Regione e Prefettura: ammessi gli spostamenti per “attività indifferibili e di pubblica utilità” in agricoltura

9 Aprile 2020 Off Di Pantaleo Gianfreda
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A causa del coronavirus, il Dpcm 22 marzo ha sospeso, come noto, tutte le attività produttive, ad eccezione di quelle indicate nell’allegato 1, che riporta le “attività ammesse”. Tra queste sono indicate le “attività agricole”.

In un articolo pubblicato due settimane fa  sostenevo, pertanto, alla luce del nuovo e dei precedenti Decreti, che ci si poteva recare in campagna per le attività agricole, pur nel rispetto delle prescrizioni a garanzia della salute e applicando il “buon senso”.

Ci sono (mi pare ovvio) attività “indifferibili” che la pratica agricola richiede, considerato che il settore dipende dal tempo e dalle stagioni, che non si possono certo fermare, come si può fare con una fabbrica che produce lamiera, abbigliamento o mobili. E se sono principalmente tre i motivi per cui ci si può spostare da casa (salute, lavoro, spesa), non capisco come mai non si ritenga “lavoro” e persino “spesa” l’attività agricola, considerato che tanti, compresi semplici “hobbisti”, producono anche per il fabbisogno familiare (…non è anche questa una forma di “spesa a costo e km zero”?).

L’articolo mi ha attirato alcune critiche e persino il sindaco, invece di approfondire seriamente la problematica, come dovere di chi sovrintende una comunità a forte presenza agricola, aveva sentenziato che “Il decreto prevede l’uscita per la coltivazione, produzione e raccolta esclusivamente per quelle attività agricole organizzate. Cioè imprese agricole regolarmente iscritte” (e basta).

Su questa superficiale “sentenza” avrei potuto controbattere e discettare “in lungo e in largo”, ma ho preferito sorvolare per evitare polemiche in questo brutto periodo. Oltretutto, io sono iscritto alla Camera di Commercio ed ho partita Iva, per cui, quando è necessario (cioè, quasi tutti i giorni) mi reco tranquillamente in campagna (non posso certamente lasciare andare in malora, tra le altre colture, centinaia e centinaia di piantine da tempo trapiantate, anche sotto i “tunnellini” di plastica… non è questa “attività indifferibile”?!?), per cui potrei farmi i “fatti miei”.

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Vengo, invece, ripetutamente sollecitato ad esprimere un mio parere sul tema, considerato che persistono confusione ed equivoci in materia. Non nascondo che la questione è, seppur oziosamente e capziosamente, molto dibattuta e che si rilevano posizioni spesso contrastanti.

L’esame congiunto delle norme sul coronavirus e del Dpcm che qualifica come “ammesse” le “attività agricole” mi inducono, però, a ritenere che i produttori agricoli (siano “imprese regolarmente iscritte” o semplici “hobbisti”) possono tranquillamente recarsi in campagna. Naturalmente per svolgere le attività necessarie e non rinviabili, non certo per fare un picnic. Tale posizione è rafforzata da quanto sostengono alcune Organizzazioni professionali agricole ed esperti del settore.

Questa posizione è stata in qualche modo confermata da una comunicazione del 1° aprile ai Prefetti da parte dell’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, seppur “per ottemperare all’esecuzione di misure fitosanitarie di lotta ai vettori della xylella o di estirpazione di piante infette” ritenute “‘attività indifferibili’ e di ‘pubblica utilità’ che devono essere assicurate, pur nel rispetto di ogni precauzione tesa a contrastare il contagio del virus, con la massima tempestività” da parte di “proprietari/conduttori di terreni agricoli, e tra questi, gli ‘hobbisti’” (cliccare e leggere).

Basterebbe una semplice constatazione per essere più razionali e comprensivi: chi, di grazia, a Collepasso non ha un piccolo appezzamento di oliveto funestato da xylella?

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Nonostante ciò, in un odierno post su facebook il sindaco persiste nel dare un’interpretazione fumosa della stessa circolare regionale, aggiungendo nella parte finale che “nessuna risposta da parte del Prefetto è pervenuta”.

Non so per quali reconditi motivi egli insista in tali interpretazioni. Forse per motivi politici… nel maldestro tentativo di scaricare su Governo o Regione (ambedue di colore politico diverso dal suo) ogni responsabilità?!?

Questo signore è capace di assumersi “una volta ogni tanto” le “sue” responsabilità, considerato che amministra una comunità in cui l’agricoltura si regge ormai quasi solo sull’attività dei c.d. “hobbisti”, come impropriamente vengono definite quelle “figure miste” da sempre presenti in agricoltura, che il mio docente di Sociologia rurale, l’illustre e compianto prof. Corrado Barberis, definiva in un suo libro gli “operai-contadini”? Cioè, quei soggetti sociali che, pur svolgendo altre attività prevalenti (operai, impiegati, professionisti, ecc.) o pensionati, si dedicano nel tempo libero all’agricoltura e ne garantiscono in gran parte la sopravvivenza.

Oltretutto, non è vero che “nessuna risposta da parte del Prefetto è pervenuta”, come dimostra copia della sottostante circolare già inviata dalla Prefetta Cucinotta a tutti i sindaci della provincia, a conferma della nota dell’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia.

Bisogna stare attenti a farsi “prendere la mano” da maldestre strumentalizzazioni o, peggio ancora, da isterie collettive, anche queste spesso “solleticate” impropriamente e strumentalmente.

Se le norme lo permettono, è inutile “terrorizzare” i produttori agricoli (professionali o non) con affermazioni “ultra petita” e strumentali, talora abusando del ruolo pubblico rivestito.

Dobbiamo stare tutti tranquilli, “vicini, ma distanti”, rispettare le prescrizioni e cercare di stare il più possibile a casa senza, però, terrorizzare o colpevolizzare chi ha il “dovere” di svolgere “attività indifferibili” sui campi. Non mi risulta, ad esempio, che le Forze dell’Ordine di Collepasso abbiano mai fermato e multato chi si trovava per lavoro in campagna invece di “stare a casa”.

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Se il sindaco mi permette, gli pongo io una domanda sulla prescrizione “stare a casa”.

Se io ho una casa dove risiedo e nella stessa ci vivono anche i miei figli, ormai adulti, che risiedono ufficialmente in un’altra abitazione dello stesso Comune… i miei figli possono stare nella mia casa o hanno, invece, l’obbligo di stare nell’abitazione dove risultano residenti… seppur solo fittiziamente e per “evasioni di comodo” (ad esempio,  impedire a me, ipotetico multiproprietario, di non pagare l’Imu sulla seconda, terza e quarta casa di proprietà oppure far esentare i miei figli da tasse universitarie od altre imposte o tasse dovute)?!?

Strano questo “manicheismo” con chi svolge “attività agricole”, pur consentite, e si chiudano, invece “tutti e quattro gli occhi” su tanti (e ben noti al sindaco) abitanti “fittizi” di case-residenze deserte al solo fine di frodare lo Stato… e la frode, a differenza dell’attività agricola, non è “attività ammessa”… anzi, è chiaramente illegale e persino perseguibile penalmente! E, comunque, al sindaco risulta se questi titolari di residenze pur “fittizie” abbiano avuto l’autorizzazione ad abitare con i propri genitori “in tempi di coronavirus”?!?

Forse sarebbe il caso che il sindaco pensasse meglio a disporre controlli in questa direzione e lasciasse perdere le sue “fumisterie” sulle attività agricole…

Pantaleo Gianfreda


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