterno complotto", "Il Papi quotidiano, ovvero i complicati rapporti tra il Cav e la stampa", "Il Pap(p)one, ovvero storie di Noemi, Sabina Began e altre veline", e "Il Papocchio, ovvero un po' di interrogativi sfusi".

DALLE SCOPE ELETTRICHE AI TERREMOTATI.

Le domande sono le più varie: dal numero di scope elettriche vendute porta a porta all'inizio della carriera per mettere insieme il denaro per la costruzione di Milano2, a possibili infiltrazioni di Cosa Nostra nel partito fondato da Berlusconi.

Riguardo ai rapporti coi media, una delle domande recita: "Ha definito la stampa estera sotto-tappeto della sinistra italiana. Pensa davvero che il Pd sia in grado di orientare gli editoriali di Le Monde, New York Times, Financial Times o Daily Telegraph?".

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Nutrito il capitolo sui rapporti con veline, ministre, con la moglie Veronica Lario. Tra le tante domande: "Può dirsi certo che le sue frequentazioni non abbiano compromesso gli affari di Stato? Può rassicurare il Paese che nessuna donna, sua ospite, abbia oggi in mano armi di ricatto?"; "Lei oggi potrebbe ancora partecipare al Family Day o firmare una legge che punisce il cliente di una prostituta?".

E ancora: "Secondo l'avvocato (e parlamentare Niccolò) Ghedini lei è solo l'utilizzatore finale. In che rapporti è con il pappone iniziale?", "Secondo Lei se Osama Bin Laden si tagliasse la barba, comprasse una parrucca bionda e indossasse un paio di tette finte riuscirebbe a intrufolarsi a Palazzo Grazioli?"; "Cialis, Viagra o tecnologia?".

C'è chi chiede a Berlusconi se sia davvero un self made man e se Bettino Craxi non gli abbia dato "nemmeno un piccolo aiutino", se ritiene che dopo il suo ingresso in politica nel 1994 la situazione economica e sociale dell'Italia sia migliorata, quanti terremotati dell'Aquila abbiano usufruito della sua ospitalità come aveva assicurato a suo tempo.

"Per Lei il mafioso (Vittorio) Mangano era un eroe. Lo era anche (il giudice Paolo) Borsellino, che fu ucciso dall'organizzazione mafiosa di cui Mangano faceva parte?", recita un altro quesito.

Poi c'è "il domandone finale", la domanda più cliccata: "Caro Onorevole Presidente del Consiglio, Cavalier Dottore Silvio Berlusconi, potrebbe dirci quando ci restituirà l'Italia per favore?".

BOSSI DISSE: "E' L'UOMO DELLA MAFIA"

In appendice, il libro riporta le frasi su Berlusconi pronunciate da Bossi tra il 1994 e il 1999: "Silvio Berlusconi era il portaborse di Bettino Craxi. E' una costola del vecchio regime… Berlusconi è l'uomo della mafia. E' un palermitano che parla meneghino, un palermitano nato nella terra sbagliata e mandato su apposta per fregare il Nord. La Fininvest è nata da Cosa Nostra… Quel brutto mafioso guadagna soldi con l'eroina e la cocaina… Con le televisioni fa il lavaggio del cervello alla gente… Alla fine avrà un piccolo posto all'Inferno, perché quello lì non se lo pigliano nemmeno in Purgatorio…".

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Si riporta, di seguito, l’introduzione del libro.

Caro Papi Natale,

anche quest’anno non ho assunto stallieri, non ho subito 106 processi, non sono stata nella dacia di Putin e nemmeno nella escort di Tarantini, non ho avuto Capezzone come portavoce, non ho costruito il Ponte sullo Stretto, il Mose e quattro centrali nucleari (se è per quello nemmeno Lei), non ho fatto lifting e tricotrapianti, non ho una canottiera come quella di Bossi, non ho sei televisioni (e nemmeno sei schermitv), non mi sono iscritta alla P2, non ho pagato tangenti, non ho evaso il fisco, non ho esportato capitali e non me ne faccio nulla di scudo fiscale, lodo, processo breve, legittimo impedimento e immunità parlamentare, non ho creato un milione di posti di lavoro (intendeva dire in meno?) e non ho portato un poliziotto in ogni quartiere (idem come sopra), non ho raccomandato veline e piazzato velinari alla direzione del Tg1, non ho tagliato le tasse (Lei invece sì?), non ho corrotto avvocati e non ho 100 avvocati, non ho avuto Emilio Fede, Carlo Taormina, Niccolò Ghedini e Angelino Alfano alle mie dipendenze, non sono perseguitato dalle toghe rosse, dalla stampa rossa, dalle scuole rosse e dalle rosse, non ho creato società off-shore, non ho fondato un partito insieme a Dell’Utri (che è un organizzatore di primo grado), non ho tenuto minorenni sulle ginocchia, non sono stata unta dal signore, non mi sono fatta da sola e non mi sono fatta neanche in compagnia, non ho palpato operaie russe, non ho fatto cucu alla Merkel e detto abbronzato a Obama, non ho fatto le corna a una foto di gruppo (a dire il vero sì, ma era in terza elementare!), non sono stata la miglior statista italiana degli ultimi 150 anni, non ho organizzato festini a Villa Certosa, non ho fatto sesso tre ore a notte (purtroppo) e non ho cantato con Apicella (per fortuna), non ho fatto eleggere Ciarrapico, non ho lanciato editti bulgari, non ho nominato La Russa, Rotondi e Bondi ministri, non ho messo Mara Carfagna alle Papi Opportunità dopo un esame scritto (il calendario?) e Maria Stella Gelmini all’Istruzione dopo un esame orale (…), non ho rischiato di vincere il Nobel per la Pace (perché, Lei sì?), non ho una squadra di calcio e non prendo a calci la Costituzione, non ho detto che Eluana Englaro poteva avere figli e alle disoccupate di sistemarsi sposando i figli dei ricchi…

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Non voglio tediarLa oltre: lo so, sono stata una buona a nulla. E non avendo fatto e detto tutto quello che ha fatto e detto Lei non posso aspirare non dico alla Presidenza del Consiglio, ma nemmeno a un posticino di assessore al municipio di Baranzate e forse non merito nemmeno un piccolo regalo di Natale. Però siccome Lei è buono, caro Papi Natale, mi permetto di farle centouno domande, a nome mio e di qualche migliaio di amici.

Sono interrogativi che La riguardano e che ho raccolto un po’ alla volta nello stagno – il blog di Rassegna Stanca – che poi altro non è che un posto dove si cerca di capire (spesso senza riuscirci) quello che succede e quello che i media ci raccontano.

Risponda. Permetterà (forse) a me e a noi tutti di capire come ha fatto a diventare Silvio Berlusconi e come l’Italia possa essersi consegnata a Lei.

Questo libro è stato scritto a 5000 mani. Il blog Rassegna Stanca (http://lerane.wordpress.com) e il suo autore (un giornalista che si firma La Rana) ha raccolto nelle ultime settimane le domande che alcune migliaia di persone hanno posto al Presidente del Consiglio per avere chiarimenti su aspetti, ancora oscuri, della sua vita di imprenditore, di politico, di premier. Donne e uomini qualunque che pensano che il premier – oltre a raccontare cosa sia successo con veline e ciarpame – debba soprattutto chiarire all’Italia come mai, fin dagli inizi della sua carriera, ci siano stati ripetuti punti di contatto con mafia, P2, corruzione, tangenti.

L'instant book, curato da un giornalista che si firma "La Rana", è consultabile integralmente anche su questo sito, cliccando su

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Pantaleo Gianfreda