Le dieci date che hanno fatto l’Italia 2. Studiare la Resistenza e gli anni del boom.

22 Novembre 2010 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Lo storico/2. Le dieci date che hanno fatto l’Italia

1) Il racconto della nuova nazione
La letteratura permette una prima immersione nell’Italia ottocentesca: dai fermenti e dalle apatie dell’Italia preunitaria che attraversano le Confessioni di un italiano di Ippolito Nievo allo scarto fra retorica e paese reale di una novella come Libertà o I Malavoglia di Giovanni Verga, sino al disincantato sguardo de Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
2) La “grande emigrazione”
I flussi migratori di fine Ottocento danno impulso a una storia che prosegue sino agli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento e poi al trasformarsi dell’Italia da paese di emigrazione a paese di immigrazione: che ruolo hanno nel costruire e ridefinire l’identità nazionale?
3) La prima guerra mondiale
L’irrompere della “Grande guerra” in un’Italia fragile e contadina pone questioni che attengono alla storia e all’immaginario collettivo. Un evento bellico, cui inizialmente larga parte degli italiani era sembrata estranea se non ostile, diventa elemento fondativo nelle memorie private e pubbliche di una nazione capace di risollevarsi dopo Caporetto.
4) La nascita della radio
Dal telegrafo senza fili alla radio, Guglielmo Marconi lascia un segno di grande rilievo nei primi processi di “globalizzazione”. Le trasmissioni iniziano in Italia nel 1924, due anni dopo l’instaurazione del fascismo, avviando una storia che permette di riflettere sul rapporto fra dittature e consenso e sul percorso ulteriore dei media, scandito dalla nascita della televisione e dalle trasformazioni successive.
5) La “guerra totale” e la Resistenza
L’irrompere della “guerra totale”, con il crollo dei confini fra guerra e vita quotidiana, si intreccia alla crisi del fascismo e condiziona anche l’Italia divisa dopo l’8 settembre ’43. Le differenti forme di Resistenza suggeriscono il nesso fra la “scelta di campo” e l’idea di nazione.
6) La Ricostruzione
Il referendum del 2 giugno, il voto alle donne e la Costituzione repubblicana danno corpo alle speranze di un’Italia che deve risorgere dalle macerie. Un’Italia animata dal fervore intellettuale di cui testimoniano l’affermarsi dei partiti di massa e la stagione del neorealismo. E il Carlo Levi di Cristo s’è fermato a Eboli ricorda il permanere di un “mondo” ancora “serrato nel dolore e negli usi, negato alla Storia e allo Stato”.
7) Il “miracolo italiano”
Fra anni Cinquanta e Sessanta la società italiana è attraversata da potenti processi di modernizzazione che investono il lavoro e il tempo libero, la produzione e i consumi. Bisogni essenziali, in primo luogo alimentari, iniziano a esser soddisfatti in modo adeguato mentre irrompono motociclette e automobili, televisori e frigoriferi. Nel 1958 per la prima volta i lavoratori dell’industria superano quelli dei campi, entra in vigore la Comunità economica europea e inizia lo straordinario pontificato di Giovanni XXIII.
8) I movimenti collettivi e il rinnovamento civile del Paese
Gli inediti movimenti degli anni Sessanta e Settanta - dal ’68 al femminismo – favoriscono l’affermarsi di un più ampio orizzonte di diritti e un rinnovamento istituzionale e civile che cancella molti residui del passato.
9) Pier Paolo Pasolini
La testimonianza di Pasolini illumina snodi decisivi: dal declinare del mondo contadino, cui rinviano le poesie friulane o Il sogno di una cosa, ai Ragazzi di vita delle borgate romane sino alla riflessione sulla “mutazione antropologica del paese”. E sino alla osservazione delle tragedie della Repubblica, dalla strage di Piazza Fontana - alle cui vittime dedica versi intensissimi – alle trame eversive degli anni Settanta (“Cos’è questo golpe? Io so”).
10) La nascita dell’euro
La moneta unica europea realizza un progetto che poteva sembrare utopico. Poco dopo, con l’allargamento dell’area di Schengen, cadono le barriere al nostro confine orientale e ad altri confini-simbolo dei drammi europei del Novecento: un forte annuncio del passaggio dal passato al futuro. 

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Pantaleo Gianfreda
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