Istat: disoccupazione record all’8,6%. Pil a -5%, il peggiore dal 1971.

3 Marzo 2010 Off Di Pantaleo Gianfreda
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I dati di gennaio. Senza lavoro: mai così tanti dal 2004, inizio delle serie storiche. Persi 307 mila posti nel 2009. Calo del prodotto interno lordo: dato peggiore dall'inizio delle rilevazioni. Giù consumi (-1,2%) e retribuzioni (-0,6%). Pressione fiscale complessiva sale al 43,2% (+0,3% in un anno)

Il tasso di disoccupazione continua a salire e a gennaio si posiziona all'8,6 per cento, dall'8,5 per cento di dicembre 2009. Lo comunica l'Istat, sottolineando che è il dato peggiore da gennaio 2004, inizio delle rilevazioni. Nel 2009 il rapporto tra il deficit e il Pil dell'Italia è stata pari al 5,3 per cento, superiore a quello registrato nell'anno precedente (pari al 2,7 per cento). L'Istat rende noto che il debito pubblico è volato a quota 115,8 per cento al termine del 2009, sulla base delle ultime stime elaborate dalla Banca d'Italia che indicavano un debito a 1.761,191 miliardi di euro. La pressione fiscale è aumentata di un decimo di punto nel 2008 attestandosi al 42,9 per cento.

Nel 2009 deficit/Pil al 5,3 per cento. Nel 2009 il prodotto interno lordo italiano è diminuito del 5 per cento secondo i dati comunicati dall'Istat in via provvisoria. Nella precedente rilevazione, effettuata con diversi metodi statistici, la prima stima del Pil segnava una contrazione del 4,9 per cento. E' il dato peggiore praticamente da sempre, ovvero almeno dal 1971, quando è cominciata la rilevazione statistica. In valore assoluto, l'indebitamento netto è aumentato di circa 38.200 milioni di euro, attestandosi al livello di 80.800 milioni di euro. L'Istat ha rivisto le stime dell'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche per il triennio 2006/2008, variate a causa del normale processo di consolidamento delle informazioni di base. Complessivamente il saldo del conto delle amministrazioni pubbliche, in seguito alle revisioni, risulta superiore di 91 milioni nel 2006, inferiore di 34 milioni nel 2007 e di 404 milioni nel 2008. Tali revisioni, precisa l'Istat, non hanno comportato variazioni nel rapporto indebitamento netto/pil negli anni 2006/2008.

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Pressione fiscale a 43,2 per cento. In base ai dati contenuti nei "Conti economici nazionali" diffusi dall'Istat la pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil) nel 2009 è risultata pari al 43,2 per cento, superiore di 3 decimi di punto rispetto al valore del 2008 (42,9 per cento).

Entrate 2009 -1,9 per cento. Nel 2009 le entrate totali, pari al 47,2 per cento del Pil, sono diminuite dell'1,9 per cento rispetto all'anno precedente. Nel 2008 erano cresciute dell'1,1 per cento. Lo comunica l'Istat, sottolineando che le uscite totali sono risultate pari al 52,5 per cento del Pil (49,4 per cento nel 2008), con una variazione del +3,1 per cento rispetto all'anno precedente.

Oltre due milioni di persone in cerca di lavoro. Sulla base dei dati provvisori l'Istat rileva che l'occupazione a gennaio è rimasta sostanzialmente invariata rispetto a dicembre, mentre ha perso l'1,3 per cento rispetto a gennaio 2009, pari a 307mila unità in meno. Sempre nel mese di gennaio il numero delle persone in cerca di occupazione risulta pari a 2.144.000, in crescita dello 0,2 per cento (+5mila) rispetto al mese precedente e del 18,5 per cento (+334mila) rispetto a gennaio 2009. L'Istat sottolinea che si tratta dell'ottavo incremento su base mensile consecutivo.

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Disoccupazione giovanile, maschile, femminile. Il tasso di disoccupazione giovanile, fa inoltre sapere l'Istat, è pari al 26,8 per cento, con una crescita di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 2,6 punti percentuali rispetto a gennaio 2009. La disoccupazione maschile raggiunge a gennaio un livello pari a 1 milione 147 mila unità, in aumento del 2,1 per cento (+23mila unità) rispetto al mese precedente e del 27,2 per cento (+245mila unità) rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Il numero di donne disoccupate è invece pari a 997.000 unità con una riduzione dell'1,9 per cento rispetto a dicembre (-19mila unità), a fronte di un aumento del 9,8 per cento rispetto a gennaio 2009 (+89mila unità).

Tasso di inattività e numero di occupati. Quanto al numero di inattivi (di età compresa tra 15 e 64 anni), a gennaio, è pari a 14 milioni 871 mila unità, con un aumento dello 0,2 per cento (+28 mila unità) rispetto a dicembre 2009 e dell'1,2 per cento (+172 mila unità) rispetto a gennaio 2009. Il tasso di inattività è pari al 37,7 per cento (invariato rispetto al mese precedente e in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto a gennaio 2009). Gli uomini inattivi, a gennaio, sono pari a 5 milioni 194 mila unità, stabili rispetto al mese precedente, ma in aumento su base annua dell'1,7 per cento (pari a +86 mila unità). Le donne inattive sono 9 milioni 677 mila, con un aumento congiunturale dello 0,3 per cento (+30 mila unità) e tendenziale dello 0,9 per cento (+86 mila unità). La quota delle donne inattive – spiega l'istat – è sempre superiore a quella degli uomini: sono circa cinque ogni dieci quelle inattive. Il numero di occupati a gennaio 2010 è pari a 22 milioni 904 mila unità (dati destagionalizzati), sostanzialmente invariato rispetto a dicembre e inferiore dell'1,3 per cento (-307 mila unità) rispetto a gennaio 2009. Il tasso di occupazione è pari al 57,0 per cento (inferiore, rispetto a dicembre, di 0,1 punti percentuali e di un punto rispetto a gennaio 2009). L'occupazione maschile a gennaio 2010 è pari a 13 milioni 677 mila, più bassa dello 0,1 per cento rispetto al mese precedente (-18 mila unità) e dell'1,9 per cento (-260 mila unità) rispetto al corrispondente mese dell'anno precedente. L'occupazione femminile è pari a 9 milioni 228 mila unità, con un aumento rispetto a dicembre dello 0,1 per cento (+8 mila unità) e una riduzione dello 0,5 per cento (-47 mila unità) rispetto a gennaio 2009.


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Pantaleo Gianfreda
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