Sono eritreo
2 Ottobre 2008Sono eritreo
Dedico, normalmente, questo spazio informativo a riflessioni su fatti o vicende nazionali. Anche l’atto di barbarie di un cittadino (ma ha diritto di essere definito tale?!?) collepassese nei confronti di un cittadino (lui sì, ne ha il diritto e la dignità!) extracomunitario ha, però, valenza più ampia. Perché tocca le coscienze di una intera comunità nazionale. In un momento in cui l’attuale classe politica al governo del Paese accarezza, anzi stimola, i peggiori istinti xenofobi e razzisti di tanti cittadini.
E' un fatto altamente positivo e qualificante, al di là di ogni dietrologia, che tutto il Consiglio comunale, da sinistra a destra, abbia votato compatto e unanime l'ordine del giorno di condanna del grave fatto e di solidarietà al lavoratore eritreo.
E’ facile speculare sulla pelle dei più deboli. Perché in ogni uomo “debole” che vive le sue quotidiane e personali repressioni o fobie c’è l’istinto a “rivalersi”, a “sentirsi forte” con qualcuno. Con chi è ancora più debole. Si ignora la ragione. Si violenta l’intelligenza. La diversità dell’uomo rispetto agli animali, si dice, è nella capacità di sviluppare la ragione. Invece, oggi, si tende ad accarezzare gli istinti. Quelli animaleschi. Del non-uomo. Si violano i valori fondanti della moderna società democratica occidentale.
E’ grave quando una comunità rinuncia alla sua antica civiltà e lascia socchiuso l’otre dei venti malefici.
Mons. Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio per i migranti e gli itineranti, il 24 settembre scorso ha attaccato severamente il Governo perché in materia di immigrazione ”si allontana sempre di più e non solo nel tempo dallo spirito della lettera di quei diritti umani che trovarono possibilità di essere espressi perché si proveniva forse dagli orrori di una guerra mondiale…”.