I paesi del Basso Salento stanno scomparendo. “Condizioni di particolare gravità a Collepasso” (di Marco Nassisi)

18 Gennaio 2020 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Ricevo e pubblico alcune interessanti riflessioni di Marco Nassisi, che si definisce “economista eretico”.

Ottocentoventi. No, non sto parlando del numero esatto dei Santi Martiri di Otranto. 820 sono gli abitanti che la Città di Casarano ha perduto negli ultimi 21 anni e 8 mesi, dai 20.669 abitanti del 31/12/1997 ai 19.849 abitanti del 31/08/2019 (data dell’ultimo dato ufficiale Istat disponibile).

Di questi ottocentoventi abitanti, 127 sono stati persi soltanto nei primi 8 mesi del 2019, con un trend negativo che proietterà il calo demografico del Comune di Casarano a sfiorare le 900 unità alla data del 31/12/2019, portando la popolazione complessiva all’incirca al medesimo dato di ben 30 anni prima (19.783 abitanti al 31/12/1989).

Un calo di circa il 4,28 % della popolazione in 22 anni. Un evento che non ha eguali nella storia recente di Casarano, quantomeno dall’ Unità d’Italia ai giorni nostri, due guerre mondiali comprese.

Nel 1997 le culle di Casarano ospitarono 307 neonati (345 nel 1995). Nei primi 8 mesi del corrente anno 2019 soltanto 90 di esse sono state occupate da un nuovo nato, con una proiezione sui 12 mesi che non dovrebbe superare le 134 nuove nascite.

Nel triennio 1996-1997-1998 il saldo migratorio (immigrati meno emigrati) fu pari a +3. Quindi Casarano attraeva residenti. Nel corso dell’anno 2018 tale saldo è stato di -25. Nei soli primi 8 mesi del 2019, il saldo migratorio è già attestato a -56.

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Non è tutto. La notizia peggiore è un’altra. Se dal punto di vista numerico la popolazione casaranese è tornata indietro di 30 anni esatti, la sua composizione per classi di età è oggi profondamente sbilanciata, essendo caratterizzata da una piramide demografica “malata” e foriera di ulteriori gravi squilibri socio-economici futuri.

Al 31/12/2018 (ultimo anno “completo” di cui sono disponibili i dati), l’Indice di vecchiaia (over 65 diviso under 15) è risultato pari a 167,8 cioè circa 168 anziani ogni 100 ragazzi (per il 2019 l’indice è previsto in peggioramento). Alla data del 31/12/1989, quindi soli 29 anni prima, l’indice di vecchiaia era pari a 52,5 , cioè 52,5 anziani ogni 100 ragazzi. Quindi, a parità di abitanti, se al 31/12/1989 la struttura della popolazione a Casarano era “sana”, attualmente oggi la piramide delle età è divenuta di tipo trapezoidale, quindi insostenibile sul lungo periodo.

La città di Casarano è entrata in una spirale perversa dalla quale è difficile uscire. Date le attuali tendenze, la conseguenza sarà uno spopolamento costante e progressivo, con un lento, ineluttabile (?) deterioramento del quadro economico-sociale.

Allargando lo sguardo alla condizione demografica dei Comuni limitrofi a Casarano, la situazione appare in molti casi ancora più grave.

Sintetizzando al massimo, per non sovraccaricare il lettore con una sequela di dati statistici (disponibili su richiesta) che appesantirebbero la leggibilità dell’articolo, il quadro demografico è negativo ovunque, con condizioni di particolare gravità registrate a Collepasso, mentre a Taurisano età media e indici di vecchiaia peggiorano con maggiore gradualità.

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A livello provinciale, poi, le uniche due località che “sfiorano” una qualche sostenibilità demografica di medio periodo sono Giorgilorio (frazione di Surbo) e Merine (frazione di Lizzanello). Al contrario, un Comune come Diso, tra circa 30 anni, proseguendo l’attuale trend, diventerà una città fantasma, sul modello di quelle dei film western. Tra i medi centri, spicca in negativo la condizione di Maglie, oramai scesa sotto i 14.000 abitanti, frazione di Morigino inclusa.

Un alieno che con la sua astronave sbarcasse oggi nel Sud Salento, esaminando i dati demografici sopra citati, utilizzando il traduttore universale, ci porrebbe una domanda: “Che cosa vi è accaduto? Che cosa vi sta accadendo? Siete impegnati da circa 25 anni in una guerra che state perdendo?”.

“Qualcosa” ha prodotto più danni di una guerra. Questo “Qualcosa” invisibile ha agito e sta agendo subdolamente nelle nostre vite e nelle nostre famiglie. Molte persone sono sottoccupate. I salari sono bassi. Molti giovani e meno giovani sono disoccupati. L’incertezza del futuro blocca le nascite. Tanti giovani sono stati costretti all’emigrazione forzata, abbandonando casa, ricordi, affetti e magari genitori anziani e/o ammalati. Tanti altri ancora, a malincuore, sono in procinto di fare le valigie, magari dopo aver lottato strenuamente (e invano) per cercare di costruirsi un futuro nella propria terra. Le loro destinazioni saranno il profondo Nord Italia, oppure la Germania, la Svizzera, il Belgio. E’ un passato che ritorna. Alla fine degli anni ’80 gli emigrati salentini tornavano nei loro rispettivi paesi, costruivano case per i loro figli, confidando in un futuro migliore, confortati dalla costante crescita dell’economia italiana e salentina, la quale faceva sperare in un domani di lavoro e serenità per tutti. Invece, dopo 30 anni, l’emigrazione è riesplosa, l’antico sconforto è ritornato.

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Soltanto comprendendo a fondo le cause si possono cercare dei rimedi, anche se, in ambito demografico, gli squilibri, una volta prodotti, necessitano di tempi assai lunghi per essere ricomposti.

Per stimolare la riflessione, chiudo con una citazione di Michael Ende, autore del libro “La Storia Infinita” (da cui venne tratto il famoso omonimo film fantasy del 1984). Il protagonista Atreju chiede a Gmork: “Perché Fantàsia sta morendo?”. La risposta che Atreju riceve da Gmork è la seguente: “Perché la gente ha rinunciato a sperare e dimentica i propri sogni, così il nulla dilaga. Il nulla è il vuoto che ci circonda, è la disperazione che distrugge il mondo e io ho fatto in modo che il nulla dilaghi, perché è più facile dominare chi non crede in niente e questo è il modo più sicuro di conquistare il potere”.

Marco Nassisi – economista eretico


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Pantaleo Gianfreda