Un tenero ricordo di Anna del padre Donato Coluccia, carabiniere in pensione, scomparso un anno fa

Un tenero ricordo di Anna del padre Donato Coluccia, carabiniere in pensione, scomparso un anno fa

23 Giugno 2021 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Donato Coluccia

Esattamente un anno fa, il 23 giugno 2020, moriva, all’età di 83 anni, Donato Coluccia, nato a Collepasso il 4 maggio 1937 da Antonio ed Ester Malorgio, secondo di 6 figli (3 maschi e 3 femmine).

Giovanissimo, appena 17enne, si arruolò nell’Arma dei Carabinieri.

Per circa 11 anni ha prestato servizio in Sardegna, poi in Calabria per altri 12 e, infine, per circa 20 anni, in provincia di Lecce, dove è stato Maresciallo a Gagliano del Capo.

Nel “periodo calabrese” si sposò con Agata Cezza, anche lei di Collepasso, e nacquero i figli Anna (1971) e Antonio (1978), entrambi a Cosenza.

La Calabria – dice la figlia Anna, che oggi risiede a Bari – è rimasta sempre nel cuore di mio padre e di mia madre, ma il ritorno al paese natìo è stato sempre il fine di ogni loro sforzo. Infatti, appena pensionati, sono ritornati a Collepasso, nella casa che avevano costruito con tanti sacrifici”.

Donato Coluccia e la moglie Agata Cezza

Ritornato nel paese natìo, Donato cambia completamente vita e abitudini, riscopre l’amore per la terra, ama la compagnia dei colleghi carabinieri in congedo e partecipa attivamente alla vita e alle attività dell’Associazione Arma dei Carabinieri di Collepasso.

Mio padre – dice ancora Anna – apparteneva a quegli uomini di una volta, dediti a lavoro e famiglia, poco chiacchierone e amicone, il cui valore morale e la cui dignità si comprende appieno dalla sua vita e dagli insegnamenti che ha lasciato a figli e nipoti. Immensa soddisfazione e felicità ha ricevuto dalla nascita dei nipoti Leonardo e Greta, figli di Antonio… Io, figlia, ne ho compreso appieno valore e dignità solo da adulta”.

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Un’intima e delicata “confessione”, quest’ultima, che esprime profondo legame ed amore per il padre, ma che, emblematicamente, coinvolge il “sentire”, il turbamento e la vita di tutti quando si perde il padre (o la madre), quell’intensa, struggente, malinconica e, talvolta, un po’ “amara” nostalgia che ne “segna” il ricordo.

Una foto di Donato e moglie con fratelli e cognati

Anna Coluccia

Il 23 giugno 2021 sarà un anno che mio papà non c’è più e – chiede pudicamente Anna – vorrei, se possibile, ricordarlo dedicando a lui una mia poesia sul suo giornale Infocollepasso. Ne sarei felice”.

Siamo prima di tutto noi felici per questo profondo attestato di amore di una figlia verso il padre scomparso, di cui “il tempo infame non può cancellare il ricordo”, e non possiamo che fare “felice” Anna… lo merita… lo merita lei… lo merita il padre, che tutti ricordiamo con stima ed affetto!

Brava, Anna… un abbraccio!

A mio padre

Com’è infame il tempo,

ogni esperienza lascia dietro di sé,

attimi tanto terribili da lacerare infinitamente il cuore,

lasciati dietro di sé,

l’amore di un padre lungo tutta una vita,

perduto negli attimi della morte,

finito come un filo che si è ormai tutto srotolato e non è più.

Il tempo, è infame il tempo, tutto lascia dietro di sé,

le risa, i giochi felici, le ore serene, le vacanze al mare,

solo una cosa il tempo infame non può fare ed è

cancellare il ricordo

e quel filo che sembrava terminato continua e continua

attraverso il successo raggiunto con i tuoi sacrifici,

attraverso i sorrisi di due bimbi felici.

Nulla cambierà nei pensieri e nel cuore

con la speranza di vederci altrove

con la certezza che

quel vento gentile che mi accarezza il viso

quando intorno è tutto fermo

sei tu papà.

Anna Coluccia


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Pantaleo Gianfreda
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